Sermone: Gesù Cristo adempie le promesse

Il racconto del Natale secondo Luca inizia con le parole: In quel tempo uscì un decreto da parte di Cesare Augusto, che ordinava il censimento di tutto l’impero. (Lc2,1) In realtà quella storia inizia molto tempo prima. Inizia con la brama umana di pace e giustizia. Inizia con la brama di qualcuno che metta fine alla violenza nel mondo. Inizia con la speranza di chi porterà luce nelle tenebre.

I testi biblici parlano spesso di questo contrasto tra luce e tenebre. E ultimamente pensavo quanto forte si facciano sentire le tenebre in questo mondo. Da un lato mi riferisco a tutti i luoghi di guerra, ma anche ai luoghi dimenticati dove regna la povertà, dove i bambini crescono senza una speranza per il futuro e dove le persone cercano solamente di sopravvivere senza poter vivere veramente. Possiamo vedere talmente tanti luoghi segnati dalla catastrofe in questo mondo, che talvolta vorremmo solo chiudere gli occhi e non percepire più niente. Crescono le tenebre, cresce la paura e l’odio.

Vedo anche le tenebre personali. Perché anche se noi qui viviamo in un paese che in confronto ad altri sta bene, anzi molto bene, comunque, ci sono persone avvolte nelle proprie tenebre: famiglie devastate, depressioni e malattie, povertà personale. E quelle tenebre sono altrettanto dure da affrontare.

Tenebre nel nostro mondo. In questa settimana c’è stato l’attentato a Berlino e il più grande giornale popolare tedesco, la ‘Bild’ ha scelto come titolo la parola ‘paura’. Tante persone sentono la paura, tante persone sentono crescere le tenebre. – Mi ha fatto piacere che un altro giornale di Berlino abbia scelto invece come titolo un versetto biblico: ‘Non temere’. – Proprio su questo legame vorrei riflettere oggi con voi.

Il testo per il sermone di oggi è tratto dal libro del profeta Isaia. Egli descrive la speranza con la quale gli uomini aspettano il Salvatore. Isaia descrive la speranza della luce nelle tenebre di questo mondo.

Leggo Isaia 9, 1-6

Il popolo che camminava nelle tenebre, vede una gran luce; su quelli che abitavano il paese dell’ombra della morte, la luce risplende.  3 Tu moltiplichi il popolo, tu gli largisci una gran gioia; esso si rallegra in tua presenza come uno si rallegra al tempo della mietitura, come uno esulta quando spartisce il bottino.  4  Infatti il giogo che gravava su di lui, il bastone che gli percoteva il dorso, la verga di chi l’opprimeva tu li spezzi, come nel giorno di Madian.  5 Difatti ogni calzatura portata dal guerriero nella mischia, ogni mantello sporco di sangue, saranno dati alle fiamme, saranno divorati dal fuoco.  6 Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle; sarà chiamato Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace,  7 per dare incremento all’impero e una pace senza fine al trono di Davide e al suo regno, per stabilirlo fermamente e sostenerlo mediante il diritto e la giustizia, da ora e per sempre: questo farà lo zelo del SIGNORE degli eserciti.

Isaia ci dice che la luce viene nel mondo tramite quel bambino. E il profeta descrive quella luce con parole meravigliose. Parole che dicono qualcosa di misterioso in sé e brillano come se venissero da un altro mondo. Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace. Questi sono i nomi di quel bambino, della luce che viene, i nomi del salvatore. Questi nomi collegano la sfera divina con il mondo umano. Collegano ciò che solo uno nella storia ha potuto collegare. E quell’Uno è Gesù Cristo. Colui che già nel suo nome collega l’uomo Gesù con il salvatore divino, il Cristo.

Egli è chiamato Consigliere ammirabile. Si potrebbe anche tradurre Consigliere di miracoli. Egli non dà solo un consiglio umano. A dare consigli siamo tutti bravi, quando si tratti di consigliare gli altri. Però non è facile mettere questi buoni consigli in atto. Il salvatore atteso è però chiamato consigliere ammirabile, consigliere di miracoli. Lui fa quel miracolo che noi non possiamo fare.

Quando guardo il nostro mondo, penso che ci serva veramente un miracolo. I buoni consigli umani sono falliti. Non sappiamo più come proseguire. La violenza che abbiamo tollerato per troppo tempo si rivolge ora contro di noi. Non sappiamo più come si potrebbe controllare il mostro delle tenebre al quale abbiamo dato spazio per diventare grande e forte.

