Sermone: Gesù sazia la tua fame di vita

Tempo fa, era ancora in Germania, ho visto in tv un documentario su una famiglia. Mamma, papà, un figlio; sembrava tutto carino e tranquillo, una simpatica famigliola. Si erano trasferiti dalla città in paese e cercavano contatti, tutto nella norma. Poi nel corso dell’intervista si capiva che sia lei sia lui guadagnavano i loro soldi in ambienti a luci rossi e, come succede nei paesi, si era subito sparso la voce.

Questa famiglia cercava contatti e praticamente tutti gli altri genitori, sia dell’asilo sia della squadra di calcio si tenevano a distanza. – Mi sono chiesta quanto sono disposta io ad accettare gli altri, soprattutto quando sono di mezzo i miei figli. So che anch’io cerco di proteggerli di fronte a persone che non mi sembrano adatte.

Comunque, questa famiglia aveva soldi in abbondanza, ma niente amicizie e soprattutto la giovane mamma soffriva per questo. Uno potrebbe dire: fatti due pensieri sul modo in cui guadagni i tuoi soldi. Ma questa mamma voleva solo che suo figlio avesse un amico, voleva poter parlare con le altre mamme dell’asilo, forse incontrarsi una volta per un caffè, per poter condividere i tipici pensieri da mamma.- Quei semplici desideri che non avrebbe potuto comprare con tutti i suoi soldi. Questa donna aveva fame di amicizia. Niente di speciale una semplice, umile, vera amicizia.

Vi ho portato oggi una storia che parla di fame e di sazietà. Leggo dal vangelo di Giovanni 6,47-51:

47 In verità, in verità vi dico: chi crede in me ha vita eterna.  48 Io sono il pane della vita.  49 I vostri padri mangiarono la manna nel deserto e morirono.  50 Questo è il pane che discende dal cielo, affinché chi ne mangia non muoia.  51 Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò è la mia carne, che darò per la vita del mondo».

È un racconto di fame e di sazietà, un racconto di pane che ci propone solo ed esclusivamente l’evangelista Giovanni. Gesù parla alla gente poco dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani e pesci per i 5000. Ricordiamoci: Gesù predicava, parlava con la folla, con uomini, donne e bambini che l’avevano seguito. Si era fatto tardi. La gente aveva fame, nessuno sapeva bene che cosa dire o fare, non era previsto tutto ciò. Nessuno sapeva come saziare tutte queste persone prima che dovessero affrontare il ritorno.

Lo percepite che questo testo non parla solo della fame che si sente nella pancia. Qui parliamo di una fame molto più profonda, una fame che logora tutto l’essere.

I discepoli invece sono ancora fissati sulle pance delle persone. Dicono che neanche pane per 200 denari basterebbe per tutte queste persone. Ricordiamoci che nella parabola dei lavoratori delle diverse ore, loro ricevono tutti 1 denaro al giorno. 200 denari sarebbero quindi il guadagno di più di un mezz’anno. Parliamo di tanti soldi. Ma non bastano.

Poi viene un bambino che porta cinque pani d’orzo e due pesci. Porta ciò che ha, insieme ad una grande fede – e la gente viene saziata. La fame di 5000 persone è calmata. Un miracolo, però la fame si calma solo per una notte.

Dopo Gesù parla di nuovo con il popolo d’Israele e ricorda i tempi nel deserto dopo la miracolosa fuga dall’Egitto quando Dio saziava il popolo con manna e quaglie. Gesù ricorda al popolo questo pane che veniva dal cielo e dice di se stesso: Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo.

L’altra settimana a Ecumene abbiamo fatto un campo sulle leggi – soprattutto leggi civili – ma la domenica ho raccontato loro il percorso del popolo d’Israele fino ad arrivare al Sinai dove Dio consegnava a Mosè i 10 comandamenti. Questi racconti del popolo nel deserto, prima e dopo il Sinai, hanno sempre lo stesso schema: Il popolo sta male – Dio manda aiuto e per un po’ di tempo stanno meglio – Il popolo non vuole ascoltare Dio – Il popolo sta male.

Con questo ciclo, ci sono tanti, tantissimi racconti biblici. Con la manna era così: gli Israeliti avevano appena attraversato il Mar Rosso, dopo anni di oppressioni, dopo le 10 piaghe e la fuga nella notte, finalmente trovano libertà e il primo versetto del nuovo periodo nel deserto inizia con delle lamentele. Non sentiamo nulla della gratitudine, iniziano con preoccupazioni e reclami. Dicono a Mosè: «Fossimo pur morti per mano del SIGNORE nel paese d’Egitto, quando sedevamo intorno a pentole piene di carne e mangiavamo pane a sazietà! Voi ci avete condotti in questo deserto perché tutta questa assemblea morisse di fame!» (Esodo 16,3) Che cosa succede? Dio ascolta le lamentele del suo popolo e manda la manna, il pane dal cielo. A quel punto potrebbe in teoria finire la storia, ma si trova sempre uno che ha da lamentarsi e vuole tornare nella schiavitù.

