Sermone: Rialzatevi, levate il capo!
Che cosa succede nel nostro mondo? Qui in Italia sembra che la crisi economica non voglia più finire. Le sicurezze che c’erano una volta non esistono più. Mi capita di incontrare parecchie persone più anziane che mi raccontano di aver lavorato per tutta la vita in una ditta, oggi questo è per la maggior parte dei lavoratori un sogno. Oggi succede piuttosto che qualcuno abbia fatto degli ottimi studi di psicologia, filosofia, archeologia e poi lavora nel call-center della Wind o al banco di Mc Donald. C’è da disperarsi!
Ma cerchiamo anche un attimo di pensare alle persone fuori dal nostro paese. Siamo in un periodo segnato da fortissime persecuzioni contro i cristiani, ma siamo così concentrati su noi stessi che spesso non ci rendiamo neanche conto di che cosa succede in altri paesi in nome della fede. Nella Corea del Nord i cristiani vengono portati in campi di concentramento. In Somalia sappiamo che delle donne cristiane sono state stuprate e poi uccise a causa della loro fede. Dalla Siria il metropolita ortodosso scrive: ‘È il più grande massacro di cristiani che stiamo vivendo nella nostra storia. Abbiamo chiamato il mondo per ricevere aiuto, ma nessuno ci ha sentito. Dov’è la coscienza cristiana? Dov’è un comportamento umano? Dove sono i miei fratelli?‘
Potrei andare oltre con questi esempi, ma mi fermo qui. Tante persone vivono in ansia. Tanti si chiedono che cosa porterà il futuro. Tanti hanno l’impressione di non avere più la propria vita nelle loro mani. Considerando questo sfondo vogliamo ascoltare adesso il testo biblico previsto per oggi dal vangelo di Luca, 21,25-33
25 Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle; sulla terra, angoscia delle nazioni, spaventate dal rimbombo del mare e delle onde; 26 gli uomini verranno meno per la paurosa attesa di quello che starà per accadere al mondo; poiché le potenze dei cieli saranno scrollate. 27 Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole con potenza e gloria grande. 28 Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina». 29 Disse loro una parabola: «Guardate il fico e tutti gli alberi; 30 quando cominciano a germogliare, voi, guardando, riconoscete da voi stessi che l’estate è ormai vicina. 31 Così anche voi, quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. 32 In verità vi dico che questa generazione non passerà prima che tutte queste cose siano avvenute. 33 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Le persone che hanno trovato speranza in queste parole di Luca erano insicure e in ansia tanto quanto noi lo siamo oggi. Anche loro non sapevano che cosa avrebbe portato il futuro o che cosa venisse loro incontro. Ma hanno interpretato i segni della perturbazione e dello sconvolgimento in modo tale da poter sperare. In che cosa consisteva questa speranza? Avevano la speranza che in tutta questa paura e mancanza di vie d’uscita venisse loro incontro Dio stesso. Così hanno interpretato i segni dei tempi. Dicevano: tutto ciò che vediamo ci dice che il regno di Dio è vicino. Gesú Cristo ci viene incontro. Non Gesù il bambinetto nel presepe, ma Gesù il re del cielo e della terra che torna in gloria. Non dura più a lungo, lui prenderà in mano la situazione e noi saremo salvi. Rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina! – E poi la frase finale: Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. Questo è vero fino ad oggi. Le parole di Dio non sono passate, le abbiamo sempre con noi. Questo è il nostro grande tesoro: la possibilità di trovare in queste parole antiche la volontà di Dio per noi oggi. Ci possiamo accostare a queste parole in ogni momento, non c’è nessuno che ci vieta di aprire questo libro e di ascoltare che cosa Dio ha da dirci. – Vi ricordo solo brevemente che questo è profondamente evangelico. Lutero ha dato la Bibbia in mano al popolo. Quando dicevo queste cose in Germania, nessuno, né cattolico né evangelico, coglieva quale sarebbe la novità. Forse voi mi potete capire meglio. A Vicenza c’è una libreria evangelica e il libraio che la gestisce mi raccontava che una volta aveva venduto una Bibbia a una signora anziana che l’aveva riportata la settimana successiva dicendo che il suo parroco avrebbe detto che sarebbe meglio non leggerla. Mi rendo conto che questa sia un’eccezione. Ma finché succedono queste eccezioni, sono grata che Lutero ha combattuto per darmi la parola di Dio in mano. Così posso confrontarmi io direttamente con Dio, così posso trovare speranza per la mia vita di oggi in queste parole antiche. Anche noi, in tutte le nostre insicurezze, con tutte le nostre paure grandi e piccole, possiamo fare ciò che ci dice il testo biblico: Possiamo alzare la nostra testa e credere che la nostra redenzione si avvicina.
