Sermone: Maria & Cenerentola

Il tema di cui vorrei parlarvi oggi è stravecchio e allo stesso tempo affascina sempre di nuovo. La storia ha diversi nomi: Cenerentola, My fair Lady, Pretty Woman. Si tratta sempre di una ragazza di origini semplici, umili, povere, ma con un cuore buono. Una ragazza che dopo lunga ricerca trova il principe azzurro che la sposa e la porta con sé nel suo castello.

In tutte queste storie, indipendentemente che vengano raccontate come favole per bambini, attraverso un musical o come un film hollywoodiano – in tutte queste storie si rompe il solito schema di vita e succede qualcosa di miracoloso.

Leggo dal vangelo secondo Luca, nel primo capitolo, la storia di Maria, che ha anche sperimentato il miracolo che ha interrotto lo schema della sua vita.

39 In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta nella regione montuosa, in una città di Giuda, 40 ed entrò in casa di Zaccaria e salutò Elisabetta. 41 Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò nel grembo; ed Elisabetta fu piena di Spirito Santo, 42 e ad alta voce esclamò: «Benedetta sei tu fra le donne, e benedetto è il frutto del tuo seno! 43 Come mai mi è dato che la madre del mio Signore venga da me? 44 Poiché ecco, non appena la voce del tuo saluto mi è giunta agli orecchi, per la gioia il bambino mi è balzato nel grembo. 45 Beata è colei che ha creduto che quanto le è stato detto da parte del Signore avrà compimento». 46 E Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore, 47 e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore, 48 perché egli ha guardato alla bassezza della sua serva. Da ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata, 49 perché grandi cose mi ha fatte il Potente. Santo è il suo nome; 50 e la sua misericordia si estende di generazione in generazione su quelli che lo temono. 51 Egli ha operato potentemente con il suo braccio; ha disperso quelli che erano superbi nei pensieri del loro cuore; 52 ha detronizzato i potenti, e ha innalzato gli umili; 53 ha colmato di beni gli affamati, e ha rimandato a mani vuote i ricchi. 54 Ha soccorso Israele, suo servitore, ricordandosi della misericordia, 55 di cui aveva parlato ai nostri padri, verso Abraamo e verso la sua discendenza per sempre». 56 Maria rimase con Elisabetta circa tre mesi; poi se ne tornò a casa sua.

Maria fa anche un pochino la vita da cenerentola. È una ragazzina proveniente da Nazaret, una cittadina in Galilea. La sua vita è già pianificata sin dalla nascita. I suoi genitori la fidanzano in giovane età con il falegname Giuseppe che era un buon partito, perché veniva da una famiglia conosciuta, lavorava in proprio e quindi Maria poteva essere soddisfatta di quello che l’attendeva. Per lei era prevista una vita tranquilla, normale, ordinaria. Ma ancora prima che il suo sposo possa portarla a casa sua, prima che tutto possa prendere la via prevista succedono delle cose strane.

Maria vede un angelo che le parla. Ha delle visioni, sente che Dio ha un piano per lei e per la sua vita. Oggi non avremmo problemi a mandarla da uno psichiatra, ma almeno questo se l’è risparmiato; ma non di rimanere incinta prima di essere sposata a tutti gli effetti – proprio come aveva annunciato l’angelo del Signore.

Una ragazzina incinta prima del matrimonio. Non che queste situazioni ci siano sconosciute. Ancora oggi non è qualcosa che qualcuno vada a cercarsi, ma dobbiamo capire che per Maria questo non voleva dire soltanto che qualcuno si sarebbe messo a spettegolare, ma che avrebbe addirittura potuto essere lapidata o bruciata, per eliminare il disonore dalla famiglia d’origine.

Maria può ritenersi fortunata. La sua sorte cambia, non solo in positivo, ma addirittura verso qualcosa di grande. Elisabetta, la parente di Maria sente anch’ella che questo bambino viene da Dio. Giuseppe non caccia via la sua fidanzata ma la protegge salvandole così la vita. Il bambino cresce sotto il cuore di Maria e lei sente i suoi movimenti sapendo qualcosa: questo non è una bambino qualsiasi, con lui il mondo cambierà! Questo bambino darà inizio al nuovo regno di Dio. Finalmente ci saranno giustizia e pace. E un giorno qualcuno domanderà “Da dove viene quell’uomo?” E si risponderà: “Questo è Gesù il figlio di Maria da Narzaret”.

Maria è fiera, piena di gratitudine e canta: L’anima mia magnifica il Signore, 47 e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore, 48 perché egli ha guardato alla bassezza della sua serva. Da ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata, 49 perché grandi cose mi ha fatte il Potente. Maria è fiera e contenta quando intona questo canto. Dio l’ha scelta per far nascere suo figlio. La sua vita ha preso una nuova direzione miracolosa. Lei era una nullità, una ragazzina senza significato in Israele più di 2000 anni fa. – Oggi è la figura centrale di cui parliamo nel nostro culto, addirittura in una chiesa evangelica.