Noi cristiani conosciamo però il dono della preghiera e forse è venuto il momento di usarlo nuovamente di più, nella consapevolezza che Dio può veramente cambiare persone e situazioni. E questa è per me non solo un’affermazione pia, credo profondamente che Dio possa intromettersi anche negli affari politici. Quando in Germania è crollato il muro, non è successo dopo una guerra, ma quando la gente ha iniziato a pregare. Forse il regime comunista avrebbe saputo come combatterei dei ribelli, ma non avevano nessun’arma contro le preghiere e le manifestazioni pacifiche. Quel muro è crollato senza che si dovesse versare sangue. Nessuno aveva creduto che potesse succedere questo. Io sono convinta che Dio faccia miracoli, egli è il consigliere di miracoli, il consigliere ammirabile.

A Natale festeggiamo il miracolo che supera le speranze e le immaginazioni umane. Dio stesso diventa umano. Noi percepiamo così il miracolo dell’amore di Dio. Il suo consiglio è l’amore. L’amore che cambia il mondo, l’amore che salva, l’amore che combatte le tenebre dell’odio e della violenza.

Il secondo nome dell’atteso salvatore è Dio potente. In un mondo nel quale vediamo sempre più che anche quelli che dovrebbero avere il potere in mano, alla fine non ce l’hanno per davvero, in un mondo del genere, diventa sempre più chiaro, che l’unico con vera potenza è Dio. E a Natale la sua potenza si fa vedere in quel bambino nella mangiatoia. Dio usa un’altra potenza rispetto alla nostra. Nella massima impotenza del neonato si fa vedere la potenza divina. Dio diventa simile a noi fin nel profondo della nostra esistenza. Diventa uno di noi. Con la potenza del suo amore supera l’abisso tra Dio e uomo. Proviamo a far crescere l’amore, contro tutta la paura, contro le tenebre che vogliono accecare. Dio mostra la sua potenza nell’amore.

Il terzo titolo del bambino è Padre eterno. Come potrebbe essere un bambino eterno e padre? – Solo nel modo in cui lo interpreta il vangelo di Giovanni dove Gesù dice: Chi ha visto me, ha visto il Padre (Gv 14,9) Chi vede l’uomo Gesù, vede anche Dio in lui, il Cristo.

Il quarto e l’ultimo nome utilizzato è Principe della pace. Anche questo titolo porta delle contradizioni in sé. Chi crede ancora che i principi o i re o i politici possano fare pace? Quando vi sarà finalmente la pace? Questo se lo domandano tante persone. Appena sembra che in una zona le cose si calmino, scoppiano le bombe nel Paese accanto. Un dittatore è esautorato e già sorge il prossimo. Quando sarà finito tutto questo? Quando vi sarà finalmente pace?

La pace c’è dove l’amore di Dio incontra gli uomini. Questo è il controprogetto a tutti i tentativi mondani di costruire il dominio con la violenza. Gesù Cristo è il principe della pace. Gesù è colui che fa vedere la potenza di Dio nell’amore. Gesù è colui che può fare miracoli perché ci ama. Gesù ci fa vedere il volto del padre eterno che ama questo mondo.

Nel corso dei secoli sono cresciute sempre di più le attese e le speranze degli uomini. Un Dio potente, un principe doveva liberare le persone dall’oppressione. Però ci si dimenticava che cos’altro aveva detto Isaia di quel salvatore del mondo, che sarebbe stato un bambino.

Poiché un bambino ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio riposerà sulle sue spalle.

Le promesse di Isaia si adempiono diversamente da come se le aspettava la gente. Noi cristiani crediamo che le promesse di Isaia si adempiano nella persona di Gesù Cristo, nel bambino che nasce nelle tenebre di questo mondo e porta l’amore di Dio verso gli uomini.

E per questo vi leggo ora il racconto di Natale dal vangelo di Luca 2,1-14

In quel tempo uscì un decreto da parte di Cesare Augusto, che ordinava il censimento di tutto l’impero.  2 Questo fu il primo censimento fatto quando Quirinio era governatore della Siria.  3 Tutti andavano a farsi registrare, ciascuno alla sua città.  4 Dalla Galilea, dalla città di Nazaret, anche Giuseppe salì in Giudea, alla città di Davide chiamata Betlemme, perché era della casa e famiglia di Davide,  5 per farsi registrare con Maria, sua sposa, che era incinta.  6 Mentre erano là, si compì per lei il tempo del parto;  7 ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito, lo fasciò, e lo coricò in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.  8 In quella stessa regione c’erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge.  9 E un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore risplendé intorno a loro, e furono presi da gran timore.  10 L’angelo disse loro: «Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia che tutto il popolo avrà:  11 “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore.  12 E questo vi servirà di segno: troverete un bambino avvolto in fasce e coricato in una mangiatoia”».  13 E a un tratto vi fu con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva:  14 «Gloria a Dio nei luoghi altissimi, e pace in terra agli uomini ch’egli gradisce!»

Gesù Cristo è il salvatore che già i profeti hanno annunciato. Lui è il Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre eterno, Principe della pace.   Amen

Ulrike Jourdan