Sermone: RINNOVO DEL PATTO

Giovanni 12, 44-50

Ma Gesù ad alta voce esclamò: «Chi crede in me, crede non in me, ma in colui che mi ha mandato; e chi vede me, vede colui che mi ha mandato.  Io son venuto come luce nel mondo, affinché chiunque crede in me, non rimanga nelle tenebre.  Se uno ode le mie parole e non le osserva, io non lo giudico; perché io non son venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo.  Chi mi respinge e non riceve le mie parole, ha chi lo giudica; la parola che ho annunciata è quella che lo giudicherà nell’ultimo giorno.  Perché io non ho parlato di mio; ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha comandato lui quello che devo dire e di cui devo parlare; e so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

Cari fratelli e sorelle,

Come sappiamo, rinnoviamo oggi il nostro Patto con Dio. E come ogni patto che si rispetti, anche questo si basa sulla fiducia. E fiducia, vuol dire credere, aver fede, con la effe maiuscola. Affidarsi totalmente al volere di Dio, facendoci guidare, senza paura, come se fossimo tornati bambini, da Dio nostro Padre. Come possiamo quindi affidarci a Dio? Leggendo e meditando la Sua Parola anzitutto, pregandolo, nella certezza che quanto gli stiamo per chiedere sicuramente ce lo darà. Sta infatti scritto in Matteo 17,20 “in verità io vi dico: se avete fede quanto un granello di senape, potrete dire a questo monte: “Passa da qui a là”, e passerà; e niente vi sarà impossibile”. E come dice il Salmo 54 che abbiamo ascoltato in apertura a questo Culto: “Dio è il mio aiuto; il Signore è colui che sostiene l’anima mia. Egli farà ricadere il male sui miei nemici”. Seguire quindi ciecamente Gesù, come ci esorta il testo della nostra predicazione di oggi: “Chi crede in me, crede non in me, ma in colui che mi ha mandato”. Gesù, il Cristo, il Figlio di Dio, è quindi l’inviato, il messaggero, il tramite tra Dio e noi, suoi figli, il suo popolo. Dio parla per mezzo suo. Come infatti dice il testo biblico della nostra predicazione odierna: “Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre me le ha dette”. Egli è quindi il mediatore del patto che oggi siamo chiamati, fratelli e sorelle, a rinnovare come ogni anno. Un nuovo patto, che supera e perfeziona la legge dell’Antico Testamento, il vecchio Patto. Sta infatti scritto in Matteo 5,17: “Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento”. Il vecchio Patto Dio lo fece con la nazione d’Israele, non con i cristiani. Alcune leggi dovevano far sapere agli Israeliti come ubbidire e piacere a Dio (ad esempio i Dieci Comandamenti) altre dovevano mostrare loro come adorare Dio (vedi il sistema sacrificale) mentre altre dovevano semplicemente rendere gli Israeliti diversi dalle altre nazioni (vedi le regole sul cibo e sull’abbigliamento). Nessuna legge dell’Antico Testamento, eccettuati i Dieci Comandamenti, si applica a noi, oggi. Possiamo quindi anche lavorare nel giorno del riposo settimanale senza timore di essere messi a morte come comandava Esodo 35, 2 nonché mangiare tranquillamente lepri e maiali nonostante il divieto in Levitico 11, 6-7. Per non parlare delle belle bistecche al sangue espressamente proibite in Levitico 17, 14 mentre i nostri figli possono dormire sonni tranquilli anche se a volte ci contestano e sono ribelli evitandoci il problema di farli lapidare a morte come prescritto in Deuteronomio 21, 18-21. Fratelli e Sorelle, quando morì sulla croce, Gesù, pose fine alla legge dell’Antico Testamento. Sta infatti scritto nella Lettera ai Galati 3, 23-25: “ma prima che venisse la fede eravamo tenuti rinchiusi sotto la custodia della legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata. Così la legge è stata come un precettore per condurci a Cristo, affinché noi fossimo giustificati per fede. Ma ora che la fede è venuta, non siamo più sotto precettore”. Quindi ora Dio, per mezzo di Cristo, fratelli e sorelle, unisce Giudei e stranieri (i “gentili”) in Cristo: “Lui, infatti, è la nostra pace; lui che dei due popoli ne ha fatto uno solo e ha abbattuto il muro di separazione abolendo nel suo corpo terreno la causa dell’inimicizia, la legge fatta di comandamenti in forma di precetti, per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo facendo la pace e per riconciliarli tutti e due con Dio in un corpo unico mediante la sua croce, sulla quale fece morire la loro inimicizia”. Efesini 2, 14-16. Noi quindi siamo ora sotto la legge di Cristo: “‘Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente’. Questo è il grande e il primo comandamento. Il secondo, simile a questo, è: ‘Ama il tuo prossimo come te stesso’. Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti” (Matteo 22, 37-40). Fratelli e Sorelle, se faremo queste due cose, allora staremo adempiendo a tutto quello che Cristo vuole da noi: “Perché questo è l’amore di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi” (1 Giovanni 5, 3). A questo punto, però, visto che non siamo più sotto la Legge dell’Antico Testamento, qualcuno potrebbe dire che anche i Dieci Comandamenti non sono applicabili ai cristiani. In realtà essi sono tutti ripetuti nel Nuovo Testamento (eccettuato il comandamento di osservare il giorno di Sabato). Ovviamente, se staremo amando Dio non staremo adorando altri dei o degli idoli. Se staremo amando il nostro prossimo, non lo uccideremo, non gli mentiremo, non commetteremo adulterio né ne desidereremo ciò che gli appartiene. Perciò, noi non siamo sottoposti ad alcun requisito della legge dell’Antico Testamento. Noi dobbiamo amare Dio e amare il nostro prossimo. Se faremo fedelmente queste due cose, tutto il resto comincerà ad avere un senso. E questo perché è Parola di Dio dataci tramite Gesù Cristo. Come abbiamo sentito in precedenza dalla lettura dell’Evangelo di Matteo: “Non di pane soltanto vivrà l’uomo, ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio”». La Parola di Dio quindi come pane spirituale, pane che ci dà la forza per vivere ed andare avanti, pane che crea la vita come abbiamo ascoltato dalla lettura del Prologo del Vangelo di Giovanni: “Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta. In lei era la vita e la vita era la luce degli uomini”.

