Sermone: Figli della luce
Immaginatevi una domenica pomeriggio. Suona il telefono, chiamata del vostro capo. Si scusa di chiamare nel tempo libero ma dice: «Cara signora, caro signore, lei fa un lavoro proprio buono, è affidabile, abbiamo deciso di darle la responsabilità per la sede di Padova. Chiaramente questo vuol dire per Lei più lavoro, ma anche uno stipendio maggiore. Volevo solo dirglielo già oggi così che Lei si possa preparare per domani. Ancora buon pomeriggio. A presto.»
Come sarà andata oltre questa domenica pomeriggio? È bello quando ti viene detto che fai un buon lavoro. Siamo tutti fieri di sentire parole di stima. Forse sarebbe il giusto momento per stappare una bottiglia di spumante, per festeggiare insieme con la famiglia.
Forse vengono anche altri pensieri. Più responsabilità vuol spesso dire più tempo che dev’essere investito. Maggiore fatica, meno tempo libero, meno tempo per la famiglia.
Forse conoscete questi pensieri ambigui tra orgoglio, gioia, apprezzamento ma anche paura di fallimento e sovraffaticamento.
Vi racconto tutto ciò perché penso che ascoltando e prendendo sul serio il testo della predicazione di oggi possano venire sentimenti simili.
Ascoltiamo dalla lettera di Paolo alla chiesa di Efeso 5,8-14 Continua a leggere