Sermone: Alla nave in alto mare serve una meta

Tante persone vorrebbero sapere che cosa porterà l’anno che è appena iniziato. Abbiamo tante attese all’inizio di un anno nuovo. C’è qualcuno che spera di trovare finalmente l’amore della sua vita, c’è qualcun altro che è alla ricerca di lavoro, c’è qualcuno che spera semplicemente in una vita serena e tranquilla. Chi sa se quest’anno potrà realizzare questi desideri. Se in questo periodo compriamo dei giornali, possiamo essere sicuri di trovare un oroscopo dentro che ci spiega come sarà l’anno nuovo. Voi li leggete? Io mi ricordo bene che li leggevo al tempo del liceo insieme alle mie amiche. Mi sono divertita molto con queste previsioni, fino al momento in cui ho capito che qualcuno prendeva queste stupidaggini sul serio. Da lì ho smesso di leggere gli oroscopi.

Rimane il fatto, che tante persone all’inizio di un anno nuovo alzano lo sguardo per vedere se c’è qualcosa di stabile in questo mondo. Cercano un appoggio, un aiuto per non annegare nel mare mosso della vita quotidiana.

Il testo biblico previsto per oggi parla della proclamazione di un anno accettevole del Signore. Un anno nel quale gli schiavi diventano nuovamente persone libere, un anno nel quale tutta la terra che era stata venduta viene data in retro al padrone originario, un anno di giubilo davanti al Signore.

Ascoltiamo il vangelo di Luca capitolo 4 i versetti da 16-21.

16 (Gesù) Si recò a Nazaret, dov’era stato allevato e, com’era solito, entrò in giorno di sabato nella sinagoga. Alzatosi per leggere, 17 gli fu dato il libro del profeta Isaia. Aperto il libro, trovò quel passo dov’era scritto: 18 «Lo Spirito del Signore è sopra di me; perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato ad annunziare la liberazione ai prigionieri, e ai ciechi il ricupero della vista; a rimettere in libertà gli oppressi, 19 e a proclamare l’anno accettevole del Signore». 20 Poi, chiuso il libro e resolo all’inserviente, si mise a sedere; e gli occhi di tutti nella sinagoga erano fissi su di lui. 21 Egli prese a dir loro: «Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi udite».

Sarebbe bello entrare nell’anno nuovo con gli occhi fissi in Cristo, come gli ascoltatori della piccola sinagoga di Nazaret. Perché anche noi, che non crediamo alle profezie degli oroscopi, abbiamo bisogno di un punto fermo, anche noi vogliamo fissare gli occhi in qualche cosa o qualcuno.

Mi chiedo se sarebbe possibile vivere senza questo punto fermo. Penso di sì, ma sarebbe una vita lasciata vagare a caso, secondo le circostanze liete o tristi che incontriamo giorno per giorno. Forse esistono più persone di quante pensiamo che vivono la loro vita così, senza meta, senza speranze, senza una linea chiara. Persone che si lasciano trascinare dalla vita senza cercare neanche di trovare un punto fermo. Come una barca che rolla nelle onde della vita, senza timone, senza bussola, senza meta.

Quando Gesù parla nella sinagoga di Nazaret, è all’inizio del suo ministero. Ha già predicato a Capernaum, ha già guarito le prime persone, ma adesso torna nella città nella quale è cresciuto e questo è sempre un momento speciale. Per quasi venti anni egli aveva frequentato questa sinagoga, prima di andarsene via da casa per farsi battezzare da Giovanni e per predicare il vangelo. Le persone lì lo conoscevano così come anche i suoi genitori.

È una cosa incredibile quella che Luca ci racconta. A Gesù viene dato da leggere nella sinagoga il grande rotolo sul quale era scritto il libro del profeta Isaia, lui lo apre e trova, non sappiamo se era il testo previsto o una scelta ispirata – trova il passo «Lo Spirito del Signore è sopra di me; perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha mandato ad annunziare la liberazione ai prigionieri, e ai ciechi il ricupero della vista; a rimettere in libertà gli oppressi, 19 e a proclamare l’anno accettevole del Signore». Fino qui è ancora tutto normale. Era normale che gli uomini – autorizzati da chi presiedeva la liturgia della sinagoga leggessero passi della Torah e potessero anche interpretare questi passi. La cosa incredibile è che Gesù parla di tutte le speranze e dei desideri che si trovano espressi in questa parola profetica e non li interpreta facendo riferimento ad una figura messianica che verrà in futuro. No, dice semplicemente «Oggi, si è adempiuta questa Scrittura, che voi udite» A questo punto si conclude anche il testo della predicazione e in tal modo il racconto è ancora più concentrato.

Gli ascoltatori nella sinagoga reagivano con molta probabilità come faremmo anche noi oggi: brontolavano, lanciavano accuse e alla fine – e spero però che questo limite noi non lo raggiungiamo – cercavano di uccidere Gesù che però dopo essere passato tra di loro, se ne andava.

