Sermone: La vittoria dell’amore
Quando la sera torno da Padova a Vicenza ascolto spesso un programma radio nel quale la gente chiama per raccontare le sue avventure amorose. Spesso sono delle vicende che non sono finite bene e poi si scherza su come uno si potrebbe vendicare del partner che ha procurato tanto dolore. Sembra importante per il proprio ego potersi vendicare, poter vincere alla fine anche se l’amore è già perso.
Di questo vorrei riflettere oggi con voi delle vittorie e delle perdite nella vita.
Leggo dalla prima lettera di Giovanni 5,1-4
Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chiunque ama colui che ha generato, ama anche chi è stato da lui generato. 2 Da questo sappiamo che amiamo i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. 3 Perché questo è l’amore di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti; e i suoi comandamenti non sono gravosi. 4 Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.
Questo testo finisce con un colpo di scena: la nostra fede è la vittoria che ha vinto il mondo. Il mondo è vinto, superato, non servono più le rivendicazioni, le logiche di questo mondo non hanno più valore. La fede vince sopra le leggi del mondo. Questo vuol dire: il mondo non si trasforma in una data precisa o legata a qualche evento, ma la fede, l’atteggiamento verso la vita cambiano il mondo.
La fede è più che un semplice atteggiamento, ma non abbiamo tante altre parole che possono descrivere che cos’è l’opera della fede in noi. La fede è una specie di fiducia che si innesta. Fiducia in se stessi, fiducia in Dio, fiducia nel prossimo. Questa fiducia viene dall’amore di Dio che i credenti in qualche modo hanno sperimentato.
Questa fede non si esaurisce né nell’interpretazione del mondo, né nel suo cambiamento. Però la fede si mette in relazione con il mondo. Detto concretamente: una fede vissuta e la rivendicazione non vanno insieme, di pari passo, anzi siamo esortati a benedire quelli che ci maledicono e a pregare per quelli che ci oltraggiano. (Luca 6,28) La fede fa i conti con una vittoria che è già avvenuta e trova in quel modo una nuova relazione verso il mondo. Le piccole vittorie personali non hanno più valore perché sono illuminate dall’una, grande vittoria della fede.
Chi ha una fede solida non deve proccurarsi delle piccole vittorie delle rivendicazioni, del mobbing, dello sparlare e di tanti altri metodi sottili con i quali andiamo alla guerra in questa vita. Non servono più per chi crede. Possiamo rilassarci, perché la battaglia è già vinta.
Forse c’è qualcuno tra di voi che pensa: bella teoria, la pratica è diversa. – So bene quanto profondamente in noi sono radicati i pensieri egoistici e negativi. Ho un vicino di casa che vorrei spedire sulla luna almeno due volte a settimana e mi vengono tante idee perfide su come potrei rendergli dura la vita. – Proprio perché non siamo dei santi, ma ci confrontiamo con questo mondo che può essere molto fastidioso, proprio per questo mi aiuta ascoltare quel versetto: questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.
Durante la prima guerra mondiale, questa frase è stata utilizzata per predicare la guerra. Si credeva di dover vincere, però in guerra si può solo perdere. – La vittoria della fede è già avvenuta, è la premessa e non la meta. La fede non è un programma per vincere, non opera con la forza bensì con amore.
Penso che tre passi ci possono portare verso questa vittoria: l’esperienza di Dio, l’esperienza della fede e l’esperienza della fraternità.
Esperienza di Dio
Quella donna in radio della quale vi ho raccontato aveva fatto delle esperienze brutte. Aveva un fidanzato, voleva fidarsi di lui, ma lui ha deluso questa fiducia. Nessuno può vivere senza fiducia e questa donna ne sente ora la mancanza. Quando stavano insieme, si poteva fidare e tutto andava bene, ora lei è arrabbiata, furiosa, malvagia.
Anche il nostro testo biblico parla di fiducia. È la fiducia verso Dio che si presenta come amico e padre. Però avere fiducia non è semplice quando abbiamo fatto esperienza di come le persone possono abusare della nostra fiducia. La ritroviamo solo confrontandoci con il messaggio di Gesù. Lui è la persona umana che ci può dare la fiducia che contemporaneamente diventa fiducia in Dio. Ascoltiamo ancora una volta il nostro testo: Chiunque crede che Gesù è il Cristo, è nato da Dio; e chiunque ama colui che ha generato, ama anche chi è stato da lui generato. La fiducia in Dio porta alla fiducia in Dio il creatore e con questo all’amore verso il creato e le creature.
