Sermone: Figli della luce

Kreuz im LichtImmaginatevi una domenica pomeriggio. Suona il telefono, chiamata del vostro capo. Si scusa di chiamare nel tempo libero ma dice: «Cara signora, caro signore, lei fa un lavoro proprio buono, è affidabile, abbiamo deciso di darle la responsabilità per la sede di Padova. Chiaramente questo vuol dire per Lei più lavoro, ma anche uno stipendio maggiore. Volevo solo dirglielo già oggi così che Lei si possa preparare per domani. Ancora buon pomeriggio. A presto.»

Come sarà andata oltre questa domenica pomeriggio? È bello quando ti viene detto che fai un buon lavoro. Siamo tutti fieri di sentire parole di stima. Forse sarebbe il giusto momento per stappare una bottiglia di spumante, per festeggiare insieme con la famiglia.

Forse vengono anche altri pensieri. Più responsabilità vuol spesso dire più tempo che dev’essere investito. Maggiore fatica, meno tempo libero, meno tempo per la famiglia.

Forse conoscete questi pensieri ambigui tra orgoglio, gioia, apprezzamento ma anche paura di fallimento e sovraffaticamento.

Vi racconto tutto ciò perché penso che ascoltando e prendendo sul serio il testo della predicazione di oggi possano venire sentimenti simili.

Ascoltiamo dalla lettera di Paolo alla chiesa di Efeso 5,8-14

Comportatevi come figli di luce 9 -poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità- 10 esaminando che cosa sia gradito al Signore. 11 Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele; 12 perché è vergognoso perfino il parlare delle cose che costoro fanno di nascosto. 13 Ma tutte le cose, quando sono denunciate dalla luce, diventano manifeste; 14 poiché tutto ciò che è manifesto, è luce. Per questo è detto: «Risvègliati, o tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti inonderà di luce».

Siamo stati promossi. Possiamo chiamarci ‘Figli della luce’. Questo è un motivo di gioia. Paolo lo scrive ai cristiani di Efeso ma vale per tutti noi: Dio ha fiducia in noi, ha fiducia nel fatto che possiamo veramente vivere come figli della luce.

Posso capirlo perfettamente se qualcuno ascoltando queste parole vede l’indice alzato e prende paura, ma prima vorrei che sentissimo bene la promessa: voi siete figli della luce. Voi siete la luce del mondo. A Efeso c’è un gruppo di ex-pagani che sono diventati figli della luce e anche noi con tutte le macchie scure sulla nostre vesti bianche, anche noi siamo diventati figli della luce tramite Gesù Cristo. Voi siete figli della luce, vivetelo. Dio ha fiducia in voi, vi aiuta. – Più o meno così si potrebbe riassumere il messaggio di questo testo.

È una sfida o è già una pretesa eccessiva? Come reagite voi personalmente davanti a queste parole, tu figlio, figlia della luce?

Come si vive essendo figlio della luce? Il nostro testo dice: il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità. Qui vengono descritte delle relazioni. Tutto ciò che è bontà – Il frutto della luce si mostra in un comportamento buono, giusto e onesto. Le relazioni benigne sono capaci di accettare anche dei difetti. Delle relazioni basate sulla bontà non devono sempre vedere le carenze e i fallimenti, non riducono chi ti sta di fronte ai suoi errori ma si è in grado di vedere delle possibilità.

Mi ricordo quando sono arrivata a Vicenza cinque anni fa e chiedevo in giro: com’è la gente nel Veneto? Che tipo di persone posso trovare qui? – Mi stupiva che accanto alle tante qualità dei Veneti sentivo spesso dire: in Veneto si litiga. – Dovete dirmi voi se è vero o no, ma ho visto negli ultimi anni anche nelle nostre chiese parecchie liti e persone che si allontano dalla chiesa perché hanno avuto da ridire con qualcuno. È sempre difficile esprimersi in modo da non ferire il prossimo, è molto duro chiedere scusa, è molto duro dimenticare…

Il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà. Questo vale anche per noi come chiesa. Nel quadro di una relazione segnata dalla bontà non esiste un fratello che sia meglio o peggio di un altro. Non c’è una sorella più in alto di un’altra. Le relazioni segnate dalla bontà sono solidali, conoscono i difetti umani che portiamo tutti quanti dentro di noi, sanno che abbiamo sempre di nuovo bisogno di perdono.

Questo vorrebbe dire chiudere semplicemente gli occhi? No!

