Sermone: Parola chiave: misericordia!

misericordiaLa settimana scorsa alla Conferenza distrettuale abbiamo discusso di molti temi e, tra gli altri, anche di come vogliamo essere chiesa, come intendiamo portare la buona novella nel mondo e come guardiamo a noi stessi nel nostro essere cristiani.

Una delle risposte più condivise nella nostra chiesa si basa su una citazione del teologo Karl Barth che invita a vivere la vita cristiana con il giornale in una mano e la Bibbia nell’altra.

È un’immagine molto bella e chiara. Noi viviamo con il giornale in mano. Vogliamo essere informati rispetto a ciò che succede nel nostro mondo e nella nostra città. Ci mettiamo in gioco, non ci tiriamo fuori da questo mondo. Vogliamo vivere e costruire una società che possa piacere anche a Dio. E con questo siamo arrivati alla seconda cosa che abbiamo in mano, la Bibbia. Siamo una chiesa, non un’associazione. Siamo una comunità di credenti, non di buonisti. Leggiamo la Bibbia con altrettanta attenzione di quanta impieghiamo per il giornale perché in questi testi antichi troviamo le parole di Dio che parlano fino ad oggi e vogliono essere ascoltate.

Anche il testo della predicazione di oggi tratta argomenti molto attuali. Gesù disse queste parole ai suoi discepoli e le dice oggi a noi.

Leggo dal vangelo di Luca 6,36-42

Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro. 37 «Non giudicate, e non sarete giudicati; non condannate, e non sarete condannati; perdonate, e vi sarà perdonato. 38 Date, e vi sarà dato; vi sarà versata in seno buona misura, pigiata, scossa, traboccante; perché con la misura con cui misurate, sarà rimisurato a voi». 39 Poi disse loro anche una parabola: «Può un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? 40 Un discepolo non è più grande del maestro; ma ogni discepolo ben preparato sarà come il suo maestro. 41 Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello, mentre non scorgi la trave che è nell’occhio tuo? 42 Come puoi dire a tuo fratello: “Fratello, lascia che io tolga la pagliuzza che hai nell’occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nell’occhio tuo? Ipocrita, togli prima dall’occhio tuo la trave, e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza che è nell’occhio di tuo fratello.

È un testo molto denso. Si potrebbe predicare su ogni singolo versetto o addirittura su mezzo versetto. Per questo è necessario cercare un filo conduttore in queste parole. Che messaggio voleva passare Gesù ai suoi discepoli? Che cosa vuole dire a noi oggi?

Gesù fa un discorso sull’essere ciechi e aprire gli occhi. Che cosa ci permette di vedere? – Lo troviamo nella prima frase: è la misericordia. Gesù invita i suoi discepoli e invita noi a uno sguardo misericordioso sul nostro mondo.

E con questo siamo nuovamente arrivati ai giornali e invitati a vedere che cosa succede attorno a noi. Possiamo leggere di guerre contro i cristiani, leggiamo di persone che fuggono da violenze o da altre circostanze che non permettono di vivere. Leggiamo di persone che subiscono discriminazioni a motivo del colore della loro pelle, a motivo dei loro sentimenti, a motivo della loro fede. Gesù vuole che guardiamo tutte queste persone con occhi misericordiosi. Addirittura ci dice che rimaniamo ciechi senza la misericordia perché così non riusciamo a vedere la persona ma solo “un caso”, un’altra bocca che vuole mangiare, un altro richiedente d’asilo, un altro numero aggiunto a quelli che vogliono qualcosa da me.

Gesù ci dice: Non giudicate, e non sarete giudicati; non condannate, e non sarete condannati. Non dobbiamo intendere questa parola come se ci venisse detto che non dobbiamo farci un’idea su che cosa sia giusto o sbagliato. Abbiamo un diritto e il dovere di esaminare e indicare che cosa non va. Ma non dovremmo giudicare e condannare in un modo che non lasci più spazio alla conversione.

Viviamo in tempi instabili. Non sappiamo come si svilupperà la follia del terrorismo globale. Non sappiamo bene che cosa succederà con l’Europa. Non sappiamo nemmeno se possiamo credere alle parole del nostro presidente del consiglio sul fatto che presto l’Italia starà di nuovo bene. – In questa situazione di insicurezze è molto umano, naturale chiudersi in se stessi, cercare stabilità interiore e escludere tutti quelli che sembrano diversi o che vogliono qualcosa. La storia ci insegna come gli esseri umani pensano e reagiscono. Non c’è niente nuovo.

