Sermone: LA VERITÀ VI FARÀ LIBERI – Culto contro l’omofobia

Giovanni 8,31-36

Care sorelle, cari fratelli,

Stefano studiava da alcuni anni a Berlino. Ha fatto “coming out” due anni fa. Sapeva con chiarezza da tanti anni che era gay, da quando gli piacevano di più i modelli maschili nel catalogo dei vestiti della madre delle modelle femminili. Però all’inizio pensava che fosse solo una “fase”, come aveva letto in un giornale, non conosceva nessun gay tra gli amici e i parenti… Solo durante uno studio in Spagna ha preso il coraggio di frequentare una discoteca gay a Barcellona. Rientrato a Berlino non voleva continuare a fingere di essere “normale”, che non aveva ancora trovato la fidanzata “giusta”. Lui raccontava a tutti i suoi amici e particolarmente alle amiche che si interessava di più ai ragazzi.

Era un giorno solenne di primavera. I genitori avevano già pianificato da qualche tempo di venire a visitare il figlio a Berlino, il primo della famiglia che studiava. Stefano sapeva che questo incontro sarebbe stato importante per raccontare tutto ai genitori. Non aveva mai avuto un ottimo rapporto con i suoi. Stefano andava da loro a Pasqua, a Natale e in estate. Però la madre gli telefonava ogni settimana, suo padre lo aiutava sempre a organizzare l’arredamento per la sua stanza. Stefano si sentiva legato alla sua famiglia nonostante la distanza, ma allo stesso tempo era felice di poter vivere la propria vita senza essere sempre osservato. Quando i suoi arrivarono in macchina, Stefano annunciò subito di dover raccontare loro una cosa importante – per non perdere dopo il coraggio di farlo. Stefano aveva preparato un pranzo e dopo mangiato cominciò: “Vorrei raccontarvi qualcosa di personale. Siete importanti nella mia vita e vorrei che rimanesse così. Per questo dovete sapere una cosa: io sono gay”. I suoi ingoiarono la saliva, suo padre cercò nervosamente le sue sigarette, la madre chiese “Ma sei sicuro? Non hai ancora trovato la fidanzata giusta, può succedere ancora. Cosa diranno i vicini?”

Stefano cercò di spiegare che ci sono tanti gay famosi nel mondo: Elton John, Jody Foster, il sindaco di Berlino, Ricky Martin. Questa non era una consolazione per i suoi. Suo padre fuggì in cucina per fumare una sigaretta e sua madre chiese altre due volte: “Sei assolutamente sicuro?” Stefano rispose: “Sì”.  Dopo due giorni i suoi tornarono a casa. Non si parlò più di quel giorno e della sua “confessione”. Però Stefano si sentiva sollevato per aver raccontato tutto, per far partecipare i suoi alla sua vita anche in futuro.

“La verità vi farà liberi”.

Questa frase è al centro del brano biblico per il nostro culto di oggi. La Bibbia è una raccolta di storie di liberazione: l’esodo dall’Egitto, la liberazione dalla prigionia babilonica, la liberazione dal peccato e dalla morte attraverso Gesù Cristo. Questi sono i grandi temi della Bibbia, però questa liberazione capita anche a noi cristiani in un modo individuale.

La Bibbia è un mazzo di testimonianze di come Dio si mostra nelle vite dei fedeli e io spero che anche noi possiamo fare le nostre esperienze di liberazione attraverso la fede e la fiducia. Però nel nostro brano biblico di oggi secondo il vangelo di Giovanni vediamo anche che ci sono dei discorsi su come interpretare la libertà. E gli ebrei-cristiani hanno ragione se non si sentono schiavi e prigionieri.

Secondo me possiamo imparare particolarmente dall’ebraismo: il dialogo, discutere insieme, provare a trovare la verità. Tutte le chiese hanno perso un po´ questo aspetto biblico del dialogo, del condividere la Bibbia, del chiedere, del rispondere, dell’avvicinarsi.

Ricordo che in questa chiesa c’è, ogni due settimane, un gruppo biblico interconfessionale: una bella cosa.  Loro mi invitano una/due volte all’anno per uno studio biblico e vogliono sempre che io faccia una introduzione di almeno 45 minuti di un testo biblico. E io sono sempre un po´ perplesso perché voglio subito condividere il brano. I testi biblici sono scritti per il dialogo. E per questo le chiese sono importanti: Sono un posto dove si discute, si insegna e si impara, un posto di comunione tra di noi e con Cristo, proprio come oggi.

E io sono molto grato che le diverse chiese abbiano imparato e stiano ancora imparando attraverso il dialogo nella società che essere gay o transgender non è una minaccia contro qualcosa, ma è un dono. È una variante della natura, non peggiore e non migliore degli altri. Omofobia, transfobia e intolleranza invece sono un pericolo per la società.

“La verità vi farà liberi”.

Per l’evangelista Giovanni la parola chiave non è il sostantivo “fede”, è il verbo “pistis” (credere). Per Giovanni non si possiede la fede, è un processo “credere”. Fa parte della fede: riconoscere, capire, comprendere. E credere vuol dire – secondo Anselm Grün: vivere nella luce ed essere illuminato. “Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”, dice Gesù.

Ma cosa vuol dire “verità” in questo contesto? Non sono dei dogmi, delle frasi vere, in cui dobbiamo credere. Abbiamo i nostri dubbi e siamo attenti con ragione quando qualcuno dice: io so la verità. La verità vuol dire: seguire Gesù.

È una verità che Gesù era una delle persone – secondo il Nuovo Testamento – del quale non conosciamo pregiudizi: lui si circonda di uomini, di donne, di bambini che non erano molto accettati a quell’epoca. E particolarmente attraverso l’incontro con gli emarginati lui insegna il vangelo, il buon messaggio, che il regno di Dio è vicino e viene in un altro modo da quello che ci aspettavamo: tramite la compassione, la comprensione, la sensibilità.

“La verità vi farà liberi”.

Si parla nel nostro brano biblico anche del peccato. Siamo molto sensibili quando sentiamo questa parola: peccato. Perché si usa sempre in un modo giudicante, quando qualcosa è immorale, è peccato. “I gay vivono nel peccato” (si sente ancora oggi). La verità invece è un’altra: collegare il peccato con le preferenze sessuali è peccato.

Peccato secondo i vangeli è essere separato da Dio, secondo Giovanni attraverso l’odio, l’infedeltà, l’egoismo e la cecità spirituale, la mancanza d’amore.

“La verità vi farà liberi”.

Poca gente sa che Martin Lutero cambia il suo nome dopo la sua scoperta teologica della grazia di Dio. Viene da una famiglia chiamata Luder. Vuole essere un monaco perfetto, serio. Vuole confessarsi ogni giorno perché vede che non riesce mai a essere sufficiente verso Dio. Scopre che non ha bisogno di essere perfetto, basta fidarsi della misericordia di Dio. Martin Luder cambia il suo nome come simbolo. Luther viene dal greco eleutheros, il liberato. La fede lo rende libero.

“La verità vi farà liberi”.

Care sorelle e fratelli, “essere a casa con il figlio”: questo è, secondo il nostro brano biblico, la formula per vivere la verità ed essere liberi. Siamo chiamati anche noi a seguire Gesù in un modo più ampio, con il nostro cuore e con tutta la nostra convinzione.

“Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso». (Luca 10,27)

AMEN

pastore BERND PRIGGE