Forse il periodo pre-natalizio è un tempo sentimentale, ma quando sento questo racconto viene anche a me voglia di sognare. Quanto è bella la storia, come una favola, come un sogno. Una storia che porta a galla dei pensieri mezzi dimenticati. Mi ricordo i sogni che avevo una volta da ragazzina. Anche voi li avevate, vi ricordate come volevate essere, che cosa avevate in mente di fare nella vostra vita, forse qualcosa di grande, qualcosa di speciale? – Se chiedete oggi alle ragazzine vogliono tutte quante diventare popstar, o, i maschi, calciatori, comunque una cosa è fondamentale: famosi e ricchi. Forse c’è qualcuno tra di noi che sognava di fare del bene per questo mondo, di aiutare le persone con la propria vita, di cambiare qualcosa in questo mondo.

Sogni di bambini. Anche noi siamo stati bambini, anche noi avevamo dei sogni che oggi in gran parte abbiamo dimenticato. Tra questi sogni e l’adesso sono successe tante cose. Siamo diventati adulti, ci siamo concentrati sulle esigenze quotidiane, tanti si sono sposati, hanno avuto dei figli. Nelle nostre vite troviamo tanta realtà e poco sogno. La vita si mostra grezza e poco fiabesca; per una vita che funziona si deve combattere. Se va bene la gioia e il dolore sono in equilibrio – e possiamo essere contenti. Ci va bene così, non ci lamentiamo, ma non è proprio come nelle favole. E quando pensiamo oggi ai nostri sogni da bambini ci viene un mezzo sorriso.

Lo so che tanti di voi hanno cercato di far diventare realtà i propri sogni per i figli. Questo si può vedere per eccellenza nella festa di Natale. Tanti hanno già scelto i regali per i propri figli, anche se sono già dei figli cresciuti. Ma comunque si sceglie con cura e si comprano dei regali di fronte ai quali noi, o, meglio, dovrei dire voi, da bambini potevate solo sognare. – Tanti di voi hanno cercato di rendere possibile nella vita dei propri figli ciò che non era stato possibile per voi. Ognuno di loro deve avere la possibilità di studiare e di fare ciò che gli piace nella vita, indipendentemente che sia maschio o femmina. E comunque, nonostante questo, nonostante questi sforzi, voi che avete dei figli già adulti, vedete comunque che anche nelle loro vite c’è più realtà che favola. La vita rimane lavoro e fatica con preoccupazioni e litigi. Anche la vita dei vostri figli non è un sogno, loro sono diventati adulti e se tutto va bene sono contenti della loro vita.

Però il grande sogno, il miracolo, l’elemento fiabesco – tutto ciò rimane nella fantasia e quando sentiamo il racconto di Maria, la nostra cenerentola, suonano le campanelline di un ricordo passato e diciamo: Ma che bello, ma come sarebbe stato bello se….

Ah Maria, che fortuna hai avuto nella tua vita. – Ma che cosa aveva Maria che io non ho, perché lei e non mia figlia, mio figlio? Perché lei sperimenta il miracolo e non io, non il mio vicino che sta per morire, non mio figlio che è malato, non il nostro mondo?

‘Stop, aspettate un attimo’ dovrebbe dire Maria. ‘Non è così facile. Perché anche se tanti cercano di farmi apparire come cenerentola, come la bella madonnina col vestitino celeste, io avevo una vita normale, con tutto ciò che ne fa parte. Non ho cercato il miracolo e non mi sono mai montata la testa per queste cose. Ho cercato di servire Dio al meglio, ma non è stato sempre facile e non sempre bello. Ho dovuto partorire in una stalla, lontano dalla mia famiglia; mio padre era arrabbiato con me e anche con Giuseppe non era sempre facile. Con un bambino piccolino ho dovuto fuggire dalla mia patria, per anni abbiamo abitato all’estero prima di tornare a Nazaret. Non mi sono sentita come in una favola. E quando Gesù era cresciuto e andava in giro per predicare e tutti dicevano che bestemmia Dio e sarebbe un ciarlatano e delinquente, come pensate che mi sia sentita. Io ero presente sotto la croce di mio figlio e odiavo me stessa e il cantico di lode che avevo cantato una volta. Proprio questo doveva essere l’esito della mia lode? Per questa fine avevo cresciuto mio figlio, in questo avevo posto le mie speranze per vederlo finire in croce come un delinquente?

È dovuto passare del tempo perché potessi vedere tutto. Sono serviti degli anni prima che potessi capire che cosa cantavo dicendo: ha detronizzato i potenti, e ha innalzato gli umili. I rapporti di forza sono cambiati. Per Dio, è grande, ciò che nel mondo non vale nulla. La sua potenza si mostra nella debolezza, il suo regno si impone con la pace. Dio non adempie tutti i nostri desideri, ma adempie tutte le sue promesse.

Mi chiamo Maria e cerco di servire Dio con la mia vita. Niente di più, niente di meno. Anche la mia vita era più realtà che sogno, ma ha incontrato il miracolo che solo Dio può compiere’ – Forse questo ci direbbe Maria.

La nostra vita è reale come era la vita di Maria, ma anche la nostra vita può incontrare il miracolo di Dio. Può succedere che anche nella nostra quotidianità succeda qualcosa che non ci saremmo mai aspettati, una luce, un incontro, un conforto. – Dio stesso si mette in cammino per incontrarci, per farci percepire l’amore, per illuminarci la via, per accompagnarci proprio nei momenti in cui non ce lo aspetteremmo, così nel bel mezzo della nostra vita reale.

Quotidianità interrotta. Dio ci incontra per confortarci. Dio ci incontra per usarci. Questo è il miracolo del quale dovremmo assolutamente tenere conto nella nostra vita reale.

Amen