Sermone: PREDICAZIONE DI DOMENICA 12 MAGGIO 2013 (Eccl.: 5,1-2; Lam, 3,25-26; Rom. 8,19-28)

Quando stai davanti a Dio, fai silenzio!

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Nell’Antico Testamento incontriamo abbastanza di frequente la parola che abbiamo ascoltato nella lettura del Salmo 37: quando stai davanti a Dio, fai silenzio!Il silenzio è uno spazio anomalo nella nostra vita. Le nostre giornate sono piene di rumori e piene di parole. Sono fiumi di parole. Nei talk show, nelle conversazioni occasionali per via, sono fiumi di parole belle e brutte, spesso di rabbia, talvolta di ricerca di soluzioni. Quando le abbiamo ascoltate tutte quello che ne resta è un niente. Dentro di noi c’è rumore. Di tante parole che udiamo o che passano dentro di noi e che non è facile fermare ed elaborare perché trovino un senso compiuto; vengono e vanno sull’onda dei nostri stati d’animo. Vengono da tante preoccupazioni, dalla situazione contingente economica che opprime le nostre famiglie o quelle di chi sappiamo in condizione di sofferenza. Vengono dai nostri desideri e dalle nostre aspirazioni, da quello che vorremmo e non possiamo, ma anche dal vanto di qualcosa che abbiamo realizzato. Rumore nella mente generato dalle nostre passioni, dalle sofferenze come dalle speranze. Sappiamo che la preghiera è un rifugio dove ricondurre tutto ciò, ma non è detto che ci riusciamo: anche se la preghiera è entrata nelle nostre consuetudini, non è detto che riusciamo a pregare come si conviene. Abbiamo bisogno di aiuto; abbiamo sempre bisogno di imparare. Tutta la Bibbia invita a pregare. Del resto, non c’è espressione religiosa sulla faccia della terra che non inviti a pregare e detti le proprie ricette. Nel lontanissimo oriente gli oranti affidano la propria preghiera a dei lembi di stoffa colorata e li mettono in lunga fila in un alto luogo isolato: verrà il vento, passerà attraverso i fili del tessuto e raccoglierà le parole di ogni preghiera per porla ai piedi di Dio. Dalle parole antiche del Salmista, che riecheggiano in parecchi altri scritti biblici che questa mattina abbiamo appena accennato, viene un invito severo che è posto come premessa essenziale: quando ti poni davanti a Dio, fai silenzio! Interrompi il monologo in cui rovesci il rumore dei tuoi pensieri e dei tuoi sentimenti. Prima di tutto, fai silenzio! perché sei davanti a colui che ha creato l’universo, sei davanti al Solo talmente altro da te che è Egli stesso parola vivente creatrice, dal cui soffio vitale dipende la tua stessa esistenza. Fai silenzio, e nel silenzio attendi. E’ strano che i discepoli chiedano a Gesù di insegnare loro a pregare. Infatti, per gli ebrei la preghiera era ed è l’elemento di primaria importanza per l’osservanza e la pratica religiosa. Ma davanti alla predicazione di Gesù, così nuova, così diversa, i discepoli si sentono smarriti. Chiedono a Gesù come pregare perché si accorgono di non essere spiritualmente preparati. Come non lo siamo neanche noi. Noi siamo tutti impregnati della vita quotidiana, ed è giusto, oltre che naturale: siamo chiamati a molteplici doveri a seconda di dove siamo posti nei nuclei familiari e sociali, e sappiamo di essere responsabili delle nostre azioni; non sempre siamo ugualmente consapevoli della responsabilità che sta nelle parole che diciamo e che sono lo specchio del reale rapporto che intratteniamo con il nostro prossimo come con Dio: quando ne percepiamo la responsabilità, avviene anche che ne sentiamo tutto il peso. Avremmo bisogno di un metro di misura sicuro al quale riferirci. Ed eccoci al punto di partenza che chiude il cerchio: il metro di misura sta nella nostra capacità di stabilire un vero rapporto con Dio. Ma da soli non ne siamo capaci, abbiamo bisogno di aiuto. Paolo ne ha la piena consapevolezza e ce lo dice chiaramente: abbiamo bisogno che lo Spirito santo venga in nostro soccorso. Esattamente come ne abbiamo bisogno in ogni aspetto del nostro vivere. Per prima cosa lo Spirito ci aiuta a conoscere la nostra debolezza. Anche la nostra difficoltà a fare silenzio. E anche la nostra difficoltà a perseverare. Gesù pregava spesso: per farlo sceglieva un luogo appartato e senza rumori. E invita noi: se vuoi pregare ritirati nella cameretta del tuo cuore dove soltanto il tuo Dio ti vede e ti ascolta. Fai silenzio davanti a Lui, e nel silenzio ascoltalo. In quel silenzio lo Spirito ci aiuta a percepire anche quanto sia incerto lo scopo delle nostre richieste: dalla molteplicità dei nostri bisogni e dei nostri desideri lo Spirito ci aiuta a fare chiarezza e lì, in quella chiarezza, ci aiuta a capire quale sia la volontà di Dio che di gran lunga supera le nostre limitate cronologie e ci indica il progetto di bene e di salvezza che Egli ha già posto nel mondo intero e, soprattutto, dentro la nostra vita. Nel silenzio davanti a Dio, ci arriva la sua Parola. Il vangelo secondo Giovanni ci offre la parola di Gesù molte volte: credo che alcune delle sue parole hanno segnato momenti della nostra vita. In verità, io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, è passato dalla morte alla vita (Giov. 8,24). E, ancora, una promessa di vitale importanza per noi: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi» (Giov. 8,31). E poi, anche, la chiave essenziale e determinante per tutto ciò che fin qui abbiamo detto: Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. (Giov. 4,23). L’amore è l’energia di vita che regge ogni cosa che esiste. Senza amore non siamo che un mucchietto di polvere.Dunque, se anche una sola volta abbiamo percepito l’amore di Dio nella nostra vita, dimoriamo nella sua parola. Lo Spirito ci assisterà a comprenderla, ci insegnerà a cercarla e ad amare. Tutto questo può sembrare un discorso strettamente individuale. Ma non è così. Non c’è niente di solitario nella nostra vita, anche quando avviene che siamo soli: ogni nostro dire e fare ha una ricaduta non solo per le persone che ci circondano, ma per la società intera, per il popolo di cui siamo parte: e ha la sua ricaduta nell’evolversi della storia.Così Gesù insegna ai suoi discepoli a pregare: affinché il nome di Dio sia riconosciuto e rifulga su tutto il mondo, perché il suo Regno di giustizia si compia e la sua volontà di salvezza avvenga per ogni essere, per ogni creatura vivente.Amen.

Sermone a cura della nostra Predicatrice Locale, Febe Cavazzutti Rossi