Sermone: Seguivano la luce per trovare grande gioia

La settimana scorsa abbiamo parlato dell’importanza di avere una meta nella vita. Abbiamo paragonato la vita ad una barca che viene mossa dalle onde e dicevamo quanto sia importante che questa barca abbia un timone, una bussola, un porto verso cui puntare. Abbiamo anche riflettuto sulle persone che cercano un punto d’appoggio per la loro vita, cercando orientamento negli oroscopi, che si trovano proprio in questo periodo di inizio anno un po’ dappertutto.

Oggi ci viene proposto un testo che parla proprio di persone che prendevano sul serio gli oroscopi. Sono chiamati magi, forse potremmo dire anche astrologi.

Ascoltiamo Matteo 2,1-12

Gesù era nato in Betlemme di Giudea, all’epoca del re Erode. Dei magi d’Oriente arrivarono a Gerusalemme, dicendo: 2 «Dov’è il re dei Giudei che è nato? Poiché noi abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo». 3 Udito questo, il re Erode fu turbato, e tutta Gerusalemme con lui. 4 Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informò da loro dove il Cristo doveva nascere. 5 Essi gli dissero: «In Betlemme di Giudea; poiché così è stato scritto per mezzo del profeta: 6 “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei affatto la minima fra le città principali di Giuda; perché da te uscirà un principe, che pascerà il mio popolo Israele”». 7 Allora Erode, chiamati di nascosto i magi, s’informò esattamente da loro del tempo in cui la stella era apparsa; 8 e, mandandoli a Betlemme, disse loro: «Andate e chiedete informazioni precise sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, affinché anch’io vada ad adorarlo». 9 Essi dunque, udito il re, partirono; e la stella, che avevano vista in Oriente, andava davanti a loro finché, giunta al luogo dov’era il bambino, vi si fermò sopra. 10 Quando videro la stella, si rallegrarono di grandissima gioia. 11 Entrati nella casa, videro il bambino con Maria, sua madre; prostratisi, lo adorarono; e, aperti i loro tesori, gli offrirono dei doni: oro, incenso e mirra. 12 Poi, avvertiti in sogno di non ripassare da Erode, tornarono al loro paese per un’altra via.

Prima di arrivare a questi famosi magi, parliamo una volta di Erode, perché è lui che in grande parte incide sulla vita quotidiana delle persone. – Mio figlio mi direbbe: ‘Non mi piace Erode! Mamma, perché può uccidere delle persone?’ E io rispondo: ‘Perché è il re. Il re è più potente degli altri.’ Jeanni pensa e mi dice ‘Ma Dio sa che Erode è cattivo.’ E io, anche se non lo dico, mi trovo a pensare: però anche se Dio lo vede, quante persone hanno dovuto subire questo re, Erode il grande.

Erode era un politico di grande successo, tanto da “meritarsi” il nomignolo ‘il grande’. Costruì il porto e la città di Cesarea marittima, Tiberiade al lago e diversi templi in onore di divinità pagane o di Cesare. Si potevano trovare sue costruzioni ad Atene, Sparta, Tiro, Sidone, Damasco, Antiochia. Costruì anche diversi castelli, ma soprattutto innalzò nuovamente il tempio di Gerusalemme del quale oggi è rimasto il famoso muro del pianto. Erode il grande – Un re che assomma in se grandi conquiste insieme a grandissimo peccato.

Erode non era israelita, veniva da una famiglia edomita. Si era sposato con Mariamne, la figlia di un sacerdote e re. In seguito fece uccidere prima il fratello di sua moglie, poi lei, dopo sua madre e infine tutti i maschi della famiglia, per rimanere solo lui con tutto il potere in mano. Erode aveva oltre a Mariamne ancora nove altre donne e col tempo la diffidenza e l’odio nella sua famiglia si fecero sentire sempre più. Poco prima della sua morte fece giustiziare tre dei suoi figli per pura paura di perdere del potere.

Quanto egoismo, quanto peccato, quanta attualità. Mi colpisce sempre di nuovo che la Bibbia ci racconta di personaggi che potremmo incontrare anche oggi. Talvolta ho l’impressione che certe persone perdano il contatto con la realtà, riescono solo più a guardare a se stessi e ad ogni passo che compiono la loro vita diventa peggio. – Forse vi ricordate che Lutero ha descritto il peccatore con un uomo che è incurvato in se stesso, che non riesce più ad alzare gli occhi verso Dio, verso gli altri, ma vede solo più se stesso. – Quanto hanno dovuto subire le persone da Erode, quanto dobbiamo noi subire oggi da certe persone che purtroppo hanno del potere.

