Sermone: La parola di Dio discerne

Talvolta cerco delle risposte a domande della vita quotidiana e non le trovo né nella Bibbia, né in ciò che hanno scritto e discusso i riformatori.

Ma la domanda rimane e così devo trovare io delle risposte alle domande che non si ponevano né 500 né 2000 anni fa. Non esisteva la possibilità che una qualche guerra, così come è intesa oggi, fosse capace di distruggere tutto il nostro pianeta. Non esistevano le domande riguardo alla salvaguardia del creato e alle energie rinnovabili. Non esisteva l’idea che due donne o due uomini potrebbero amarsi e voler creare una famiglia. Tutti questi pensieri sono nuovi. Li conosciamo noi, ma né i riformatori, né gli autori biblici si sono posti queste domande.

Conosco parecchie persone che mi dicono che fondano tutte le loro decisioni su ciò che gli dice la Bibbia. Vorrei tanto poter fare come loro, avere la certezza di essere dalla parte giusta, vivere esattamente come Dio se lo immagina, ma non mi sembra così facile. Devo scavare a fondo per trovare una risposta che non sia troppo semplicistica. Non posso, o non voglio, appropriarmi di singoli versetti biblici e usarli come risposte a domande che non esistevano quando sono stati scritti. Non è un’impresa facile interpretare la parola di Dio in modo tale da non violentarla, facendo emergere il senso più profondo di queste parole antiche.

Il testo biblico di oggi vuole incoraggiarci a discernerne con precisione per trovare delle risposte vere. Leggo dalla lettera agli ebrei nel quarto capitolo i versetti 12+13

12 Infatti la parola di Dio è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l’anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore. 13 E non v’è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui; ma tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo render conto.

Questi due versetti sono in qualche modo un deterrente e un avvertimento per le chiese e i singoli credenti: di ciò che fate e proclamate dovete anche assumervi la responsabilità davanti a Dio e davanti alla vostra coscienza.

Ci viene detto che davanti a Dio siamo nudi. Non possiamo nascondere qualcosa di fronte a Lui o pensare di illuderlo. Possiamo solo chiedergli di essere con noi nella nostra vita e di aiutarci con lo Spirito Santo a prendere decisioni buone.

È evidente che non basta dire: la parola di Dio è sempre buona e per questo tutto ciò che urta non può essere la volontà di Dio. No, invece la parola di Dio è affilata e divide, talvolta fa male, talvolta porta addirittura a conflitti e può perfino isolare una persona. Non è che ogni conflitto sia automaticamente contro la volontà di Dio. Talvolta dobbiamo litigare, talvolta dobbiamo entrare “in battaglia” proprio per la parola di Dio e la vita delle persone da lui amato.

Vorrei ricordarvi la lotta che portava avanti John Wesley per l’abolizione della schiavitù. La Bibbia accetta la schiavitù come un fatto e raccomanda agli schiavi di rimanere al proprio posto. La tradizione fino a Wesley aveva di fatto accettato senza problemi la schiavitù e, se siamo onesti, la società inglese (e molti altri Stati europei) guadagnavano bene con questo sistema disumano.

Wesley usa invece la ragione e l’esperienza per andare contro la tradizione e addirittura contro singoli versetti biblici. Perché? Proprio perché aveva la ragione e l’esperienza dalla sua parte e soprattutto perché non guardava ai singoli versetti biblici ma al cuore del messaggio biblico.

Come si esprime questo cuore? Gesù ci dice: Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso Luca 10,27 Penso che si potrebbe riassumere tutta la Bibbia in questo concetto dell’amore per Dio e per il prossimo come per se stessi. L’amore è il centro della Bibbia. Per questo Wesley poteva interpretare dei singoli versetti biblici diversamente e lottare contro la schiavitù, anche se la Bibbia la accetta come parte del sistema.

Solo per intenderci: la Parola di Dio non è un vecchio contenitore che possiamo riempire come ci pare. È parola santa, è una parola affilata. Non funziona metterci dentro tutto quello che ci piace. Non è sempre una parola buona che ci mette la coscienza a posto, che ci rassicura sul fatto che tutto quello che facciamo va bene! La parola di Dio mi mette davanti a delle decisioni che devono essere prese. Decisioni che devo poi abbracciare pienamente in coscienza e davanti a Dio.