Da questo sappiamo che amiamo i figli di Dio: quando amiamo Dio e osserviamo i suoi comandamenti. L’amore per Dio viene collegato con l’ubbidienza ai comandamenti. Quante volte sento ripetere che la chiesa deve occuparsi della chiesa e il mondo del mondo. Un’idea che condivido se si tratta di distinguere gli ambiti della chiesa e quelli dello stato. Non condivido però questo pensiero quando qualcuno pensa che la domenica si possa (o si debba) parlare di cose da chiesa mentre durante la settimana viviamo secondo le regole del mondo. No. Chi ama Dio osserva i suoi comandamenti in tutti gli ambiti della vita. (Esodo 20) Non uccidere – Neanche a distanza, facendo finta di non sapere. Non rubare – Neanche le tasse che sono antipatiche a tutti. Non attestare il falso contro il tuo prossimo. – Neanche contro il vicino che ti fa uscire fuori di testa.
Chi fa esperienze con Dio ne trarrà anche delle conseguenze per la propria vita. Questa esperienza con Dio si mostra nell’amore, così descrive Giovanni la relazione con Dio. E vivendo quell’amore si sviluppa la forza che regge la nostra vita, la forza che porta la vittoria sul mondo e su tutto ciò che fa male.
A quella donna in radio Dio direbbe forse: Tu non devi combattere per la tua dignità e la tua autostima. Ho già vinto tutto io per te. – L’esperienza della fede non può annullare ciò che è successo a quella donna, ma può spostare quest’esperienza negativa in un contesto più ampio. Giovanni dice che nell’attenerci ai comandamenti possiamo sperimentare noi l’amore di Dio tramite il nostro agire. Così sperimentiamo la base della fiducia che viene sintetizzata nel doppio comandamento d’amore: «Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima tua, con tutta la forza tua, con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso». (Luca 10,27)
Forse è importante sottolineare che non si tratta di un dovere. Non è che devo amare, però posso sperimentare l’amore verso di me, posso sperimentare di non dover vivere l’odio, posso sperimentare la vittoria che è già avvenuta.
Esperienza della fede
Quel processo di apprendimento è la fede. E il nostro testo ci dice che la fede e l’amore vanno insieme. Credere in Dio vuol dire vedere la vita come un dono, non come possesso. Forse anche questo è stato uno degli errori della donna in radio. Ha visto la sua relazione come una proprietà che le viene rubata. È certo che se mi viene sottratto qualcosa lo voglio in retro. Però la vita non è il mio possesso. Chi vede la vita come dominio proprio pensa anche che è in qualche modo merito proprio com’è questa vita. La fede ha un altro approccio. La fede non intende la vita come un avere, piuttosto come un essere. Quella donna tradita è però fissata sull’avere ciò che le è stato tolto e non percepisce che con la sua reazione distrugge anche l’essere della sua vita. La rivendicazione non vince il mondo ma cementa piuttosto il gioco delle tenebre, dell’odio e della guerra che in qualche modo sentiamo dentro di noi.
Esperienza di fraternità
La diffidenza nella propria capacità di amare e il sentimento di poter possedere altre persone porta in quel caso di perdita verso l’odio e la violenza. Come potrebbe essere diversamente?
Il nostro testo biblico mostra una via diversa attraverso la fede. E in questo la fede è un processo di apprendimento. Non possiamo ‘avere’ la fede, però possiamo cercare di viverla. Vivere la fede vuol dire fidarsi non solo di se stesso, ma anche di Dio e anche di altre persone. Una fede vissuta si fa vedere nella capacità di superare delusioni e vivere invece la riconciliazione e il perdono. Non è solo il pensiero che la vita va oltre, ma la vita va oltre con Dio al mio fianco. Fede vuol dire essere amato e amare altri. Amare altri ed essere amato. Amare Dio, amare il prossimo, amare se stesso. Questo è la nostra vittoria.
Amen
Ulrike Jourdan