Sermone: La forza dello Spirito Santo

Da giovane ho letto un libro che racconta il vangelo di Marco come se tutto fosse successo oggi in Germania. Gesù nasce a Kassel. Giovanni Battista porta una camicia di lino, jeans e un vecchio mantello di pelle. Alla fine Gesù viene assassinato a Berlino.

Da giovane mi ha affascinato molto questo libro, forse soprattutto per il desiderio di essere più vicino a questo vecchio racconto dei vangeli che per me era troppo lontano dalla mia vita quotidiana.

Ve lo chiedete talvolta che cosa sarebbe se Gesù passasse qui da noi a Padova? Che cosa avrebbe da dire? Con chi si incontrerebbe? Chi sono i pubblicani e chi sono i farisei di oggi? Gesù si troverebbe bene nella nostra chiesa? – Forse sono solo dei pensieri un po’ tra le nuvole, ma non è facile rispondere a queste domande. Così come non è facile applicare ciò che leggo nella Bibbia alla mia vita.

Talvolta penso: i discepoli di Gesù stavano meglio. Gesù ha parlato la loro lingua, non si doveva prima tradurre il suo pensiero dall’aramaico al greco all’italiano. Gesù ha anche utilizzato delle immagini che loro conoscevano, sapeva quali sono i loro problemi, viveva nella loro cultura. I primi discepoli erano ancora vicini a Gesù e potevano chiedere quando non era chiara una cosa. Per loro era facile.

Non sarebbe ora che Dio Padre mandi nuovamente qualcuno per rinfrescare il vangelo? Sarebbe una specie di ‘Gesù parte 2’. Per tutti quelli che hanno pensieri del genere, leggiamo il testo biblico della nostra predicazione di oggi.

Leggo dal vangelo di Giovanni 16,5-15

«Ma ora vado a colui che mi ha mandato; e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”  6 Invece, perché vi ho detto queste cose, la tristezza vi ha riempito il cuore.  7 Eppure, io vi dico la verità: è utile per voi che io me ne vada; perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò.  8 Quando sarà venuto, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio.  9 Quanto al peccato, perché non credono in me;  10 quanto alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più;  11 quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato.  12 Ho ancora molte cose da dirvi; ma non sono per ora alla vostra portata;  13 quando però sarà venuto lui, lo Spirito della verità, egli vi guiderà in tutta la verità, perché non parlerà di suo, ma dirà tutto quello che avrà udito, e vi annuncerà le cose a venire.  14 Egli mi glorificherà perché prenderà del mio e ve lo annuncerà.  15 Tutte le cose che ha il Padre, sono mie; per questo ho detto che prenderà del mio e ve lo annuncerà.

La Pentecoste è la nostra festa! A Natale abbiamo festeggiato la venuta di Dio in questo mondo. Il Venerdì Santo abbiamo visto Dio toccarci nella nostra umanità passando per noi persino attraverso la morte, nel punto più basso dell’esistenza umana. A Pasqua abbiamo festeggiato la luce, la risurrezione, la vittoria di Dio sopra la morte. Pentecoste è la nostra festa. Festeggiamo Dio nel nostro mondo. Festeggiamo la presenza di Dio in Italia, a Padova, qui, durante il nostro culto. Nella persona dello Spirito Santo, Dio è così presente da noi oggi come lo era 2000 anni fa nella persona di Gesù Cristo. Lo Spirito Santo non è meno che Gesù solo perché non ha corporalità. Lo Spirito Santo è come Gesù una delle forme del nostro Dio trinitario. Mi pare di aver fatto qualche settimana fa l’esempio delle varie forme dell’elemento chimico H2O. A noi si presenta come ghiaccio, come acqua, come vapore ma è sempre lo stesso, non cambia la sostanza. Così è anche con Dio. In Gesù non era più o meno Dio presente sulla terra di quanto lo sia oggi nello Spirito Santo. È stato all’epoca ugualmente semplice e ugualmente complicato incontrare Dio.

Non tutte le persone che hanno incontrato Gesù erano automaticamente d’accordo con lui. Era duro accettare la sua proposta di vita, incamminarsi insieme con lui e comunque c’erano tante persone che hanno intrapreso questa via. – Oggi è lo stesso. Per tante persone è difficile decidersi per una vita con Dio e comunque ci sono sempre ancora persone che si decidono consapevolmente di intraprendere questa via, di offrire la loro vita a Dio e di farsi incorporare in questo corpo vivente della chiesa. Ogni volta quando come consiglio di chiesa facciamo il colloquio con persone che chiedono l’ammissione nella nostra chiesa gli chiediamo: ma hai capito che questo ti porta soprattutto doveri e pochi vantaggi? Hai capito che questa via che vuoi intraprendere non è solo bella ma anche parecchio faticosa? – E comunque, anche queste due sorelle che hanno chiesto oggi l’ammissione nella nostra chiesa hanno espresso con grande convinzione e gioia il loro sì.

