Sermone: Pescatori di uomini
Ci sono momenti che possono cambiare una vita intera. Penso in particolare a quelle cose che non decidiamo noi, ma che hanno il potere di influenzare la nostra vita. Possono essere cose positive come anche negative.
Penso ad un giovane che guardando una bella ragazza ha perso completamente la testa. Non gli interessa più la scuola, né la famiglia, né gli amici: c’è solo un’unica persona al centro dei suoi interessi. Per fortuna i ragazzi crescono, ma l’amore non perde il suo potere su di noi. – Ci sono però anche dei momenti brutti che possono scombussolare tutta la vita. Penso ad un amico che durante una TAC alla cervicale riceve la notizia: «Lei ha un tumore al cervello». Mai sentito niente, nessun problema e poi questa diagnosi. In un attimo tutta la vita è sottosopra. Oggi si sa che questo tumore è lì fermo e sembra che non faccia dei danni né sembra crescere. Tutto di nuovo normale? Non lo so. Direi che la vita di questo mio amico non sarà mai più così spensierata come prima.
Vorrei raccontarvi oggi di quattro uomini la cui vita è cambiata da un momento all’altro. Hanno incontrato Gesù e chi lo incontra porta di solito dei segni di questo incontro.
Leggo dal vangelo di Luca nel quinto capitolo i vv. 1-11.
Mentre egli stava in piedi sulla riva del lago di Gennesaret e la folla si stringeva intorno a lui per udire la parola di Dio, 2 Gesù vide due barche ferme a riva: da esse i pescatori erano smontati e lavavano le reti. 3 Montato su una di quelle barche, che era di Simone, lo pregò di scostarsi un poco da terra; poi, sedutosi sulla barca, insegnava alla folla. 4 Com’ebbe terminato di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo, e gettate le reti per pescare». 5 Simone gli rispose: «Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati, e non abbiamo preso nulla; però, secondo la tua parola, getterò le reti». 6 E, fatto così, presero una tal quantità di pesci, che le reti si rompevano. 7 Allora fecero segno ai loro compagni dell’altra barca, di venire ad aiutarli. Quelli vennero e riempirono tutt’e due le barche, tanto che affondavano. 8 Simon Pietro, veduto ciò, si gettò ai piedi di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». 9 Perché spavento aveva colto lui, e tutti quelli che erano con lui, per la quantità di pesci che avevano presi, 10 e così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Allora Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11 Ed essi, tratte le barche a terra, lasciarono ogni cosa e lo seguirono.
Ci troviamo al lago di Gennesaret sulla costa tra Tabgha e Capernaum. Lì abita Simone e dirige una piccola “impresa” di pesca. In quella giornata che doveva diventare speciale per Simone e i suoi compagni, passa Gesù accompagnato da una folla di uomini e donne.
Trovo interessante che Gesù si tiri dietro questa folla semplicemente predicando. Ha appena terminato una predicazione e inizia già il successivo annuncio. Non ci sono dei miracoli spettacolari o delle guarigioni che potrebbero affascinare la gente. Gesù non ha neanche parlato di cose nascoste, di rivelazioni speciali o illuminazioni che poteva avere solo lui. No, Gesù predica semplicemente la parola di Dio e racconta di suo padre nei cieli. Questo era sufficiente per attirare le folle. La base dell’insegnamento di Gesù e semplicemente la Sacra Scrittura.
In questo modo arriva da Simone. Loro due si conoscevano già. Forse avevano fatto dei colloqui intensi, ma non so se Simone quella mattina avesse la testa per concentrarsi su una predicazione. È stato fuori sul lago tutta la notte, ha cercato di fare il suo lavoro e sono certa che Simone fosse un bravo pescatore; ciononostante, lui e i suoi uomini tornano con le reti quasi vuote dopo una notte di lavoro. – È frustrante lavorare e alla fine non vedere nessun risultato. Avete mai fatto un bel dolce, lo mettete in forno e poi lo dimenticate oltre il tempo di cottura? Due ore dopo vi trovate dell’ottimo carbone e alla fine si deve ancora pulire la teglia? È frustrante! Qualcuno mi capisce? A qualcuno è già successo qualcosa simile? O.k., adesso potete capire quali pensieri avesse Simone in testa in quella famosa mattinata. Penso che non avesse più voglia di niente. Si trovava lì dopo una notte di duro lavoro, infreddolito e affamato e doveva ancora lavare le reti sporche.
