“Famiglia Cristiana, o più semplicemente Famiglie?” Resoconto di un grande evento

Foto: TAVOLA ROTONDA SABATO 27 OTTOBRE 2012 "FAMIGLIA CRISTIANA? O, PIÙ SEMPLICEMENTE, FAMIGLIE?" - CHIESA METODISTA DI PADOVA - Corso Milano, 6

 

Alla presenza di una trentina di persone, si è tenuta, Sabato 27 Ottobre, presso la nostra sala di culto, la tanto attesa Tavola Rotonda dall’accattivante titolo “Famiglia Cristiana, o più semplicemente Famiglie?” organizzata dalla nostra Chiesa.

Introdotti brevemente dalla nostra Pastora, Caterina Griffante, sei rappresentanti delle istituzioni e delle confessioni religiose locali, si sono confrontati su posizioni assai diverse ma accomunati tutti da un grande rispetto ed interesse per l’argomento.

Ha moderato i lavori l’Avvocato Manuel Giacomazzi che ha iniziato il suo intervento partendo dagli articoli della nostra Costituzione (29, 30 e 31 che definiscono la famiglia in quanto “società naturale” e gli art. 2 e 3 che ne danno invece una concezione più ampia). L’Avv. Giacomazzi ha quindi dichiarato come la Corte Costituzionale, con la sentenza 138/2010, a seguito di un caso sollevato dal Tribunale di Venezia, e successivamente, a seguito di analogo caso sollevato dalla Corte d’Appello di Roma, abbia dato, unitamente alla Corte di Cassazione, una risposta forte sul tema delle unioni omoaffettive, stimolando il legislatore (Parlamento) a dare risposte in tal senso. In sintesi, ci troviamo difronte, conclude il relatore, ad un evidente “distacco” fra i nostri massimi organi giuridici (più “avanti” sull’argomento) rispetto al legislatore.

E’ stata quindi la volta di Marco Bouchard, magistrato e docente universitario, membro della Commissione del Sinodo Valdese incaricata, nel 2010, di preparare un documento ufficiale in merito alla benedizione delle coppie omoaffettive. Il Dottor Bouchard ha chiaramente ricordato come le Chiese Valdesi e Metodiste non abbiano un loro modello di famiglia da proporre, ma cerchino di contribuire ad un modello cristiano della stessa. In sostanza, queste Chiese riconoscono la pluralità dei modelli di famiglia, riconoscendo come il matrimonio e l’istuto familiare siano e debbano essere “quello che dice la legge in materia”. Il matrimonio, ha ricordato inoltre, per le chiese che si riconoscono nel protestantesimo “classico” (come appunto i Valdesi ed i Metodisti) non è un sacramento e quindi non è da considerarsi indissolubile. Queste Chiese riconoscono inoltre l’omoaffettività come una dimensione propria del singolo ma anche come unione, legame fra due persone. A questo si è arrivati allorquando, nel 2010, il Sinodo, stimolato dalla benedizione di una coppia omoaffettiva a Trapani e dalla celebrazione del battesimo di un bimbo di una coppia “arcobaleno” a Roma, avvenuti entrambi in chiese valdesi, abbia deciso di emanare un documento ufficiale sul tema affidandolo, per l’appunto, ad una commissione di cui faceva parte anche il relatore in questione. Il Sinodo delle Chiese Valdesi e Metodiste, spinto dalla situazione di clandestinità e di difficoltà in cui si trovavano e si trovano tuttora molti fedeli, si è quindi imposto una presa di posizione, ovvero la benedizione delle coppie omoaffettive solo in quelle comunità ove non vi sia una “ostilità manifesta”.

E’ stata quindi la volta di Maurizio Pioletti, responsabile della campagna “Una volta per tutti” volta alla raccolta di firme per una iniziativa di legge popolare (partita a giugno di quest’anno) in merito al riconoscimento delle unioni civili. Come ha ben detto il relatore, si tratta di una iniziativa “per una società veramente civile” e volta non solo alle coppie omoaffettive. In sintesi, la campagna mira ad estendere i diritti e i doveri del matrimonio tradizionale, ad una introduzione del P.A.C.S. (Patto di Azione Civile di Solidarietà) sul modello francese e al riconoscimento del diritto di assistenza anche alle unioni di fatto e non solo alle famiglie tradizionali.

A seguire, don Enrico Piccolo, assistente diocesano di Azione Cattolica, che si è definito “non in rappresentanza della Chiesa ma come un prete che non ha specifiche competenze in materia” ma presente a tale avvenimento “solo perché me lo hanno chiesto”. Don Piccolo, evitando di usare il termine “omosessuale”, ha semplicemente fatto notare come vi siano, nella nostra realtà locale, sempre più famiglie mononucleari, meno matrimoni e sempre più convivenze. Queste ultime viste come un “periodo di prova”. Ha inoltre evidenziato come molti divorziati risposati vivano in situazioni di povertà, dal momento che, oltre alle spese per vivere (magari anche con un mutuo alle spalle) debbano sostenere anche quelle per pagare gli alimenti all’ex consorte. Ha poi spostato l’attenzione sull’aumento di richieste, da parte di conviventi, di accedere ai sacramenti o ai corsi per fidanzati in preparazione al matrimonio. Ma, d’altra parte, ha ribadito la posizione della Chiesa Cattolica sul fatto che a tali persone (divorziati e conviventi) sia espressamente chiesto di non poter essere catechisti o padrini di battesimo. Ha quindi continuato ribadendo come le coppie conviventi siano di “difficile accompagnamento” secondo i dettami della Chiesa di Roma. L’intervento si è concluso riconoscendo come la Chiesa Cattolica sia ancora molto “guardinga” ed in fase di riflessione relativamente al riconoscimento delle famiglie di fatto.

E’ stata quindi la volta di Daniela Ruffini, Presidente del Consiglio Comunale di Padova, in rappresentanza delle istituzioni locali. La Consigliera Ruffini, in un intervento assai applaudito al termine, ha ribadito come il Comune di Padova riconosca le unioni di fatto, rilasciando un certificato anagrafico nel quale si attesta l’esistenza di una famiglia basata su “vincoli affettivi”. Un piccolo passo avanti, ha evidenziato la relatrice, compiuto dalla precedente legislatura comunale. La relatrice ha quindi precisato il cuore del suo intervento, ovvero come la politica non riesca a dare una risposta a molte persone in tema di riconoscimento delle unioni di fatto e che questo debba finire, onde evitare ulteriori sofferenze inutili. Chiaro il legame con quanto espresso in precedenza dall’Avv. Giacomazzi sul “silenzio del legislatore” in materia.

L’ultimo dei relatori, il pastore Franco Evangelisti della comunità Avventista di Padova, ha quindi evidenziato come la nostra sia una società complessa che richiede quindi una pastorale a 360 gradi. Ha poi citato le parole, oseremo dire profetiche, di Dietrich Boenhoffer “cercare Dio in un tempo senza Dio”. Ha comunque ribadito il passo biblico “E Dio li creò maschio e femmina” invitando ad una riflessione se esista o meno, nel nostro tempo, il concetto di peccato, dal momento che, sempre secondo il relatore, “Dio viene sempre più messo da parte in nome della libertà individuale”. Un Dio che con la Sua Parola “parla di una coppia che è chiamata a dare la vita”.

Ha concluso la serata un interessante e partecipato dibattito con il pubblico presente.