Talvolta possiamo vedere motivi di speranza quando le persone non si arrendono, non accettano che tutto debba rimanere così com’è, ma iniziano a cambiare qualcosa. Chi sa, forse è davvero possibile un altro mondo. Forse si possono ancora fermare i cambiamenti climatici, forse è possibile trovare le vie di un’economia meno barbara, più umana. Forse, non lo sappiamo, ma forse c’è una chance per il nostro mondo.
Come possiamo alzare la nostro testa in questa insicurezza? Come possiamo credere nella liberazione? La maggior parte delle persone – me compresa – si sente impotente davanti a questioni di politica globale, anche se viviamo in una democrazia che dovrebbe darci la possibilità di coinvolgimento tramite le elezioni. Possiamo farci buttare giù da queste cose, possiamo chinare il capo e andare in depressione, possiamo guardare in basso e pensare: comunque sono sempre io che perdo alla fine.
O possiamo accettare l’esortazione del testo biblico e levare il capo per guardare in avanti. – Che cosa vediamo se alziamo la testa? Provatelo. Che cosa vedete? Il tavolo della Santa Cena, dove Gesù ci viene incontro nel pane e nel vino. – la Bibbia, dove possiamo incontrare Dio nella sua parola – l’organo che ci fa incontrare Dio negli inni, soprattutto negli inni di lode. La lode ci porta in su, ci fa alzare, ci fa vedere oltre i nostri problemi.
E se levate il capo e lo girate un pochino a sinistra o destra. Chi vedete? Il vostro vicino, la vostra vicina di banco. Il testo biblico ci dice: Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole con potenza e gloria grande. Se prendiamo sul serio che Cristo vive in noi si dovrebbe vedere qualcosa di questa gloria anche in noi cristiani. Non intendo che vediamo i nostri fratelli, le nostre sorelle galleggiare su una nuvola, ma forse riusciamo a vedere qualcosa della luce di Cristo nei loro occhi. Forse riusciamo a vedere un raggio di Cristo che ci viene incontro anche nella fratellanza qui in chiesa.
In tutte le insicurezze che viviamo, possiamo però fidarci di certe persone e questo dà più sicurezza di ogni conto in banca. Fino a quando esiste ancora qualcuno che ci vuole aiutare, che ci vede come membro di una famiglia cristiana, non dobbiamo temere il futuro. Le relazioni umane sono spesso ciò che ci toglie dalla paura e riesce a mettere una luce nella quotidianità buia.
E se alziamo lo sguardo, che cosa ci viene incontro? Ci sarà qualcuno che preferirebbe abbassare subito di nuovo la testa. Posso capirlo. Talvolta preferiamo non pensare al futuro, non alla vecchiaia, alla debolezza, alla dipendenza da altri. – Questo sguardo è solo metà della verità. Tutta la verità è però che anche quando il corpo diventa debole esistono ancora dei compiti importanti. – Nella mia ultima chiesa c’era una signora anziana che spendeva ore e ore della settimana per la preghiera. Era talmente insistente nelle sue preghiere che si diceva: quando Else si mette a pregare, Dio non può fare altrimenti che concedere ciò che chiede. È importante avere queste persone che sostengono la vita della chiesa in preghiera.
È anche importante avere qualcuno che è in grado di raccontare le esperienze fatte nella vita. È uno dei doni più preziosi che possiamo fare alle giovani generazioni. Sono in tanti a credere che ciò che si vede in tv sarebbe la vita “vera”. Chi ha vissuto questa vita sa bene che non è così. Spesso ci illudiamo, viviamo in un mondo di favole e non ce ne rendiamo neanche conto.
E un ultimo dono della vecchiaia che spesso sottovalutiamo è il tempo. Chi ha oggi ancora del tempo? Tra quelli che lavorano ho l’impressione nessuno. Siamo tutti quanti sovraccaricati, non riusciamo a prenderci del tempo né per la famiglia né per gli amici, figuratevi per la chiesa. Chi è anziano ha questo tempo. Chi non è più in grado di muoversi fuori dalla sua casa può essere lì reperibile per altri. Forse non può più uscire per incontrare altre persone, ma ha tanto tempo per telefonare e chiedere e tenere i contatti. Questo è un grandissimo dono.
Ancora una volta la domanda: Che cosa ci viene incontro? Tragedie, insicurezze, la vecchiaia. Sì, ma anche Cristo il re della gloria ci viene incontro per cambiare questo mondo. Questo è la nostra speranza che non riusciamo a giustificare scientificamente o razionalmente, ma che possiamo accogliere nelle parole bibliche e nelle esperienze che uomini e donne hanno fatto con Dio. Così possiamo vedere che non siamo destinati a passare quanto lo è il nostro corpo. Noi apparteniamo a Cristo il vivente, e per questa ragione vivremmo anche noi. Per questo: Rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina!
Amen