In questa situazione Gesù si mette a predicare. Non è consueto. Un vero rabbi non avrebbe mai predicato in piedi ma solo da seduto e per lo meno in una casa, anche se preferibilmente nel tempio. Gesù va contro le convenzioni. Non gli importa come e dove predica. Al lago ci sono le persone, per questo il luogo è adatto per predicare la parola di Dio. – Questa è una domanda che tanti predicatori si sono già posti. Anche il fondatore della nostra chiesa John Wesley si è rifiutato a lungo di predicare la sacra parola di Dio su una piazza profana. E poi – la volontà di Dio era più forte, Wesley ha cambiato idea, andava fuori dalla sua chiesa e venivano migliaia di persone per sentire la parola di Dio. Persone che non avrebbero mai messo un piede in una chiesa. – È fino ad oggi ci si deve porre la domanda su come e dove predicare la parola di Dio così che possano raggiungere le persone. Dobbiamo trovare anche noi l’equilibrio tra la santità e la dignità della parola di Dio da un lato e, dall’altro lato, l’assoluta volontà di Dio che la sua parola venga udita.
Gesù decide di essere vicino alla gente e chiede a Simone di portarlo con la barca un pochino fuori sul lago così che l’acqua possa portare il suono della suo voce e tutti possano ascoltare meglio. Gesù predica e poi dice a Simone di andare un’altra volta sul lago per gettare nuovamente le reti.
Gesù non è un pescatore. Forse non sa ciò che Simone sa bene: durante il giorno non si pesca. La notte si trovano pesci in abbondanza nella profondità del lago, durante il giorno si possono al massimo trovare dei pesciolini in prossimità della riva. Simone sa questo perché conosce il suo mestiere.
Ha dietro di sé una notte dura, non sarà stato del giusto umore per farsi ancora una mattina dura, per sperimentare una nuova sconfitta. Simone cerca di protestare ma poi dice la famosa frase: però, secondo la tua parola, getterò le reti.
Simone rispetta Gesù così tanto da dare a lui la precedenza rispetto alla propria saggezza, alla propria esperienza, anche ai propri timori. Fondandosi solamente sulla parola di Gesù vuole gettare le reti. Vuol dire, che non servono segni o miracoli, basta la parola. – Forse dovremmo chiederci quando noi abbiamo fatto qualcosa basandoci solamente sulla parola. Quando abbiamo noi fatto a meno di segni e miracoli?
Simone rischia, non la sua vita, ma comunque una mattina inutile e ulteriori ore di lavoro per pulire nuovamente le reti, oltre ai commenti sarcastici dei suoi compagni di lavoro. Simone è pronto a rischiare solo fondandosi sulla parola di Gesù.
Senza questo rischio, senza l’ubbidienza alla parola nessuno degli uomini nella barca avrebbe visto il miracolo. Loro vanno fuori, gettano le reti in acqua e pescano talmente tanto che le reti stanno per rompersi. Chiamano una seconda barca per condividere il peso ma anche così le due barche affondano. – Un miracolo che i quattro uomini, Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni non hanno mai più dimenticato. Un miracolo che vuole sfidare anche noi nella nostra vita quotidiana, perché vale fino ad oggi: senza ubbidienza non si vede il miracolo.
Questo evento diventa il punto di svolta nella vita di Simone. In quel momento vede che Gesù è più che un bravo insegnante o un profeta. Simone riconosce di essere totalmente diverso rispetta a Gesù nel quale vede la divinità, mentre lui è umano, molto umano. Simone vede il suo peccato, la sua distanza da Dio e per questo grida: Signore, allontànati da me. È importante riconoscere il proprio peccato, i lati oscuri nella propria vita. È importante ammettere davanti a Dio questo peccato per ricordarci che noi non abbiamo alcun diritto davanti a Dio, che noi non possiamo mai essere abbastanza giusti o buoni per Dio. Soltanto se abbiamo presente la nostra distanza da Dio, egli può accoglierci con la sua grazia. Solo così possono fare effetto le parole che Gesù dice.
Che cosa dice Gesù a Simone: Non temere. Questo lo dice anche a noi: non temere. E poi viene dato a Simone un nuovo compito: d’ora in poi sarai pescatore di uomini. Simone rimane pescatore. Egli rimane lo stesso. Gesù usa ogni persona così com’è e la mette al suo servizio. Simone deve condividere ciò che ha sperimentato con Gesù. Simone pescherà uomini per la vita. Questo non è solo un compito, un ordine, ma anche una promessa. Gesù non dice: “Tu devi pescare uomini”, o “spero che pescherai uomini”. Gesù dice molto semplice: “Tu sarai pescatore di uomini”.
Anche per ognuno di noi Gesù ha un compito, forse non come pescatore di uomini ma come insegnanti di uomini o aiutanti di uomini. Voi sapete meglio di tutti quali doni Dio vi ha dato. Sapete che cosa vi piace fare, che cosa sapete fare bene.
Gesù dice a Simone: D’ora in poi tu userai questi doni per Dio e per altri uomini. Ed è proprio questo che dice anche a noi se ci lasciamo mettere da Gesù al servizio.
Amen
Ulrike Jourdan