Sermone: LA PREDESTINAZIONE

“Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che ci ha benedetti di ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo. In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui, avendoci predestinati nel suo amore a essere adottati per mezzo di Gesù Cristo come suoi figli, secondo il disegno benevolo della sua volontà, a lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio. In lui abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia, che egli ha riversata abbondantemente su di noi dandoci ogni sorta di sapienza e d’intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo il disegno benevolo che aveva prestabilito dentro di sé, per realizzarlo quando i tempi fossero compiuti. Esso consiste nel raccogliere sotto un solo capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che sono nel cielo, quanto quelle che sono sulla terra. In lui siamo anche stati fatti eredi, essendo stati predestinati secondo il proposito di colui che compie ogni cosa secondo la decisione della propria volontà, per essere a lode della sua gloria; noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo. In lui voi pure, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza, e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione di quelli che Dio si è acquistati a lode della sua gloria.” (Efesini 1,3-14)

Cari fratelli e sorelle, il testo che questa domenica “Un giorno una parola”, il nostro testo di letture bibliche quotidiane, ci propone quale riflessione, come sempre strettamente connesso con le altre due letture bibliche che abbiamo ascoltato in precedenza, riporta per due volte un termine ben noto nel mondo della Riforma: predestinati.

La predestinazione. Questo è quindi quello su cui la Scrittura ci spinge oggi a meditare. Voglio rassicurarvi anzitutto che non intendo spingermi a fare un excursus storico sulla questione né tantomeno gettarmi sul versante delle dispute teologiche che il tema della predestinazione, come ben sapete, ha acceso nel mondo protestante nel corso dei secoli.

Non vi parlerò quindi di Giovanni Calvino, nonostante mi sia particolarmente caro, dato che le sue concezioni mi abbiano spinto verso il mondo protestante. Non vi parlerò neppure dell’idea, cara al calvinismo ortodosso successivo a Calvino, per cui i predestinati si possono riconoscere dal grado di benessere economico raggiunto. E, apro un inciso, come i libri scolastici di storia, sia delle medie che delle superiori, si ostinino invece a dire che questa idea è la base della dottrina calvinista, riducendo la figura di Calvino ad una sorta di procacciatore d’affari che spingeva il popolo cristiano al guadagno per meritarsi il regno dei cieli.

E nemmeno vi parlerò delle dolorose lotte tra Calvinisti e Arminiani in Olanda proprio su questo tema. Anche perché, più che un sermone, cari fratelli e sorelle, ne verrebbe fuori un trattato di teologia o una lezione di storia e non mi sembra decisamente il caso non volendo vedere una fuga in massa di persone che abbandonano questo luogo.

Vorrei invece attenermi esclusivamente al testo biblico. E allora, iniziamo! “In lui ci ha eletti prima della creazione del mondo”. Cosa significa? Eletti, scelti, nominati. Ci ha scelto in lui cioè ci ha chiamati ad essere parte di lui, non semplici seguaci ma un tutt’uno con lui.

E questo fin dall’inizio dei tempi, prima ancora che le cose create esistessero. Quando, per dirla con l’evangelista Giovanni, la Parola, il Verbo, era. Era con Dio ed era Dio. Insomma, Lui ci ha scelto, ci ha chiamato per nome ancor prima che nascessimo, anzi, ancor prima che a qualcuno venisse in mente che potevamo essere concepiti un giorno.

Potenza costruttrice della Parola. E questo perché? Perché l’ha fatto? “Perché fossimo santi e irreprensibili dinanzi a lui” dice la Scrittura. Insomma, per salvarci. Per renderci persone purificate da ogni peccato. Ma come ha fatto? “Per mezzo di Gesù Cristo … secondo il disegno benevolo della sua volontà” prosegue la Scrittura. La sua volontà, si badi bene, non la nostra. “A lode della gloria della sua grazia, che ci ha concessa nel suo amato Figlio”. Per grazia, quella grazia infinita che abbiamo cantato prima, dopo l’annuncio della grazia, del perdono. Concessione della grazia, salvezza, predestinazione. Tutto si collega, tutto si intreccia mirabilmente in Gesù Cristo.

