Sermone: Cercare e lasciarsi trovare

Quando sono dal parrucchiere mi diverto a leggere quei giornali che di solito non aprirei. E l’ultima volta ho trovato la pagina di un astrologo che risponde alle grandi domande della vita. È impressionante che ci siano delle persone che pongono veramente le loro domande in un giornale e si aspettano lì una risposta. Una donna giovane chiedeva: Che cosa c’è di sbagliato in me? Perché non si sente abbastanza femminile. Un uomo di 50 anni vede la sua vita come un unico fallimento e chiede come dovrebbe proseguire. Lui scrive che da due anni tutto gli va male, sembra essere tutto bloccato e non sa perché. – La risposta dell’Astrologo è geniale. Scrive qualcosa tipo: Caro Luca, lei è capricorno con ascendente toro per questo lei non ha pazienza. Ciò che la blocca da due anni è Saturno, ma da settembre tutto cambierà.

Quando leggo una roba del genere non so se devo ridere o piangere. Per me è assolutamente assurdo, ma contemporaneamente sono anche triste per quante persone credono in questo o in simili sciocchezze.

Vorrei oggi raccontarvi di un uomo di media età, con un lavoro molto ben pagato, capo nel suo reparto. Uno che è diventato ricco attraverso il suo lavoro però ha sempre portato con sé tante di queste domande alle quali nessuno poteva rispondergli. Un uomo contemporaneamente ricco e povero.

Leggo dal Vangelo di Luca 19,1-10

Gesù, entrato in Gerico, attraversava la città.  2 Un uomo, di nome Zaccheo, il quale era capo dei pubblicani ed era ricco,  3 cercava di vedere chi era Gesù, ma non poteva a motivo della folla, perché era piccolo di statura.  4 Allora per vederlo, corse avanti, e salì sopra un sicomoro, perché egli doveva passare per quella via.  5 Quando Gesù giunse in quel luogo, alzati gli occhi, gli disse: «Zaccheo, scendi, presto, perché oggi debbo fermarmi a casa tua».  6 Egli si affrettò a scendere e lo accolse con gioia.  7 Veduto questo, tutti mormoravano, dicendo: «È andato ad alloggiare in casa di un peccatore!»  8 Ma Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo».  9 Gesù gli disse: «Oggi la salvezza è entrata in questa casa, poiché anche questo è figlio d’Abraamo;  10 perché il Figlio dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto».

Zaccheo è un uomo che viene torturato dalle domande sulla vita. Lui era capo dei pubblicani, cioè un uomo ricco. La provincia di Giudea della quale faceva parte anche Gerico, era direttamente sotto l’amministrazione di Roma. Il sistema delle tasse funzionava in questo modo: Roma affittava la dogana per un prezzo fisso e i pubblicani cercavano di fare il più possibile soldi con questa concessione. Per questo erano doppiamente odiati: come aiutanti dei romani e come doganieri disonesti. Comunque non dobbiamo dimenticare: dovevano essere molto intelligenti, buoni organizzatori, abile nella società e con educazione ellenista. A modo loro facevano parte della classe elevata della società. Gerico era per una capo dei pubblicani il luogo perfetto perché era il punto d’incrocio di varie strade in prossimità dei passaggi del Giordano. Questa zona era una ricca fonte di guadagno. Secondo i nostri parametri di oggi, Zaccheo sarebbe stato milionario. D’altra parte, questo pubblicano era ebreo. Il suo nome viene probabilmente dall’ebraico Sakkai che vuol dire il ‘Giusto’. Che nome per un personaggio come Zaccheo!

Zaccheo si mette alla ricerca. Questo è sorprendente, perché uno potrebbe pensare che ha già ciò che tanti altri vorrebbero avere, cioè soldi, tanti soldi. L’evangelista Luca non ci racconta neanche che cosa scatena questa ricerca. Forse era una semplice curiosità. O forse Zaccheo aveva sentito di come Gesù si era comportato con altri pubblicani. Però che cosa cerca Zaccheo veramente? Luca ci dice: cercava di vedere chi era Gesù. Perché? Forse perché le domande della vita sono diventate per Zaccheo talmente grandi, che doveva per forza porle a qualcuno. Il Figlio dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto.