Non è una decisione logica se consideriamo la logica del nostro mondo, per me è invece una decisione guidata dallo Spirito Santo. Lo Spirito Santo cambia le persone, aiuta a non più guardare solo noi stessi ma ad alzare il capo per vedere le persone attorno a noi e per vedere Dio. Ho visto delle persone cambiare radicalmente sotto l’influenza dello Spirito Santo. Forse queste esperienze non le vediamo ogni giorno, ma esistono e fanno fortemente parte della storia della nostra chiesa.

Mi sono ricordata di un uomo che ho conosciuto vent’anni fa quando lavoravo in una casa della nostra chiesa per persone dipendenti da alcool e droghe. Lui era alcolista e non riusciva a liberarsi da questa malattia. Finché era in clinica andava tutto bene ma non riusciva a vivere da solo. Non trovava la forza in sé per affrontare la vita senza l’aiuto dell’alcool. Ho  visto quell’uomo prima e dopo che andasse per la prima volta in una chiesa. Non lo so che cosa gli sia successo lì ma è tornato in pomeriggio ed era un’altra persona. Aveva forza, era fiducioso, aveva speranza e voglia di vivere. – Non apriamo adesso il capitolo su che cosa direbbe uno psicologo sul tema della ricollocazione delle dipendenze. E non voglio neanche dirvi che quest’uomo da quel momento in poi stava sempre solo bene e non avrebbe dovuto più combattere contro il suo passato. Però fino a quando sono rimasta in questa struttura, l’ho visto sereno. È cambiato qualcosa in lui. Lui ha inserito nella sua vita una forza che non ha potuto trovare in se stesso.

Lo Spirito Santo agisce nelle persone che lo lasciano agire. Talvolta sono cambiamenti grandi, spettacolari che cambiano la vita. Talvolta sono presentimenti e indicazioni che egli ci da per la nostra vita. Lo Spirito Santo ci riempie con la vita. In ebraico si chiama la ruach, cioè il vento ed è inteso vento in tutte le sue intensità, partendo da un soffio leggero fino ad una vera tempesta. – Gesù ha promesso che lo Spirito Santo, questo vento vitale, sia con noi quando egli ascende al cielo, e lo chiama il consolatore. Lo Spirito Santo ha due mandati chiari.

Il primo è nei confronti del mondo e di tutti quelli che non conoscono Dio. Lo Spirito Santo deve aprire al mondo gli occhi per il proprio peccato, cioè per la distanza tra il mondo e Dio. Lo Spirito Santo deve però anche aprire gli occhi di fronte alla via d’uscita dal circolo vizioso del peccato e della morte. Cioè deve annunciare Gesù Cristo e il potere della croce. Lo Spirito Santo deve svelare l’incredulità e anche qui vediamo ancora una volta che lo Spirito Santo non può esistere da solo ma è sempre pensato in collegamento con il padre e il figlio. Perché lo Spirito Santo porta verso Gesù Cristo. Lo Spirito Santo vuole portare tutte le persone verso la fede e così su questa strada porta alla vita eterna.

Un secondo mandato dello Spirito Santo è verso la chiesa. Egli è aiutante, insegnate, indicatore, vicario di Cristo. Egli è il consolatore del quale parla Gesù. Lo Spirito Santo deve abilitare la comunità ad andare per la nuova via. Questo richiede però che lasciamo spazio allo Spirito. John Wesley ha parlato dei mezzi della grazia attraverso i quali lo Spirito Santo comunica con noi. Non è una lista precisa, ma ne fanno parte il culto con l’ascolto della predicazione, ma anche lo studio privato di testi biblici e lo studio comune. La Santa Cena e il battesimo. La preghiera privata e comunitaria. Il canto di lode. Ci sarebbero ancora più mezzi attraverso i quali Dio può parlarci. È importante utilizzare questi canali di comunicazione.

Oggi festeggiamo la pentecoste. È una festa che non è facilmente identificabile. Non esiste un albero di pentecoste, non cerchiamo le uova di pentecoste, non ci sono regali e neanche un pranzo speciale. Come si potrebbe riconoscere la pentecoste? – Siete voi il segno della pentecoste! Si può riconoscere l’agire dello Spirito Santo nelle persone che ancora oggi si decidono a seguire la strada della fede e che si incontrano regolarmente per crescere insieme in questa fede e per aiutarsi reciprocamente. Possiamo riconoscere la pentecoste nelle persone che cercano di vivere la loro vita in questa presenza dello Spirito Santo. Questo festeggiamo oggi.

Ci auguro che sentiamo questo vento dello Spirito Santo in mezzo a noi. Talvolta sarà un venticello che ci coccola quando siamo stanchi, talvolta sarà un forte vento che ci spinge ai cambiamenti. Ci auguro che lasciamo agire lo Spirito Santo, questa forza incalcolabile che può cambiare totalmente le persone.

Amen

Ulrike Jourdan