Amen

Daniele Rampazzo

A seguito della predicazione, l’impegno della comunità e del singolo per rispondere al rinnovo del patto con il Signore:

CULTO DI RINNOVAMENTO DEL PATTO

Quanto a me, ecco, stabilisco il mio patto con voi, con i vostri discendenti dopo di voi. (Genesi 9:9)

IL NOSTRO IMPEGNO COMUNITARIO

Signore, per mezzo di Gesù Cristo tu ci hai chiamati a vivere in questo patto di grazia; con gioia rinnoviamo la nostra consacrazione e, per amor tuo, ci impegniamo a ricercare e a compiere la tua perfetta volontà. Non apparteniamo più a noi stessi, ma a te. Amen

IL MIO IMPEGNO PERSONALE

Signore, io non appartengo più a me stesso, ma a te. Impegnami in ciò che vuoi, mettimi a fianco di chi vuoi; che io sia sempre tuo testimone, sia nella pienezza delle forze, sia quando le forze vengono meno, sia che io mi trovi nella gioia, sia che io mi trovi nel dolore. Liberamente e di pieno cuore mi sottopongo alla tua volontà e metto ogni cosa al tuo servizio. Amen

Ma le loro menti furono rese ottuse; infatti, sino al giorno d’oggi, quando leggono l’antico patto, lo stesso velo rimane, senza essere rimosso, perché è in Cristo che esso è abolito. (2 Corinzi 3:14)

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