Perché vi racconto questo? Nel nostro testo Gesù sottolinea che tutti coloro che sono stati mantenuti nel deserto miracolosamente con la manna dovevano comunque morire. Forse potremmo anche dire che tutti coloro che hanno mangiato una parte di quei cinque pani e due pesci dovranno morire. In contrasto a questo possiamo sentire la promesso di vita che offre Gesù Cristo: Io sono il pane vivente, che è disceso dal cielo; se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.

Se Dio porge del pane dal cielo, vuole anche che se ne mangi; se Dio porge nella persona di Gesù il vero pane dal cielo, vuole anche che si accetti questo pane, che si accetti Gesù, nella fede. Questo testo è un invito alla fede. Questo testo ci sollecita a rispondere alla chiamata di Dio. – Potrebbe essere tanto facile: se ti viene offerto del pane, tu mangi. Dio ti offre suo figlio, che fai?

La Bibbia ci racconta che gli Israeliti, dopo poco tempo, non erano più contenti con la manna, non li soddisfava più. Anche oggi il pane semplice non è più tanto ben visto. Troppi carboidrati, troppo poco gusto. Va bene come base per la nutella, ma pane così, semplice e secco non vale la pena mangiarlo. E non illudiamoci che si parli di qualche pane speciale. Gesù pensa al pane azimo. È secco e non sa di niente, è un pasto povero. Gesù dice: Io sono il pane. Pane semplice, non la baguette o la brioche, non la brezel o il muffin – semplice pane.

E prosegue dicendo: se uno mangia di questo pane vivrà in eterno. Non una vita con ricchezze, una vita di lusso e sovrabbondanza, no. Vita semplice ma eterna. Questo ci offre Gesù.

La vita eterna comincia dove non devo far vedere il mio valore con ciò che guadagno ma ho valore perché sono amato, una figlia, un figlio di Dio.

La vera vita si mostra dove non devo più organizzare ogni dettaglio al minimo, ma posso anche fidarmi della protezione, dell’accompagnamento di un Dio che conosceva la mia vita quando io non c’ero ancora.

Ci basta una vita del genere o ci serve di più? Che cosa serve per vivere?

Su questa domanda possiamo trovare delle risposte molto diverse: In questi tempi si citano spesso i famosi 30 euro al giorno di cui qualcuno dice che sarebbe tanto, un altro lo vede giusto o anzi poco per vivere.

Se chiediamo invece alla Caritas ci dicono che due pugni di riso al giorno devono bastare in tante parti dell’Asia per sopravvivere.

Se chiedo ai giovani che cosa serve per vivere ci sono tanti che parlano dei loro amici, o anche del cellulare o computer senza il quale loro non si sentono completi, in qualche modo staccati dalla loro realtà.

Se chiedo a degli amici mi dicono che serve un lavoro fisso per mantenere la famiglia, una casetta nel verde non sarebbe male e una volta all’anno vacanze al mare.

Se chiedo ai più anziani che cosa serve per vivere, non contano più i soldi, ma vorrebbero persone attorno a sé. Persone che hanno tempo, che possono ascoltare, e sono comprensive.

Che cosa serve per vivere? Gesù ci dice: può essere che voi pensiate di avere bisogno di tutte queste cose. Va benissimo se le avete, ma alla fine, veramente avete solo bisogno di ME.  Io sono il pane vivente,(…); se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.

Torniamo ancora una volta all’inizio quando vi ho raccontato di questa mamma che cercava amicizia. Non lo so che cosa direbbe lei se qualcuno le chiedesse che cosa serve per vivere. Forse parlerebbe di soldi e vestiti, vacanze e macchine. Però si è visto chiaramente: ciò che serviva davvero è pane di vita. Una base nella vita.

Lei ha cercato disperatamente qualcosa per alimentare la sua fame, forse non avrebbe neanche potuto esprimere di che cosa aveva fame.

Proprio per persone come lei è venuto Gesù. A loro e a noi offre il pane della vita, non solo pane per lo stomaco, non solo pane per questa vita, ma pane per la vita eterna.

Amen

Ulrike Jourdan