La parola di Dio è viva e ci tiene vivi, tiene la nostra fede viva. Perché chi crede in questo modo non è messo sotto una legge che viene dall’alto. Infatti è molto più semplice vivere la propria fede quando c’è qualcuno che dice chiaramente che cosa si debba pensare. È anche facile prendere il testo biblico parola per parola senza fare la fatica di interpretarlo. Entrare però nel profondo della volontà di Dio, non è semplice.

Il nostro testo ha un sottotono minaccioso, proprio questa spada a doppio taglio che divide. Potrebbe farci paura questa spada, un simbolo che ci ricorda che molte persone in tutti i tempi hanno cercato di colpirsi a vicenda, anche nel nome di Dio. Mi fa paura pensare a dei cristiani che cercano di sterminare tutto ciò che non è cristiano, così come mi fanno paura tutti i fanatici che vogliono accettare solo il proprio punto di vista.

Ma non penso che la lettera agli Ebrei volesse incitare alla violenza. Senz’altro l’autore è consapevole del problema della violenza, soprattutto, all’epoca, contro i cristiani; e direi che è anche consapevole dell’inclinazione umana a risolvere i problemi usando la violenza. Ma qui viene usata un’immagine. E come ogni immagine si deve interpretare anche quella della spada a doppio taglio.

La parola di Dio ha questa capacità di mettere le persone davanti a delle decisioni. La parola di Dio discerne, ci fa ascoltare, riflettere, esaminare e decidere su come sia possibile tradurla nel nostro quotidiano. Ricordatevi del versetto di questa settimana: Oggi, se udite la sua voce, non indurite i vostri cuori. La parola è contemporaneamente viva e potente. Questo ci vuole dire l’immagine della spada.

Si tratta anche di come io mi vedo. Come io mi pongo davanti alla parola di Dio. Da che cosa mi faccio sfidare o mi lascio disturbare. Davanti alla parola di Dio devo essere disposto a mettere in questione la mia comodità e i miei obiettivi. E talvolta devo essere pronta ad accettare conseguenze che fanno male, che fanno male anche e proprio a me.

Così è anche nella vita. Talvolta una separazione è indispensabile anche se fa male e se nessuno la vuole veramente. Così è anche nella vita di fede. Talvolta devo prendere delle decisioni, devo lasciare dietro di me delle opinioni vecchie e amate. La parola di Cristo chiede una decisione.

Tante risposte nella mia vita si formano sulla base delle esperienze quotidiane. C’è da un lato la teoria, la riflessione sui temi etici e dall’altro la prassi quotidiana. Tutte e due servono. John Wesley suggeriva di prendere delle decisioni utilizzando il quadrilatero di Bibbia, Tradizione, Esperienza e Ragione. Se la Bibbia e la Tradizione non possono dirci niente perché non conoscevano la domanda alla quale cerchiamo una risposta rimangono l’Esperienza e la Ragione. Servono tutte e due: la testa e la pancia. Serve tutto il nostro essere per trovare delle risposte buone.

Così ci succede anche quando cerchiamo di educare i bambini. Ho a casa tantissimi libri su temi pedagogici. Avevo i libri già prima che i miei bambini nascessero e penso che faccia bene prepararsi ad una sfida come quella educativa. Il punto è che i libri ti dicono una cosa e il tuo bambino sarà sicuramente diverso. È necessario reagire secondo ciò che la pancia mi dice in quel momento, ma questo può funzionare bene solo quando la testa ha lavorato in anticipo. – Un bambino ci sfida ogni volta di nuovo. I mei mi sfidano sicuramente e talvolta arriva la sera e mi chiedo se ho fatto bene o se ho sbagliato. Anche questo è importante: devo prendere delle decisioni quando è necessario, ma non devo sempre decidermi allo stesso modo. Posso anche riflettere e decidere di prendere la prossima volta un’altra decisione – è concesso.

Spero che queste riflessioni sulla parola di Dio v’invoglino a prendere il testo antico nelle vostre mani. Questa parola tagliente può raschiare via delle vecchie croste della nostra fede e far venire fuori qualcosa di nuovo. Basta rischiare. Amen

Ulrike Jourdan