Ma la grazia, fratelli e sorelle, si riceve nella fede. Quindi, anche la fede incontra la predestinazione. Quando? Come? Perché? “E avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo”. Eccolo qui il punto nodale, fondamentale: “avendo creduto in lui”. Io ti salvo, dice il buon Dio, ma tu devi credere in me. Devi aver fede. E cos’è la fede?

Fede = Fiducia. Una fiducia totale, cieca. Ci prendi per la mano, dice un nostro inno. Ecco, fratelli e sorelle, diamo la mano incondizionatamente a Dio. Di lui possiamo sicuramente fidarci. E come possiamo, metaforicamente, dare la mano a Dio? “Bisogna che nasciate di nuovo”. Lo abbiamo appena sentito dall’Evangelo di Giovanni. La nuova nascita. Il Battesimo nello Spirito. “Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito”. Accettiamo Gesù non come complemento, come semplice parte della nostra vita. Dio non ci chiede di fargli spazio, di concedergli un po’ del nostro tempo di persone del XXI secolo sempre di corsa. Dio non deve diventare un appunto nella nostra agenda. Ma orientiamo la nostra vita in Lui. Lui detta la nostra agenda. Costruiamo la nostra vita dentro Dio. L’ho detto infatti all’inizio di questo sermone: “Ci ha scelto in lui cioè ci ha chiamato ad essere parte di lui, non semplici seguaci ma un tutt’uno con lui”.

Ma, tornando nello specifico al tema della predestinazione, qualcuno, come nei tempi andati, potrebbe chiedersi “Ma come faccio a sapere se sarò predestinato alla salvezza o meno? C’è la possibilità di riconoscerlo ora, adesso? Ci salveremo tutti, credenti fiduciosi nel Signore, o solo alcuni?”. La Scrittura, cari fratelli e sorelle, ci viene ancora una volta in aiuto: “In lui abbiamo … il perdono dei peccati secondo le ricchezze della sua grazia … dandoci ogni sorta di sapienza e d’intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo il disegno … che aveva prestabilito dentro di sé, per realizzarlo quando i tempi fossero compiuti”. In poche parole, non preoccupiamoci, non angustiamoci. Non tormentiamoci.

Del resto, come dice l’Epistola ai Romani che abbiamo precedentemente ascoltato “quanto inscrutabili sono i suoi giudizi e ininvestigabili le sue vie!”. “Chi ha conosciuto il pensiero del Signore?” e aggiungo io, chi ha l’ardire di pretendere di farlo? Non spetta a noi cercare di capire il suo pensiero ma soltanto accettare e seguire la Sua parola “perché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose”. E quindi, non dobbiamo fare assolutamente alcuna opera meritoria ma credere, fidarsi come ho già detto prima. Quando i tempi saranno compiuti le promesse di Dio si manterranno e chi lo avrà veramente seguito allora capirà. E cos’è quindi, in conclusione, la predestinazione? È il sigillo dello Spirito Santo di cui parla la Scrittura nelle ultime righe del testo della predicazione odierna: “e avendo creduto in lui, avete ricevuto il sigillo dello Spirito Santo che era stato promesso”. “Pegno della nostra eredità fino alla piena redenzione”.

Possiamo quindi concludere, cari fratelli e sorelle, questa breve riflessione biblica, tornando alle ultime parole del passo tratto dall’Evangelo di Giovanni ascoltato in precedenza: “Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito».

Non preoccupiamoci, l’ho detto prima e lo ripeto ora. Lo Spirito di Dio è su di noi, affidiamoci totalmente a lui e sicuramente riceveremo anche noi il sigillo dello Spirito.

Amen

Daniele Rampazzo