Sermone: La differenza fondamentale

1 Pietro 4, 7-11

La fine di tutte le cose è vicina; siate dunque moderati e sobri per dedicarvi alla preghiera.

Soprattutto, abbiate amore intenso gli uni per gli altri, perché l’amore copre una gran quantità di peccati.

Siate ospitali gli uni verso gli altri senza mormorare.

Come buoni amministratori della svariata grazia di Dio, ciascuno, secondo il carisma che ha ricevuto, lo metta a servizio degli altri.

Se uno parla, lo faccia come si annunziano gli oracoli di Dio;

se uno compie un servizio, lo faccia come si compie un servizio mediante la forza che Dio fornisce,

affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli.

 

Poco tempo fa ho incontrato una signora con la quale giocavo quand’eravamo bambine.

Ci trovavamo spesso sulla piazza del mio “paesello”, presso la casa comunale, perché mia madre e suo padre lavoravano là.

Io ero la figlia dell’ostetrica condotta e lei era la figlia del sindaco, un uomo austero, di condotta irreprensibile, che interpretava il suo ruolo di servizio alla comunità in ligio stile comunista, in anni in cui nel Veneto bianco, un’amministrazione di sinistra era una rarità.

L’uguaglianza della dignità delle persone era un punto fermo dell’ideologia di questa persona che, negli anni, ha ben meritato il soprannome di “leggendario”.

Costui, che aveva umili origini, nel corso della sua lunga permanenza alla guida del comune, non si è arricchito, non ha cambiato il suo stile di vita, ma ha continuato ad essere ciò che era.

Quand’è morto, da autentico ateo qual era, ha avuto il funerale civile presso la Casa del Lavoratore, sede delle attività dell’allora partito comunista.

I vecchi del nostro paese lo ricordano ancora e non ho mai sentito alcuno parlar male del suo operato.

Io ricordo iniziative per la sanità pubblica all’avanguardia per quel tempo, in cui non esisteva il servizio sanitario nazionale per tutti e non c’erano i consultori.

Insomma, una persona che si è condotta nella vita con solidarietà ed uguaglianza.

Qualcuno potrebbe dire “come un buon cristiano”, ma non è così.

Il passo della lettera di Pietro che abbiamo letto certamente incita al comportamento “fraterno” (abbiate amore intenso gli uni per gli altri ….. siate ospitali senza mormorare ….. mettete il carisma che ognuno ha ricevuto al servizio degli altri ….), ma la parte che giudico fondamentale non è COME FARE, bensì PERCHÉ FARE; in altre parole qual è il motore ed il fine del nostro operato.

Noi siamo cristiani, crediamo in un Signore disconosciuto dagli atei.

E questo è, o almeno dovrebbe essere, un dato fondamentale nella nostra vita, qualcosa che ci distingue da coloro che, pur operando bene, si conducono nella vita con solidarietà, uguaglianza fra gli uomini, senso della giustizia.

Ma allora qual è la differenza?

NESSUNA, nel comportamento, però da credenti dobbiamo tener conto che la nostra visuale, quella che i tedeschi chiamano Weltanschaung, non è e non può essere solo orizzontale.

L’inizio del passo che abbiamo letto incita il credente ad essere moderato e sobrio per dedicarsi alla PREGHIERA, per trarre da Dio la forza per comportarsi fraternamente.

Noi crediamo che i doni che abbiamo ricevuto vengono da Dio, non sono una nostra caratteristica personale.

Noi cristiani sappiamo che quando apriamo bocca lo dobbiamo fare per annunciare le opere di Dio, per glorificare il Suo nome e quello del Suo figlio Gesù Xto.

Insomma ciò che diciamo e ciò che facciamo deve essere detto e fatto a lode del santo nome di Dio.

E qui viene il bello.

Io credo che in una società così laicizzata come la nostra e così debolmente Xtiana nei contenuti, anche noi rischiamo di diventare “timidi” nel dichiarare la nostra fede.

E questo non può essere, perché allora rischieremmo, nella migliore delle ipotesi, di ridurre tutto ad una dimensione orizzontale, nella quale non trovano il posto che meritano la preghiera, la lode, la richiesta di aiuto e forza da parte del nostro Signore.

Per un Xtiano questo posto deve essere trovato, perché, come non inizio la giornata senza lavarmi il viso, così non posso passare la giornata senza trovare spazio per la preghiera, sia essa di lode o di supplica.

In una società come la nostra, in cui il dichiararsi apertamente credenti rischia di farci intendere come “bigotti”, noi, evangelici convinti, dobbiamo vincere le nostre timidezza e proclamare a gran voce che l’inizio e la fine non appartengono all’uomo, ma solo a Dio, quel Dio che noi preghiamo, quel Dio che ci consola e perdona, quel Dio che ci ha riscattato dal peccato per mezzo del suo Figlio Gesù Xto.

Ecco la differenza.

Una differenza fondamentale, che non cambia magari l’effetto delle opere di solidarietà, ma che tiene conto che tutto ciò che diciamo e facciamo, deve essere detto e fatto a lode del Suo Nome.

Credo che dobbiamo fare qualche riflessione in proposito, e valutare qual è realmente la nostra propensione alla preghiera e la nostra forza per annunciare al mondo che siamo seguaci di Xto, non solo tiepidi Xtiani di tradizione, solo perché siamo nati nel mondo occidentale.

AMEN

Liviana Maggiore