Sermone: Il mistero di Cristo
I primi cristiani non potevano incontrarsi liberamente. Spesso subivano delle persecuzioni, e così si nascondevano. E per potersi identificare usavano dei simboli “segreti” tipo il pesce. Per gli estranei era un semplice pesce, ma tutti gli iniziati conoscevano il messaggio dietro il simbolo. Loro utilizzavano questo simbolo per sapere chi fossero gli altri che come loro si rifiutano di pregare e onorare l’imperatore.
Per i primi cristiani questo mistero del pesce era chiaro. Pesce in greco si dice Ichtys. E in questa parola ogni singola lettera è l’iniziale di un’altra parola. I per Iesus-Gesù, Ci per Cristos-Cristo, T per Teos-Dio, Y per Huios-figlio e S per Soter-Salvatore. Gesù Cristo è il figlio di Dio il Salvatore: questo è stato il credo dei primi cristiani. Loro credevano in questo salvatore, questo è stato il loro segreto.
Il simbolo del pesce è rimasto fino ad oggi e fino ad oggi è per tante persone un mistero che cosa voglia dire. Nel testo biblico previsto per questa domenica Paolo parla di questo mistero aperto e lo spiega. Ci fa vedere il suo lato misterioso e lo scopre allo stesso tempo. Paolo vuole che tutti quanti siano afferrati da questo mistero.
Leggo dalla lettera di Paolo alla chiesa di Efeso nel terzo capitolo il versetti da 2-5
2 Senza dubbio avete udito parlare della dispensazione della grazia di Dio affidatami per voi; 3 come per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero, di cui più sopra vi ho scritto in poche parole; 4 leggendole, potrete capire la conoscenza che io ho del mistero di Cristo. 5 Nelle altre epoche non fu concesso ai figli degli uomini di conoscere questo mistero, così come ora, per mezzo dello Spirito, è stato rivelato ai santi apostoli e profeti di lui;
I segreti sono affascinanti per i bambini come per gli adulti. Ho letto in questi giorni un articolo che racconta che sta girando in internet un indovinello di altissimo livello sotto il nome cicada 3301. Quattro anni fa sono state condivise le prime indicazioni ma è tutto a un livello tale che solo persone con conoscenze specifiche sui linguaggi segreti possono capire e risolvere. Il mistero è finora chi abbia messo questo enigma in internet e perché. Potrebbero essere i servizi segreti che cercano nuovi collaboratori, potrebbe essere anche solo un gioco. Fatto sta che parecchie persone in tutto il mondo cercano di scoprire il mistero della cicada 3301.
I misteri affascinano e anche nel nostro testo Paolo gioca con il mistero della chiesa.
Prima spiega perché proprio a lui sia stato rivelato il mistero che adesso vuole diffondere. Paolo è un servo di Cristo sin dalla sua conversione. A partire da quel momento sulla strada di Damasco ha imparato da Gesù Cristo e ha ricevuto direttamente da lui conoscenza del mistero della fede. Paolo è stato scelto da Cristo sicuramente non per ciò che faceva. Infatti, perseguitava tutti quelli che si nascondevano dietro il segno del pesce ma Dio voleva proprio lui come suo servo. Proprio questo guerriero che lottava contro Gesù Cristo ha ricevuto il mandato di svelare il mistero di Cristo davanti alla chiesa.
Paolo avverte che tutta la sua lettera alla chiesa di Efeso non ha altro scopo se non rivelare questo segreto. E poi inizia finalmente a parlare di ciò che dev’essere rivelato.
Prima di leggervi il sesto versetto del nostro testo, vorrei chiedervi: quanto emozionante è per noi la rivelazione di questo mistero che Dio ha affidato a Paolo? Abbiamo noi desiderio di conoscere meglio Dio? Di entrare sempre di più nel suo pensiero, di capire le sue vie e di vivere con lui? Tutto ciò che scrive Paolo è veramente appassionante per noi?
Paolo ha iniziato una nuova vita sulla strada verso Damasco quando la presenza di Gesù l’ha colpito come un fulmine. Il mistero che Dio gli ha rivelato, ha lasciato un’impronta per tutta la sua vita. Così come i primi cristiani facevano caratterizzare la loro vita dal segno del pesce, o meglio da Gesù Cristo il figlio di Dio, il salvatore – così anche Paolo lasciava che Dio desse un’impronta tutta diversa alla sua vita.
Che cos’è questo mistero? Paolo scrive: 6 vale a dire che gli stranieri sono eredi con noi, membra con noi di un medesimo corpo e con noi partecipi della promessa fatta in Cristo Gesù mediante il vangelo.
Anche gli stranieri, i non-ebrei possono fare parte della chiesa. Anche i non-ebrei possono diventare cristiani. Forse non vi commuove tanto questa scoperta, ma per la chiesa di allora era una sensazione. Anche persone al di fuori del popolo d’Israele possono essere eletti a diventare figli di Dio. Questa era una notizia incredibile, un miracolo. I gentili sono riconosciuti come figli di Dio, membri della chiesa con tutti gli oneri, anche loro sono inclusi nelle promesse dell’Antico Testamento.
