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Culto di Natale
/in In ascolto/da Daniela Santoro25 dicembre, ore 9.55 – Rai3
In diretta Eurovisione dalla Chiesa Evangelica Riformata di Poschiavo nei Grigioni in Svizzera
In occasione del Natale, i protestanti della Val Poschiavo, nei Grigioni, invitano a celebrare la nascita di Cristo con un occhio particolare rivolto ai drammi della guerra e della migrazione. La predicazione è a cura del pastore Paolo Tognina, il culto sarà accompagnato dal Coro Misto Poschiavino, diretto dal maestro Valter Mazzoni. All’organo, Moreno Pozzi e Matteo Piricò. Intervengono: Diana Compagnoni ‘flauto traverso’, Davide Jenni ‘flauto dolce’, Fabiano Raselli ‘clarinetto’, Gian Alessio Zanetti ‘fisarmonica’, Ismaele Beti ‘e-piano’, Giacomo Beti ‘violoncello’, Jonathan Walther ‘violino’In diretta Eurovisione dalla Chiesa Evangelica Riformata di Poschiavo nei Grigioni in Svizzera
Prodotto dalla TRSI, a cura di Protestantesimo
In studio: Claudio Paravati, il pastore valdese Eric Noffke e Jennifer Mensah
Culto di Natale – RAIDUE
/in News/da Daniela SantoroCulto di Natale: sabato 25 dicembre, ore 10.00 – Raidue
In eurovisione dalla Chiesa Riformata di Martigny – Svizzera
a cura della rubrica Protestantesimo

«Che quest’anno di tristezza possa produrre speranza»
/0 Commenti/in In dialogo/da Daniela SantoroMessaggio di Natale del Segretario generale del Consiglio Ecumenico delle Chiese
L’angelo disse loro: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà:
“Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore. (Luca 2,10-11)
«Il bambino nella mangiatoia, nella sua vulnerabilità, è un’immagine di fragile speranza, l’inizio di una nuova storia che culminerà nel dono della vita e della salvezza attraverso la morte e risurrezione di Gesù Cristo.
Ci sono state e ci sono oggi tante ragioni per avere paura e per vivere nella disperazione. Nei giorni più difficili della storia, i cristiani hanno ripetutamente trovato consolazione e speranza nella buona notizia di Gesù Cristo che inizia con la nascita del Salvatore a Betlemme. Le celebrazioni del Natale nelle chiese e nelle famiglie quest’anno saranno temperate dall’allontanamento fisico e da altre restrizioni portate dalla nostra preoccupazione di proteggerci a vicenda dal coronavirus.
Le persone piangeranno per i tanti morti in tutto il mondo ed esprimeranno la loro gratitudine per coloro che si prendono cura dei malati con grande dedizione e coraggio. La pandemia ha lacerato ovunque il tessuto sociale, provocando una disoccupazione massiccia e persino carestia, lacerando i nostri legami gli uni con gli altri, rivelando ed esacerbando le disuguaglianze, provocando scompiglio e dissenso e minacciando le istituzioni di buon governo.
Allo stesso tempo, la violenza e la guerra continuano, distruggendo i mezzi di sussistenza delle persone con un numero crescente di rifugiati e migranti e uccidendo così tanti uomini, donne e bambini. Anche in queste circostanze, tuttavia, c’è un suono di angeli nell’aria, che proclamano la nascita di Cristo con grande gioia. Come cristiani, intravediamo in questo singolare evento, la nascita del bambino Gesù in un villaggio desolato ai margini dell’impero romano, i fragili inizi della nostra stessa redenzione. Come persone di fede, sappiamo che nell’incarnazione del Signore, Dio, il Creatore e Sostenitore di tutta la vita, si avvicina a noi, ci ama con compassione, ci libera e ci accompagna.
Come persone di speranza, intravediamo la nascita del “sì” di Gesù Dio alla vita, e la nascita di nuove possibilità, una nuova vita che trionfa sulla morte e sulla disperazione. L’incarnazione è il “sì” decisivo di Dio all’umanità e alla creazione. Nell’incarnazione, Dio si prende cura di noi e ci eleva, rinuncia a sé stesso per identificarsi con noi, diventa umano per renderci simili a Lui per grazia. Questa visione è abbracciata dal tema della prossima assemblea del Consiglio ecumenico delle chiese a Karlsruhe, in Germania: «L’amore di Cristo muove il mondo verso la riconciliazione e l’unità».
Incoraggiato e guidato da questa visione dell’Incarnazione di Cristo, prego per le persone e per la guida delle nostre chiese membro e per tutte le persone con cui condividiamo questo pianeta affinché la paura ceda il posto alla gioia e che quest’anno di tristezza, solitudine e sofferenza possa produrre speranza, coraggio e servizio amorevole per la causa della giustizia e della pace. In un mondo di dolore e di morte, l’evento del Natale ci permette di trovare consolazione, alzare il capo nella speranza e intravedere con profonda fede il trionfo della vita e dell’amore nella nascita di Gesù. Questa è una buona notizia di grande gioia per tutte le persone. E così, nonostante tutto, insieme agli angeli cantiamo attraverso i nostri canti tradizionali: “Gloria a Dio nell’alto dei cieli, e pace sulla terra agli uomini che egli ama” (Luca 2:14)».
Rev. Prof. Dr Ioan Sauca
Segretario Generale
Consiglio Ecumenico delle Chiese
Perché non celebreremo il culto a Natale – Messaggio delle chiese metodiste di Bassano del Grappa, Padova e Vicenza
/in News/da Daniela SantoroLe recenti disposizioni del governo per contenere la diffusione del Coronavirus permettono alle chiese di celebrare i riti, pur con la massima precauzione possibile, ma…
… ma riteniamo che l’affermazione dell’apostolo Paolo “Ogni cosa mi è lecita, ma non ogni cosa è utile” (I Lettera ai Corinzi 6, 12) ci inviti a fare non ciò che la legge consente, ma ciò che dà testimonianza della libertà ricevuta in Cristo; libertà che è anche libertà di NON fare.
… ma vogliamo fare la nostra parte con responsabilità anche quando ci costa, perché perdere occasioni d’incontro fra fratelli e sorelle è sempre doloroso. Pur con tutte le precauzioni possibili il rischio zero non esiste e non vogliamo contribuire ad accrescere tale rischio invitando le persone a uscire.
… ma siamo certi che potremo essere più soli, ma abbandonati mai! Il Signore ci accompagna in ogni caso e ci fa sentire la sua presenza. La comunione con le sorelle e i fratelli non si spezza solo perché non possiamo vederci. Viviamo questi momenti difficili nella speranza del gioioso incontro che, abbiamo fiducia, ci attende.
Per questo le chiese metodiste di Bassano del Grappa, Padova e Vicenza hanno sospeso i culti, compreso quello di Natale, e le attività in presenza.
Che il Signore ci dia di vivere il messaggio del Figlio che viene a Betlemme come un messaggio di luce che illumina il buio e dissipa le tenebre.
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