Sermone: PREDICAZIONE DI DOMENICA 15 GIUGNO 2014

Predicazione a cura della Pastora Ulrike Jourdan. Attualmente in congedo, la sorella Ulrike sarà, dal 15 Novembre, la pastora della nostra comunità. Questo è la sua prima predicazione nella nostra Chiesa.

 

Giovanni 3,1-8 – Nicodemo

Giovanni 3; 1-8 Nicodemo

Talvolta ci viene da dire: Mi sento rinato! – Forse dopo un periodo di esami o di pressione sul lavoro, si finisce una fase e si può respirare nuovamente. O dopo una malattia sconfitta, ci si sente come ad un nuovo inizio di vita. O in seguito ad un bisticcio personale, dopo anni di liti, problemi e incomprensioni; finisce il periodo di stress, posso respirare di nuovo e mi sento rinato, mi sento come nato di nuovo. 

Anche Gesù parla di una nuova nascita che ogni cristiano dovrebbe sperimentare. E già adesso vi anticipo che anche all’epoca in cui Gesù parlava era altrettanto difficile da capire quanto per noi oggi. Che cosa vuol dire Gesù quando parla di una nuova nascita? Sentiamo il racconto della visita di Nicodemo a Gesù. Giovanni 3,1-8

C’era tra i farisei un uomo chiamato Nicodemo, uno dei capi dei Giudei.  2 Egli venne di notte da Gesù, e gli disse: «Rabbì, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi miracoli che tu fai, se Dio non è con lui».  3 Gesù gli rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio».  4 Nicodemo gli disse: «Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?»  5 Gesù rispose: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio.  6 Quello che è nato dalla carne, è carne; e quello che è nato dallo Spirito, è spirito.  7 Non ti meravigliare se ti ho detto: “Bisogna che nasciate di nuovo”.  8 Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito».

Una delle mie “grandi” scoperte personali durante gli anni di studio è stata quella relativa al ruolo dei farisei nel vangelo. Nella Scuola domenicale avevo sentito parlare in modo talmente dispregiativo dei farisei, che per me erano finiti nella scatola dei cattivi. Ci è voluto un bel po’ per comprendere che questa gente non era malvagia di per sé, anzi erano persone molto simile a me, a noi oggi. Persone che cercavano intensamente il confronto con Dio e la sua parola, persone che volevano sapere di più e non seguivano semplicemente il primo che passava. Persone serie, che cercavano di difendere la comunità dalle eresie, ma anche persone che cercavano di crescere sempre di più nell’insegnamento di Dio. Quasi quasi potremmo essere contenti se qualcuno dicesse queste cose di noi oggi. – Vi siete mai chiesti che cosa pensa la gente qui in città di voi? Come descrivono questa comunità, se la conoscono? Diranno anche che i metodisti di Padova sono persone che cercano di crescere sempre di più nell’insegnamento di Dio? Diranno che questa chiesa è un posto serio dove si cerca di difendere l’insegnamento biblico da certe eresie? Diranno che qui uno si può davvero confrontare con la parola di Dio? – Non lo so se è così. Lo spero e ne sarei fiera se questi attributi farisaici fossero dati anche a questa comunità.

Uno del gruppo dei farisei, membro del sinedrio, cioè uno dei capi, voleva sapere ancora di più di ciò che era concesso dire nel tempio. Per questo si reca di notte da quell’uomo strano e particolare, di cui non si è ancora capito bene se sia un profeta di Dio o un rivoluzionario politico o semplicemente un visionario religioso. 

