Sermone: PREDICAZIONE DI DOMENICA 28 LUGLIO 2013 (Mt. 6:19-24; Col. 3:1-15)

NESSUNO PUO’ SERVIRE DUE PADRONI

 

 

Non è possibile servire due padroni contemporaneamente: così dice Gesù. Veramente, nella strade del mondo avviene: fin troppo spesso! Nel corso della storia ci sono sempre stati personaggi pubblici, con responsabilità – non importa se piccole o grandi – che si sono presentati e fatti credere difensori del bene pubblico mentre erano in tutt’altro affaccendati. Per la disgrazia del nostro paese, questo fenomeno ci è fin troppo noto e tanto ne dobbiamo sentire tutti i giorni da esserne profondamente nauseati. Quando poi l’inganno si svela e la realtà sotterranea viene alla luce, quella pratica ha già prodotto mali devastanti e assai difficile è il risanamento. Gesù rivolgeva il suo insegnamento a persone che vivevano in un contesto tutto permeato di religiosità. Non parlava a un mondo di atei. Le sue parole più dure erano rivolte a coloro che la religione e il timore di Dio intendevano impersonare. Anche noi, oggi, ci troviamo in un contesto che è fortemente permeato di religiosità che, audacemente, dice di essere cristiana. Ma la domanda d’obbligo è questa: è possibile essere cristiani a metà? La parola dell’evangelo, le parole del Cristo lo escludono. No, non è possibile. Paolo dice ai Colossesi: voi siete morti. Siete morti in Cristo. Infatti, avendo conosciuto il Cristo e grazie alla fede in lui, i Colossesi avevano rotto nettamente i legami culturali e spirituali con un mondo che aveva una raffinata religiosità. Avevano anche rotto con la mentalità del tempo e del luogo dove vivevano: Colosso, fra il 60 e l’80 d.C., posta in quella che oggi è la Turchia, era una città prevalentemente pagana ma percorsa da molte correnti religiose e filosofiche; era anche assai ricca per i traffici e i commerci che aveva sviluppato. Tutto questo mondo aveva perso di qualsiasi valore ai credenti di Colosso. Adesso la loro vita era diversa, era nuova rispetto al contesto che li circondava. Nei versetti che abbiamo letto Paolo elenca tutto il negativo di cui ci spogliamo e poi dà una piccola descrizione di quello che caratterizza la nuova vita come la indica anche nella lettera ai Galati: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, e autocontrollo. Solo la comunione con lo Spirito santo può produrre questa svolta straordinaria e del tutto immeritata. Da qui viene l’appello: abbiate l’animo alle cose di sopra, non a quelle che sono sulla terra! Resuscitati con Cristo come è possibile proporsi un altro fine se non quello di piacere al Signore facendo la sua volontà? È chiaro: chi porta il nome di cristiano non può più servire due padroni. Chi ha incontrato il Cristo ne ha la vita sconvolta: ora vive un’altra vita che, però, sfugge allo sguardo degli uomini, perché è nascosta con Cristo in Dio. La vita! Questo fenomeno misterioso si manifesta in noi in modi diversi e in diversi gradi:

 

— vita dei sensi, con la quale entriamo nel mondo;

 

— vita dell’intelligenza, che pone principi, deduce conseguenze, penetra cause, crea per mezzo delle idee;

 

— vita dei sentimenti, quella che compenetra e dirige le altre: infatti, cosa sarebbe l’esistenza senza di lei!

 

Superando queste sfere che strutturano il nostro essere, troviamo la vita della fede. Non è distinta dalle altre, anzi: le penetra e dà loro una impronta particolare; dà compiutezza, vorrei dire coronamento. Per mezzo della fede ci è dato di entrare in comunicazione con l’invisibile e con l’inarrivabile. Ci è dato di potere attingere a verità eterne e persino di poter contemplare, attraverso le opere che egli compie in noi e nel mondo, Colui che dal profondo dei cieli ci ama e ci attende. Veniamo sanati dalle frustrazioni inutili e futili, perché possiamo fiduciosamente umiliarci delle nostre colpe e sentirci sollevati e consolati dalla sua mano. Paolo spiega ai credenti che la loro vita è nascosta perché il suo principio è interioree la maggior parte delle sue manifestazioni sono invisibili. Chi può dire i drammi che talora si svolgono nel profondo dell’anima cristiana? Quando assale la prova, quando il dolore ferisce, chi può vedere quali rivoluzioni avvengono talvolta senza che alcuno se ne avveda? Ma ciò che gli uomini immediatamente non vedono è visto da Dio che è appunto il nostro fermento interiore: è nascosto perche lotta con noi e per noi. La vita cristiana è nascosta anche perché non cerca la gloria di questo mondo: non fa niente che non sia alla luce del sole, ma evita i fasti e le manifestazioni esteriori. Resta umile davanti a Dio e davanti agli uomini e, finché è così, è realmente efficace. Ma vi è un’altra ragione ancora: è nascosta perché in questo mondo è solo abbozzata; è una vita in germe, in crescita, è in continuo divenire giorno dopo giorno fino all’ultimo dei giorni. Il credente morto e risuscitato con Cristo, è unito a Dio per mezzo di questa sua nuova vita che circola in noi come una linfa. Ci sono domande che dobbiamo sempre tornare a porci: siamo coscienti di possedere questa vita? E se la possediamo non la lasciamo mai ristagnare? Non ha intermittenze? Nella preghiera, nel nostro vivere quotidiano, torniamo al principio dal quale ci viene la vita: a Dio. Allora essa riprenderà il suo corso in noi verso le rive dell’eternità. Un giorno, questa nostra condizione paradossale di gente la cui vita non ha realtà nel mondo se non nella fede, nella speranza e nell’amore, verrà meno, cesserà – e colui che è la nostra vita non sarà più nascosto in Dio, ma sarà presente in tutti e in tutto. Che il nostro cuore ne provi gratitudine e gioia. AMEN.

 

Sermone a cura della nostra Predicatrice Locale, Febe Cavazzutti Rossi