Devo dire che Zaccheo è nella sua ricerca di risposte abbastanza simpatico. È troppo piccolo per vedere e per questo ha l’idea di arrampicarsi come un bambino su un sicomoro. Tanto di capello, che determinazione! Dobbiamo ammettere che Zaccheo investe qualcosa per portare la sua ricerca a buon fine. Cerca di superare gli ostacoli che trova e ci riesce veramente. Cosa dite, trova ciò che ha cercato? Direi piuttosto che lui viene trovato. Ancora prima che Zaccheo possa rivolgersi a Gesù, ancora prima che egli si possa fare un’immagine di chi sia quel Gesù, è lui che si rivolge a Zaccheo. E non solo questo, non è stato solo trovato tra le foglie di un albero ma Gesù verrà a trovarlo a casa e Zaccheo troverà risposte alle sue domande. In quest’incontro con Gesù, Zaccheo trova se stesso. Trova un nuovo accesso a se stesso, alla sua vita così com’era e così come sarà. Trova un nuovo modo di comportarsi con le persone attorno a se. Succede tutto senza che Gesù debba fare grandi prediche. Zaccheo sa bene che cosa non va nella sua vita e sa anche come si può pentire e cambiare via. La metà del suo possesso vuole darla ai poveri. È tanto, però neanche dopo questo gesto Zaccheo sarà veramente povero. Ma fa vedere che non è attaccato ai soldi. Mostra che non sono i suoi beni che comandano sulla sua vita. Zaccheo è in grado di aprire le mani per dare e anche per poter ricevere ciò che Gesù vuole dargli.

Un secondo passo è che Zaccheo vuole risanare le ingiustizie commesse. Secondo il comandamento biblico vuole restituire il quadruplo di ciò che ha preso indebitamente. Questo è un pentimento molto concreto. Ciò che Zaccheo ha in mente di fare è più di una semplice preghierina. Deve presentarsi da ognuno al quale ha fatto un torto. Deve scusarsi e restituire i soldi. – Quanta fatica facciamo noi ad ammettere una volta che abbiamo sbagliato. Zaccheo assume questa fatica su di se.

Però una cosa non la fa. Non dice di voler cambiare il suo mestiere. No. Vuole rimanere pubblicano, capo dei pubblicani. E questo mi piace e lo trovo importante. Non esistono per noi cristiani dei mestieri che non dovremmo fare. Nella Bibbia rimangono i pubblicani pubblicani e i soldati rimangono soldati. Però ogni mestiere può essere svolto in tanti modi e il modo in cui Zaccheo sarà pubblicano in futuro sarà molto diverso.

Ancora una volta: Zaccheo fa una specie di grande confessione davanti a Gesú, anche se non ci vengono riportate le sue parole. Ma vediamo che Zaccheo accetta i comandamenti e cerca di risanare le sue colpe e tutto ciò senza che Gesù lo debba chiedere a lui.

Zaccheo ha trovato durante la sua ricerca Gesù e ha trovato in lui l’impulso di cambiare la sua vita profondamente. Zaccheo ha cercato Gesù ed è stato invece trovato.

Oggi ci sono tante persone che cercano risposte sulle grandi domande della vita. Io direi che ci sono tante persone che cercano Dio, loro forse non lo direbbero così. Cercano, ma non sanno bene che cosa.

Durante questa ricerca ci saranno senz’altro degli ostacoli. Da Zaccheo c’era la folla, che gli impediva di avvicinarsi. Da noi è spesso la folla che influenza i nostri pensieri. La folla ci suggerisce che cosa sia ‘normale’ è che cosa no. È la folla nella quale crescono paure che ci allontanano dal nostro obiettivo. È la folla che può impedire anche a noi di farci trovare da Gesù.

Un altro ostacolo è il tentativo di cedere. Immaginatevi una volta che cosa avrà pensato il milionario Zaccheo prima di salire sull’albero, nel bel mezzo di tutta la gente che poteva vederlo? Che cosa avrà pensato quel uomo ricco e ben educato di essere trovato da un predicatore itinerante su un albero? Zaccheo doveva superare la propria superbia. Doveva farsi piccolo – diventare come un bambino che può salire con naturalezza su un albero. Questa capacità di farsi piccolo ci serve sempre quando noi stessi siamo il più grande ostacolo che ci impedisce di raggiungere la nostra meta. Quando non riusciamo a superare i nostri pensieri statici, i nostri pregiudizi, le nostre pretese, non saremmo in grado di trovare ciò che cerchiamo.

Ma proprio in quel momento quando cogliamo che noi con il nostro volere e potere non arriviamo da nessuna parte, in quel momento ci trova il messaggio di Dio. Quando siamo alla fine con la nostra organizzazione e i nostri piani, quando le nostre risorse sono finite, a quel punto può intervenire Dio. Gesù ci chiama fuori dal labirinto dei nostri pensieri e dà delle risposte alle grandi domande della vita. Non sono sempre risposte facili, ma una domanda profonda ha anche bisogno di una risposta profonda.

La nostra vita da cristiani consiste sia nella ricerca che nell’essere trovato. Vorrei che riscoprissimo la voglia di metterci ogni giorno di nuovo alla ricerca e di lasciarci trovare sempre di nuovo dal nostro Dio.

Amen

Ulrike Jourdan