Gesù dice: Aprite gli occhi in modo misericordioso. Cercate di vedere le persone dietro i fatti. Cercate di non condannare in modo irrevocabile. Cercate di non lasciarvi ingannare da parole che fanno accrescere paura e odio ma seminate pace e amore.

E questo, proprio perché ci sono tante parole in giro che cercano di farci diventare ciechi: Chiudete le frontiere arrivano troppe persone. – Dobbiamo difendere le nostre famiglie altrimenti diventiamo tutti quanti gay – Non dobbiamo permettere ai musulmani di aprire delle moschee vogliono solo radunare dei terroristi.

Perché mi permetto di dire che queste idee ci accecano? Perché non vedono le persone, sono affermazioni senza misericordia, manca l’amore. – Chi fa mancare la misericordia cadrà nel fosso dell’odio e della paura.

Date, e vi sarà dato; vi sarà versata in seno buona misura, pigiata, scossa, traboccante; perché con la misura con cui misurate, sarà rimisurato a voi. Questa è la volontà di Gesù, dare non tenere. Dare in abbondanza, una buona, giusta misura e ancora qualcosa di più, una misura che trabocca, una misura oltre misura. Perché anche a noi farebbe piacere riceverla in un momento di bisogno.

Gesù ci ricorda di non sentirci troppo sicuri, sulla parte dei giusti, degli intoccabili. Non giudicate, e non sarete giudicati. Perché se dovessimo essere giudicati potrebbe solo finire male per noi. Noi non siamo in grado di compiere alcun bene che abbia valore davanti al tribunale di Dio. Siamo noi che abbiamo bisogno di occhi misericordiosi. Siamo noi che stiamo implorando Dio di darci la sua misericordia e non solo un po’ ma una misura buona, giusta, traboccante. Siamo noi i mendicanti davanti al Signore del cielo e della terra.

La misericordia è la chiave. Così come noi ne abbiamo bisogno e imploriamo misericordia da parte di Dio dovremmo agire anche noi di conseguenza. Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro. Gli ebrei chiamavano ciò l’imitazione di Dio. John Wesley parlava di santificazione. Si tratta della consapevolezza di non essere per niente perfetto ma di poter cambiare qualcosa nel proprio pensiero, nella propria vita lascandosi trasformare da Dio.

Vorrei raccontarvi una leggenda cassidica che forse riesce a sintetizzare il pensiero di Gesù.

Un rabbi chiede a Dio di poter vedere il cielo. Il profeta Elia lo porta in sogno in una sala splendida. Nel mezzo c’è un pentolone gigante che profuma di cibi da festa. Ma la gente attorno è triste, secca, affamata. Hanno dei lunghi cucchiai in mano con i quali non riescono a portare del cibo nella propria bocca. Elia spiega: ‘Sai dove sei? Questo è l’inferno’ Poi lo porta in un’altra sala uguale alla prima, ma nella quale gli ospiti sono contenti e sazi perché s’imboccano a vicenda. Elia spiega: ‘Quelli mettono in pratica la volontà di Dio. Questo è il cielo’.

La volontà di Dio è la misericordia. È sua volontà che vediamo l’altro non come un fatto o un numero, ma come un fratello che ha bisogno di misericordia così come anch’io ho bisogno di misericordia. Se ci rifiutiamo di offrire quest’amore, diventiamo ciechi e affamati. Se ci rifiutiamo alla misericordia, produciamo in noi stessi l’inferno. Ricordatevi: con la misura con cui misurate, sarà rimisurato a voi.

Vorrei tornare ancora una volta a ciò che abbiamo detto all’inizio. Siamo cristiani che cercano di vivere con la Bibbia in una mano e il giornale nell’altra. Vediamo il nostro mondo, vediamo anche ciò che non va in questo mondo, ma abbiamo la possibilità di interpretare questi fatti usando l’occhiale biblico, gli occhi della fede, della misericordia. Non sono occhiali che tingono semplicemente tutto di rosa, ma mostrano l’essere umano dietro le notizie. È questo che Dio vuole. Vuole che noi vediamo le sue creature come egli vede noi. Con misericordia. Amen

Ulrike Jourdan