Nella lettera agli Efesini sta scritto diversamente. Gli errori vengono presi sul serio, vengono guardati e esaminati. Gli esseri umani possono essere incredibilmente feroci l’uno con l’altro. Non si pensa di mettere una pietra sopra a ciò che è accaduto e di aspettare. Il peccato è una cosa seria e vuole essere preso sul serio.

Il frutto della luce porta a delle relazioni giuste. Dio ci ha dichiarati giusti, per questo possiamo noi vivere una vita giusta, giusta davanti a Dio, giusta nei confronti di altri uomini.

Il frutto della luce porta a relazioni vere e giuste. Il frutto della luce porta alla luce dei segreti e dei peccati, così che non dobbiamo più fare finta uno davanti all’altro, ma possiamo vivere in verità una vita trasparente.

È tipico per le opere dell’oscurità che succedano in segreto. Di nascosto si tradisce il proprio partner, la colf lavora in nero ma di questo non si parla, in famiglia succede di tutto, ma questo lo teniamo per noi. La madre beve, il padre gioca, ma siamo tutti brave persone, teniamo tutto per noi e facciamo finto di essere una famiglia “mulino bianco”.

Per tutta quest’oscurità c’è un’unica soluzione, cioè la luce. La luce di Dio può chiarire tutto, ogni punto scuro, ogni macchia che ci sembra tanto vergognosa. Talvolta facciamo fatica a chiamare il nostro peccato col nome. Forse ci sembra cattolico confessarci, ma la confessione in sé è semplicemente biblica e può fare molto bene dire una volta apertamente: questo è un aspetto della mia vita che non va. Qui mi serve aiuto. Di questo non sono contento. – Solo così la luce agisce.

Questo insieme di bontà, giustizia e verità è importante. Tutte e tre servono. La verità senza bontà è fredda, la bontà senza verità fa diventare ciechi. La giustizia senza bontà può essere eccessivamente dura. La bontà senza la verità può essere sfruttata.

Siete figli della luce, vivete nella luce.

Quando ci viene data la fiducia per vivere come figli della luce, possiamo vedere noi stessi e anche le persone attorno a noi in una nuova prospettiva. Possiamo scoprire di essere di più che perdenti, imbroglioni, egoisti… Come figli della luce possiamo provare un nuovo ruolo.

Come figli della luce possiamo comprendere gli altri, stimarli, aiutare, perdonare. E comunque anche come figli della luce non dobbiamo essere immacolati. I figli della luce possono parlare della loro ombre, perché anche questi spigoli nella vita riportano alla fine verso la luce.

Quando non dobbiamo più affaticarci per mettere noi stessi in buona luce, si libera tanto spazio per gli altri con le loro preoccupazioni e le loro gioie.

Chi sa di vivere sotto una buona luce non deve più vergognarsi, non deve più investire energie per costruire facciate e nascondersi dietro. Chi vive nella luce può dire SÌ a se stesso perché c’è Dio che ha detto il suo SÌ prima. Non dobbiamo più preoccuparci di noi stessi, come ci vedono gli altri, perché viviamo già in buona luce.

Torniamo ancora una volta con i pensieri a ciò che abbiamo detto all’inizio. Vi ho raccontato di quel capo che aveva promosso la sua dipendente. Chi viene promosso non deve più chiedersi che cosa pensa il capo. È chiaro che il capo stima coloro che promuove. Adesso si deve solo fare una verifica di questa stima.

Questo è la situazione della chiesa di Efeso e anche della nostra chiesa. Dio ha detto il suo Sì a noi nel battesimo. Ognuno che è stato battezzato, non importa da chi e dove, ha sentito queste parole: tu sei un figlio, una figlia della luce. Tu lo sei. Puoi indicare le tue mancanze ed errori, puoi dubitare e pensare di non essere degno per questo titolo. Tutto ciò non impedisce che Dio abbia voluto promuoverti e adesso sei un figlio, una figlia della luce. Dio lo vuole così, egli ha deciso ed è responsabile per i costi e le conseguenze. Dio ha fiducia in te.

Siamo invitati a vedere il nostro mondo con gli occhi di Dio. Siamo invitati a intrometterci con le sue parole in ciò che succede da noi. Siamo invitati ad aiutare con le sue mani coloro che nessuno vuole toccare. Siamo invitati a raggiungere con i suoi piedi chi sta ai margini.

E tutto ciò con la nostra piccola forza e grande paura, con i nostri errori e fallimenti, perché Dio ci vede in un’altra luce.

Iniziamo a vederci anche noi in questa luce. Amen

Ulrike Jourdan