Sermone: Scopri l’eroe dentro di te

Vorrei parlare oggi con voi di persone che ci sono di esempio. Gli eroi dei nostri tempi. Persone che ammiriamo, che forse cerchiamo di imitare.

Ho letto un’intervista ad un giovane manager che a soli 22 anni ha già guadagnato il primo milione di euro. Ha parlato di quante ore lavora ogni settimana e facendo il conto mi veniva da pensare: “Quest’uomo, sembra che non dorma neanche”. Fa parte dell’immagine dell’eroe in economia. Dev’essere uno duro, che sa difendere la sua posizione. Non conosce nient’altro se non il lavoro e ogni avversità lo fa diventare ancora più determinato. Chi non lo segue sulla sua linea, farebbe meglio a cercarsi un altro lavoro perché viene comunque eliminato.

Sappiamo anche che questi eroi dell’economia o della politica talvolta cadono dalla loro stele. Sentiamo di quelli che intascano in abbondanza per loro stessi e non hanno più i soldi per pagare i dipendenti. Sentiamo di politici che fanno delle leggi che fanno più comodo a loro che non al popolo e sentiamo anche di diverse persone famose che non fanno sempre delle scelte eroiche.

Viviamo in una società che è diventata scettica riguardo agli eroi. Non crediamo più facilmente che qualcuno voglia farci del bene senza chiederci: “E che cosa guadagna lui?” Chi potrebbe oggi essere un esempio?

La risposta tipica che uno si aspetta in una predica sarebbe “Gesù Cristo”, lui è il nostro eroe. Ma a dire il vero penso che la maggioranza delle persone attorno a noi pensino che la fede in Gesù Cristo sia una tradizione antica, più una favoletta, un fatto culturale, qualcosa che serve ai bambini e agli anziani, ma niente di concreto.

E anche nella nostra chiesa che consideriamo più vicino alla società che non altre, dobbiamo accettare che non entrano le masse e soprattutto ci mancano i giovani. Dobbiamo accettare che tante persone pensano che un culto, sì, possa essere carino ma abbia poco a che fare con la dura realtà. Tante persone oggi sono convinte, che le decisioni veramente importanti non si prendano leggendo la Bibbia.

Proprio per questo vorrei parlarvi di Gesù Cristo. L’importanza che lui ha nella nostra vita non dipende della situazione della nostra società o delle chiese oggi. Gesù non ha mai dato tanta importanza a ciò che la gente attorno pensava, invece ha preso con sé quelli che erano pronti, dentro alla storia della salvezza. E questo vale anche per noi oggi.

Il testo della predicazione di oggi è il cosiddetto inno al Cristo. Un inno di lode all’eroe divino, all’esempio che i primi cristiani si sono dati. Leggo dalla lettera ai Filippesi 2,5-11

5 Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù,  6 il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente,  7 ma spogliò sé stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini;  8 trovato esteriormente come un uomo, umiliò sé stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce.  9 Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome,  10 affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra,  11 e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.

Questo inno ci presenta un eroe divino. Uno che è in forma di Dio, cioè risiede in cielo è forte e degno di essere adorato. Potrebbe rimanere lì e godersi la vita così come ci viene raccontato delle divinità greche che si godevano la vita nel loro Olimpo e non si scomponevano per ciò che succedeva in terra.

L’eroe del nostro inno è diverso. Non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente,  7 ma spogliò sé stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini. Non tiene egoisticamente ciò che ha. Non pensa a se stesso ma agli uomini che cercano salvezza, che gridano il loro bisogno di liberazione, che hanno bisogno di amore.

Quell’eroe divino Gesù Cristo intraprende la via della rinuncia. Rinuncia alla sua divinità e diventa umano. Ma non finisce qui, va oltre, soffre tutte le pene umane e muore in croce. Muore ancora giovane una morte di tortura, sbeffeggiato dal popolo, tradito dai suoi amici.

Ma lì al livello più basso, lì dove non si può scendere ancora di più, c’è la svolta. Dio il padre innalza Gesù Cristo il figlio che si era umiliato volontariamente. Il Padre assegna al figlio la posizione maggiore che si possa immaginare. Gesù Cristo diventa il sovrano del mondo così com’è ritratto anche in tanti quadri. Tutti gli uomini di tutti i tempi devono piegare le loro ginocchia davanti a questo sovrano. Ma l’onore non se lo tiene per sé, lo dà a Dio il Padre.

Questo inno al Cristo è un canto bellissimo dei primi cristiani. Con questo inno siamo molto vicini al fatto della risurrezione. Questo testo è uno dei più antichi che abbiamo nel Nuovo Testamento.