È difficile scegliere a chi affidarsi nell’insegnamento. Nella mia ultima chiesa in Germania era molto diffuso che la gente andasse a sentire altri pastori di altre chiese. Erano offerti dei week-end in diversi centri ecclesiastici della zona con un programma mirato ai giovani, alle donne, agli anziani o su temi specifici. Mi ricordo bene che questo era un vantaggio per la comunità, perché le persone, quando ritornavano, avevano nuovi stimoli e nuove idee per il nostro lavoro o potevano raccontare di profondi studi biblici che avevano fatto; ma talvolta era anche difficile affrontare e “coordinare” le loro scoperte. Ricordo bene di un gruppo che andava da un pastore-profeta evangelico che insegnava la preghiera udita, cioè la preghiera che non parla a Dio ma che ascolta che cosa Dio ha da dire a noi, alla nostra comunità e società. Ho conosciuto quel pastore-profeta, era una persona seria e non potevo lamentarmi di ciò che diceva, ma già il tema in sé creava parecchio scompiglio nella comunità e ci portava molti problemi. – Ciò che voglio sottolineare è che si può ben capire che i capi degli ebrei erano sospettosi nei confronti di Gesù. Li capisco, non li giustifico, ma capisco che volessero proteggere il popolo da qualcuno che non riuscivano ad inquadrare bene.

Nicodemo invece vuole sapere di più. Non lo può fare apertamente, così va a parlare di notte con Gesù e gli dice: «Rabbì, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio; perché nessuno può fare questi miracoli che tu fai, se Dio non è con lui».  

Noi lo sappiamo, dice Nicodemo. Allora non è solo lui che è interessato all’insegnamento di Gesù. Ci sono più curiosi tra i farisei che hanno però mandato avanti Nicodemo. Riconoscono i miracoli come opera divina, riconoscono che Gesù sia un gran dottore –  e io aggiungo: ma niente di più.

Incontro tante persone che affermano di credere in Dio sì, ma non in quel Dio della chiesa. Riconoscono che c’è una realtà divina ma la chiesa rimane un ambito opaco, sospetto. Cercano di incontrare Dio nei boschi o nella meditazione, fanno esperimenti con delle prassi buddhiste o esoteriche, ma c’è sempre lo stesso tenore: Dio sì, ma non il Dio della chiesa. 

La cosa più strana, però, è che addirittura nelle nostre chiese ci sono persone che la pensano un po’ in questo modo. Persone che riconoscono la chiesa come un luogo importante, al cui interno si trovano individui che s’investono per i diritti e il bene di tutti, che combattono insieme per la libertà religiosa e l’accoglienza di tutti, ma loro stessi sono rimasti sul livello di Nicodemo che dice a Gesù: Sei un dottore. 

Non funziona questo pensiero. Gesù afferma chiaramente e in più occasioni di essere il figlio di Dio, cioè molto più di un profeta o di un dottore. Diceva per esempio(Giovanni 14,6)  «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.” Chi dice qualcosa del genere di se stesso, o è un pazzo scatenato o è davvero il figlio di Dio. Ma non può essere solo un grande dottore; questa possibilità non esiste.

Gesù risponde a Nicodemo: «In verità, in verità ti dico che se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio». 

Che cosa ci dice quest’affermazione? Che cosa centra la nuova nascita? Nicodemo si interroga proprio su questi aspetti e chiede per capire meglio: «Come può un uomo nascere quando è già vecchio? Può egli entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e nascere?» Vediamo di intenderci: Nicodemo era un uomo molto intelligente. Non dobbiamo pensare che faccia delle domande banali. Piuttosto usa una tecnica rabbinica di portare all’assurdo il pensiero per arrivare ad una nuova conclusione. Quindi: che cos’è questa nuova nascita, ed è possibile anche per persone adulte? Nicodemo parla di un uomo vecchio, io direi qualcuno che ha già la propria visione del mondo, i propri pensieri e una propria struttura di vita. È possibile cambiare e ricominciare da capo? È perché Gesù insiste su questo tema della nuova nascita con una persona che, come abbiamo detto, è un po’ come noi? Una persona per bene che già s’interessa a Dio e alle Sacre scritture; una persona che già fa una vita rispettosa dei comandamenti di Dio. Che cosa si dovrebbe ancora cambiare in questa persona?