Che cosa pensate quando sentite queste cose? Come vi sentite, più sul lato dei pagani ai quali viene predicata la buona novella o più sul lato degli ebrei, sul lato del popolo eletto? Siamo una chiesa da tanti anni, quasi 150 anni; ci troviamo qui a Padova e in mezzo a noi abbiamo persone con un buon pedigree evangelico. Uno potrebbe sentirsi qualcosa speciale e non è neanche male essere grato per la benedizione che Dio mette su una famiglia.
Forse anche i cristiani a Efeso si sentivano tirati da due lati dopo la rivelazione di questo mistero. La comunità cristiana lì era giovane, ma le famiglie ebree dei membri di chiesa erano molto antiche e le promesse contenute nella Bibbia ebraica erano ancora più antiche. Si tratta di vecchissime usanze e tradizione, di riti e leggi di comportamento.
Sono stata questa settimana con i catecumeni a Venezia e abbiamo avuto come tema del campo “L’ebraicità di Gesù” Tra le altre cose, abbiamo anche visitato il ghetto, dove una signora ebrea ci ha spiegato come vive la sua fede. Alla domanda se lei potrebbe mangiare a casa di un non-ebreo, rispondeva che verrebbe tuttalpiù per un caffè, o al massimo mangerebbe verdure crude da un piatto di plastica. – Parliamo di un’ebrea moderata nell’anno 2016, immaginatevi gli ebrei del 60 dopo Cristo! Loro dovrebbero fare comunità, condividere la Cena del Signore con dei pagani?! I nuovi membri di chiesa si stupivano di fronte a tante usanze ebraiche, almeno quanto lo facciamo noi oggi. Non riuscivano a cogliere il significato delle antiche tradizioni perché per la loro fede era importante solo l’amore di Cristo.
Adesso dobbiamo ricordarci anche che all’epoca a Efeso si poteva visitare un grandissimo tempio dedicato alla dea Diana. Questo era un punto d’attrazione per tanti viaggiatori, si potrebbe dire un centro turistico. I pellegrini dovevano mangiare e dormire e tanti cercavano di portare a casa dei souvenir. Così cerano degli artigiani che vivevano producendo dei templi di Diana in miniatura.
E i cristiani? È lecito fare dei soldi con il culto di una divinità pagana? Questa domanda portava a tensioni nella comunità. – Non è tanto diverso da noi oggi. Anche tra di noi sento dire: ciò che faccio per mestiere non mi convince, non mi piace, non è giusto – comunque devo farlo, mi servono i soldi. Anche noi dobbiamo vivere con i problemi quotidiani che non si sono cambiati tanto in 2000 anni.
Anche da noi nelle nostre famiglie con l’albero genealogico evangelico esistono delle tradizioni che non devono cedere. Non sono contraria alle tradizioni. Mi piacciono e ci sono tante tradizioni che seguo, ma so che anche tra di noi ci sono persone alle quali queste usanze non dicono tanto. Persone che non hanno le lacrime negli occhi quando cantano ‘Qual’amico in Cristo abbiamo’ e che non si possono ricordare quanto era bello ai tempi del pastore Tizio, Caio o Sempronio.
Proprio lì inizia Paolo, sapendo benissimo quali emozioni sta toccando. Perché contro il modo in cui qualcuno vive la propria fede, non si può dire niente, c’è un unico punto importante cioè se uno ha una relazione con Gesù Cristo. Per questo Paolo insiste nel dire che anche i pagani, gli stranieri hanno parte a Gesù Cristo. Loro sono membra con noi di un medesimo corpo e con noi partecipi della promessa fatta in Cristo Gesù mediante il vangelo. Eredi con noi, membra con noi, partecipi con noi. Nessuno deve sapere cose speciali per fare parte della famiglia di Cristo. Nessuno deve fare vedere il proprio pedigree, tutti quanti sono benvenuti da parte di Cristo.
Paolo non si faceva molti amici con questa idea. Se arrivano nuovi eredi, si deve dividere l’eredità. Può sorgere del rancore, dell’avarizia o della gelosia. Può scuotere una comunità quando arrivano nuove membra del corpo di Cristo che fanno muovere questo corpo in maniera diversa rispetto a com’era prima. Dobbiamo sempre ricordarci che non siamo noi, ma è solo Cristo che decide chi può fare parte del suo corpo.
Il mistero di Dio non appartiene a noi, ma ci appartiene tramite Gesù Cristo nell’incontro con la sua parola. Non si tratta di una cerimonia oscura o qualche spettacolo, ma solo di Gesù Cristo, come da Paolo quando cavalcava furibondo verso Damasco e incontra Gesù e la buona novella, lì sulla strada. Paolo si fa cambiare dalle parole di Gesù e diventa membro del grande corpo di Cristo.
Questo succede quando arrivano nuove membra al corpo di Cristo. Non le possiamo scegliere, ma è Cristo a sceglierle. E forse sceglierà persone che noi non avremmo scelto. Non spetta a noi fare commenti sulla sua scelta ma solo accogliere con amore ognuno che fa parte del grande corpo di Cristo.
Anche noi possiamo scoprire nuovamente il nostro essere membra del corpo di Cristo, nella chiesa. Possiamo farci rivelare sempre di nuovo il mistero di appartenere a lui e di essere intrecciati con tante altre persone. Possiamo sempre di nuovo meravigliarci del legame con Cristo. Vi auguro in questo anno nuovo e per tutta la nostra vita questa rivelazione del mistero della nostra relazione con Cristo. Amen
Ulrike Jourdan