In questa realtà crudele arrivano dei magi d’oriente. La tradizione ci fa venire in mente dei re, di cui uno di colore; gli abbiamo dato anche dei nomi: Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Di tutto ciò la Bibbia non ci dice niente. Sta solo scritto che arrivano dei magi che vengono dall’oriente, che potrebbe essere Babilonia, cioè la zona dell’Iran o dell’Iraq. E davvero le ricerche astronomiche attestano che nell’anno 7 prima di Cristo si poteva vedere una speciale costellazione tra Giove, pianeta che era simbolo del re del mondo, e Saturno che simboleggiava il popolo ebraico.

Permettetemi di aprire una parentesi: sapete che il popolo d’Israele è stato per lungo tempo in esilio in Babilonia. Forse sapete anche che troviamo due racconti della creazione nella Bibbia dei quale uno è stato scritto proprio lì in Babilonia da dove venivano i magi. E visto che l’astrologia era già all’epoca un grande tema in Babilonia viene raccontato che Dio mette il sole, la luna e le stelle come lampade in cielo che devono farci luce. Il messaggio che questo racconto porta è semplice: le stelle non sono delle divinità, le stelle non hanno del potere, non sono niente di più di lampade che Dio ha messo in cielo perché siano utili con la loro luce.

Chiudiamo la parentesi. Ma adesso abbiamo una vaga idea di chi sono questi magi che vengono da Babilonia verso Gerusalemme. Sono dei pagani che credono nella potenza delle stelle, non conoscono il Dio d’Israele, non conoscono le antiche profezie, ma comunque vengono per cercare il messia.

È dove lo cercano? Alla corte del re, nel bel mezzo della crudeltà del mondo cercano la salvezza. Vengono a chiedere Dov’è il re dei Giudei che è nato?. Con queste parole scombussolano Erode, ma anche tutta Gerusalemme. Proprio nell’anno 7 nel quale si poteva vedere queste speciale costellazione, Erode aveva fatto uccidere i suoi figli per rendere sicuro il trono per se stesso. Adesso vengono dei magi da lontano che chiedono: Dov’è il re dei Giudei che è nato? Erode dev’essere rimasto esterrefatto al massimo.

Loro aggiungono: abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo. Vuol dire che Dio ha usato la superstizione di queste persone per portarli a Cristo. Sono partiti con delle coordinate sbagliate, ma con la voglia di trovare, e comunque sono partiti. – È un tema complicato, e in questo la mia formazione teologica mi rende difficile accettare e benedire troppo facilmente delle ricerche spirituali che dal mio punto di vista partono da una base sbagliata; comunque in questo caso dobbiamo ammettere che il fatto importante è che queste persone si sono messe in cammino e questo li ha portati alla fine a Cristo. Hanno visto la stella, una luce nella loro vita e si sono incamminati a cercare di più di questa luce.

Erode chiede ai capi dei sacerdoti e agli scribi del popolo per informarsi dove il Cristo doveva nascere e loro gli rispondono: In Betlemme di Giudea; poiché così è stato scritto. Forse avete già notato il punto interessante. I sacerdoti e gli scribi sanno, dove si aspettava il messia. Al più tardi con la visita dei magi vengono anche a sapere della speciale costellazione, loro credono in Dio, conoscono la scrittura, sanno tutto, ma non si mettono in cammino. Questo fa la differenza.

Mentre dei magi ci viene raccontato: Essi dunque, udito il re, partirono; e la stella, che avevano vista in Oriente, andava davanti a loro finché, giunta al luogo dov’era il bambino, vi si fermò sopra.

Io mi auguro che noi possiamo imparare qualcosa da questi pagani che percepiscono un raggio di Dio e non si fermano fino a quando non arrivano a Cristo. Talvolta ho paura che siamo troppo sicuri di essere dalla parte giusta, di sapere già tutto, di poter guardare gli altri con un’aria di superiorità. La fede non funziona così, la fede è sempre un cammino, mai un possedere. – C’è una bella canzone tedesca che dice più o meno: ‘Chi si è convertito una volta nella vita e poi rimane fermo in quel punto nella fede, mi fa paura. Convertirsi vuol dire cercare Dio ogni giorno di nuovo.’

Voglio sentire questo invito ad alzarmi ogni giorno di nuovo per cercare la stella che illumina la mia vita.

Ancora un’ultima domanda: Che cosa hanno trovato i magi nella loro ricerca? Sta scritto: Quando videro la stella, si rallegrarono di grandissima gioia. Hanno trovato la gioia, non il divertimento, non le burle, lo spasso, ma vera e profonda gioia.

Penso che sia un bellissimo dono quello che loro potevano portare a casa, la gioia nel Signore nella quale noi possiamo vivere ogni giorno, se ci alziamo per andare a cercarlo.

Amen