Ma, viene da chiedersi: Gesù gioca con i desideri e le speranze di queste persone? Li prende sul serio con le loro preoccupazioni e i loro affanni? Guardiamo ancora una volta nel testo. Di che cosa si tratta? L’evangelo, la buona novella sarà portata ai poveri. Ai prigionieri sarà annunciata la liberazione, i ciechi ricuperano la vista, gli oppressi saranno rimessi in libertà e sarà proclamato l’anno accettevole del Signore. – In questo programma si trova del materiale esplosivo. In questo programma possiamo trovarci anche noi con i nostri desideri e speranze. E adesso viene uno che dice: Oggi, si è adempiuta questa Scrittura.

No, Gesù non gioca con i sogni degli uomini. Forse li prende addirittura più sul serio di quanto loro li prendano sul serio, ma dá una nuova direzione alla speranza. Gesù dà una meta alla barca della vita che viene mossa dalle onde. E questa meta è lui stesso. Non si tratta di singoli desideri che ognuno di noi ha continuamente. Le aspirazioni non cedono mai e ciò che è bene non sarà mai abbastanza bene. Gesù però non parla di questi singoli desideri, ma dell’essere umano nella sua totalità. Egli ci dice: se voi volete fidarvi di me, se voi volete credere in Dio, così tutto ciò si è adempiuto oggi per voi. Gesù ci parla di un mistero che anche oggi non è facile da comprendere. Anche oggi si può rispondere: ma sono ancora in prigione, sto ancora male, sono sempre povero, sempre oppresso – insomma, non è cambiato niente.

E comunque il cambiamento è possibile. Penso a Dietrich Bonhoeffer che è stato in prigione fino alla morte e comunque era capace di respirare vita e libertà. Penso a tanti malati che non si lasciano abbattere da una malattia, anche da malattie gravi, ma vivono la loro vita così com’è, nella piena speranza nel Signore. Gesù punta al cuore del messaggio biblico in cui tante persone sperano. Lo porta ad una meta e questo vuol dire: affidarsi all’amore di Dio che è diventato visibile, tangibile, comprensibile in Gesù Cristo.

Anche noi siamo in pericolo proprio all’inizio di un anno nuovo, di agire secondo le nostre speranze e desideri così come facevano gli ascoltatori di Gesù nella sinagoga di Nazaret. Hanno pensato troppo in piccolo, non riuscivano a sperare in qualcosa di grande, non potevano vedere tutto, non riuscivano a fidarsi totalmente.

Questo problema umano che ci porta ad avere uno sguardo troppo corto, viene ben sfruttato dalla pubblicità che ci promette le piccole cose della vita. ‘Se compri questo profumo diventi bella e desiderabile. – Se compri questa macchina sei un uomo di classe – Se possiedi questa poltrona ci sarà tranquillità nella tua casa.’ Conosciamo queste promesse e in certi momenti di lucidità possiamo addirittura ridere di tutto ciò che abbiamo e accumuliamo e sappiamo quanto poco queste cose ci servano davvero. Gesù va con il suo programma contro tutti questi piccoli desideri che soddisfanno oggi e fanno venire altre speranze domani.

Oggi si è adempiuto tutto. Anche se rimangono comunque certi singoli desideri. Gesù cambia la prospettiva, ci dà un’altra meta, una meta che è già oggi da intraprendere e che è il fondamento di ogni annuncio cristiano. La meta è Dio, o diciamo: la meta è che noi ci lasciamo orientare in direzione di Dio. Questo orientamento, questa fiducia è ciò che dà un senso e una meta nella vita. La speranza che i nomi dei credenti sono davvero scritti in cielo nel libro della vita e che con questo noi facciamo parte di un altro regno.

Non dobbiamo vivere secondo le leggi che questo mondo vuole dettarci. Non dobbiamo fare tacere le nostre speranze con cose che producono solo nuove speranze e nuovi desideri. Non dobbiamo rollare leggermente in alto mare senza possibilità d’uscita. Siamo liberi, per noi l’anno accettevole del Signore è già iniziato.

Gesù ci fa vedere un punto fermo in questa vita, una meta che è degna di essere seguita, una via che porta fuori dalle tenebre della notte e dell’ubriachezza e porta nella luce del giorno dove possiamo essere sobri e pieni di gioia vera per ciò che rende davvero liberi.

Vorrei che ricordassimo all’inizio di questo nuovo anno dove si può trovare questa libertà. Nell’orientamento verso Dio e nella fiducia nel suo amore. Tenetevi questa meta davanti agli occhi e questa speranza nei vostri cuori. Siamo ancora nel periodo natalizio, solo poco fa abbiamo ascoltato dell’inizio di questa speranza, lasciamola crescere nel corso di quest’anno e plasmiamolo nella speranza dell’amore di Dio.

Amen