Gesù risponde: In verità, in verità ti dico che se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio.  Nascere di acqua e di Spirito. Parliamo di diverse nascite. Quella di cui non parliamo è la nascita naturale: quella è data per scontata. Gesù nomina la nascita d’acqua. Pensiamo all’acqua battesimale. L’acqua che lava via la separazione da Dio. Per gli adulti, e Gesù pensa fondamentalmente ad adulti, questo battesimo include anche una confessione personale di fiducia in Dio. Potremmo dire che questo è, più o meno, il livello a cui Nicodemo è arrivato. Ma Gesù aggiunge anche la componente della nascita di Spirito. – Serve anche un’apertura alla forma vitale di Dio, così come serviva agli apostoli, dopo l’ascensione di Gesù, attendere che scendesse su di loro lo Spirito Santo per strapparli dai timori e dalle paure, lo Spirito che li accompagnava in tutto il mondo ad annunciare la buona notizia.

Dio non è solo il creatore del cielo e della terra. Dio non è solo il salvatore Gesù Cristo. Dio è anche questo Spirito che spesso viene raffigurato come vento, tempesta o soffio leggero. È necessario aprirsi alla realtà trasformativa di Dio per entrare nel regno di Dio. Non basta accettare un Dio che è lontano da me. Non vale studiare le Sacre scritture se non mi lascio toccare da ciò che leggo. Non serve adorare Dio se non gli do uno spazio nella mia vita. Non vedrò niente del regno di Dio, e intendo il suo regno su questa terra, se non lo lascio agire. 

Questo fa parte della grande critica che tante chiese pentecostali ci fanno. Dicono che noi chiese storiche crediamo in Dio, ma in un Dio addomesticato, in un Dio che sembra non agire per davvero. – Non darò mai ragione ad una critica del genere, ma mi faccio interrogare e mi chiedo se potrebbe essere vero che diamo poco spazio a ciò che Dio vuole trasformare in noi e se davvero diamo poco ascolto al piano che Dio ha per noi personalmente e per noi come comunità. 

Gesù dice: “Bisogna che nasciate di nuovo”. Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai né da dove viene né dove va; così è di chiunque è nato dallo Spirito».

Lo Spirito Santo è come il vento. Soffia o tace, talvolta è rumoroso e fastidioso, talvolta e soave e rinfrescante, ma non può essere trattenuto. Chi cerca di addomesticarlo non lo sente più. 

Vorrei invitarvi oggi a dare nuovamente spazio all’agire vitale di Dio. Quando il padre della nostra chiesa, John Wesley, andava la mattina alle cinque davanti alla miniere di Kingsbridge a predicare il vangelo non era la sua capacità retorica che faceva fermare i lavoratori, ma era lo Spirito Santo che apriva i loro cuori. E quando lo stesso Wesley predicava contro la schiavitù, in Inghilterra un paese che aveva sempre sostenuto il commercio degli schiavi, sembrava un sogno, ma lo Spirito Santo ha aperto le porte giuste fino all’abolizione di questa prassi orrenda. E tante singole persone singole sono state cambiate, hanno smesso di abusare l’alcool e di perdere i loro pochi soldi al gioco d’azzardo; sono stati trasformati dallo Spirito Santo. Addirittura i libri di storia, quelli scritti non da storici della chiesa, affermano che l’Inghilterra non è la stessa prima e dopo la svolta metodista. – Non erano le persone che potevano fare questo, e chi conosce un po’ della biografia di John Wesley sa che quest’uomo aveva anche tanti lati difficili; non sono state le persone che hanno cambiato un intero paese, ma lo Spirito vitale di Dio. Ma queste persone gli hanno dato le loro voci, i loro piedi, le loro mani. Questo è il risultato di una nuova nascita. Di questo parla Gesù quando dice a Nicodemo se uno non è nato di nuovo non può vedere il regno di Dio. Lasciamo che Gesù dica queste parole anche a noi. 

Amen