Paolo inserisce quest’inno nella sua lettera alla chiesa di Filippi e ricorda alla comunità: proprio così dovreste anche voi pensare, sentire e vivere. Ciascuno, con umiltà, stimi gli altri superiori a sé stesso, 4 cercando ciascuno non il proprio interesse, ma anche quello degli altri. (Fil 2,3+4)

Gesù Cristo ha fatto una vita esemplare e questa sua vita è anche per noi oggi che ci chiamiamo cristiani, un esempio. Paolo scrive che dovremmo imitare Cristo. Dovremmo anche noi vivere una vita per gli altri.

Però non è proprio facile imitare un eroe. Sentendo questa esortazione uno si può sentire facilmente oberato, schiacciato. Chi si considera veramente un eroe? Gli eroi sono quelli delle mitologie, o forse li incontriamo oggi in TV o nei giornali o nei fumetti in versione disegnata. Eroi sono le persone con forza e denaro e reputazione. Spesso mi sento molto lontana da questi tipi. Di solito non mi sento molto eroica.

Vorrei fare venire a voi stamattina la voglia di svegliare l’eroe dentro di voi. Vorrei esortarvi come Paolo a vivere una vita eroica. Siamo richiamati come cristiani a vivere una vita che fa vedere il Cristo del quale portiamo il nome. Siamo chiamati a vivere una vita che lasci delle tracce. Se prendiamo questo sul serio, sarà quasi automatico che la nostra vita ci faccia diventare eroi. La vita stessa ci costringerà sempre di nuovo a fare una scelta eroica.

Mi piace sentire dei racconti di vita. Ascolto volentieri quando gli anziani parlano di ciò che era bello e anche dei periodi tristi che hanno vissuto. Talvolta c’è qualcuno che racconta degli anni duri, forse durante o poco dopo la guerra e dice: “Non so neanche come ho resistito in quel brutto periodo. Ma come per miracolo ho avuto la forza e sono contento e fiero che ce l’ho fatta ad adempiere al mio compito”.

Talvolta è la vita che ci mette davanti alla decisione di diventare o un eroe o un vile. L’eroe per gli altri: Gesù Cristo vorrebbe che anche noi scoprissimo l’eroe in noi e lui stesso ci assicura il suo aiuto in questi momenti.

Non è facile vivere una vita nella quale si fanno delle scelte diverse dal solito. Per questo abbiamo come forza la preghiera. Abbiamo la comunità che ci aiuta e ci mette accanto altri che fanno una vita tra l’eroismo e i problemi di ogni giorno. Abbiamo come forza le storie bibliche che sono racconti di uomini e donne vere con tutti i loro problemi e i loro lati deboli che però hanno creduto in questo Dio che gli ha fatto scoprire il loro lato eroico. Non erano per niente perfetti, nessuno di loro. Adamo ed Eva si fanno buttare fuori dal paradiso, Noè si ubriaca di brutto dopo l’atterraggio dell’arca, Davide è un adultero, Pietro nega di conoscere Gesù. Questi sono gli eroi della Bibbia, perché sono umani con tutti i lati brutti e negativi che anche noi abbiamo, però hanno avuto il coraggio di fare vedere anche i loro lati eroici. – Noè aveva il coraggio di costruire una barca nel bel mezzo del niente. Davide si lasciava guidare da Dio per il bene del popolo, Pietro aveva la fede per poter camminare sulle acque.

Noi siamo abituati a parlare di più dei nostri lati deboli. Non vogliamo mettere nessuno sotto pressione e questo è giusto. Comunque voglio farmi sfidare dalle parole di questo antico inno che dice: Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù.

Voglio cercare almeno talvolta di imitarlo, sapendo che non posso e non devo essere proprio come lui. Comunque, voglio cercare di liberare almeno talvolta il mio lato eroico e dire la parola che è necessario dire, e fare ciò che sento sia giusto fare, e ricordare la volontà di Dio che troppo spesso viene dimenticata.

Penso che viviamo nuovamente in un’epoca che ci sfida a mostrare che cosa vuol dire chiamarci cristiani, che cosa vuol dire una fede vissuta, non solo la domenica in chiesa, ma soprattutto durante la settimana fuori dalla chiesa. E spero tanto che anch’io possa raccontare una volta nella mia vecchiaia: “Sì sono stati tempi duri ma alla fine ho avuto il coraggio di fare delle scelte delle quali sono fiera”.

Gesù Cristo ci ha fatto vedere che cosa vuol dire vivere una vita per gli altri. Diventare veramente umano. Lui che ha vissuto l’amore in un modo che ha attraversato la morte per insegnare anche ai nostri cuori freddi e duri quest’amore.

Di questo ci aiuti Gesù Cristo così che tutti possono riconoscere ciò che noi confessiamo già ora che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre. Amen

Ulrike Jourdan