Sermone: La Riforma

È festa in Italia, i negozi sono addobbati con ragnatele e zucche sorridenti. Anche noi festeggiamo, ma la nostra festa non è una festività pagana di cui il commercio si è riappropriato, ma piuttosto il punto di partenza della chiesa evangelica – o delle chiese evangeliche – come le conosciamo oggi.

La Riforma è iniziata con un monachello che aveva in mente di vivere la sua fede in maniera vera, sincera. Un monaco che si aspettava che un cristiano pensasse. Non gli bastava ripetere delle dottrine cristiane. Si era appassionato alla Bibbia e cercava di trasmettere il suo amore per questo testo ai suoi studenti dell’università di Wittenberg. Il suo sogno era di dare la Bibbia nelle mani delle persone. Lui aveva vissuto un bel po’ di tempo chiedendosi sempre di nuovo: Che cosa devo fare per trovare un Dio misericordioso? Forse oggi la domanda sarebbe ancora più radicale: Esiste Dio? Dov’è Dio? Qual è lo scopo della vita? Ma in fondo è sempre la stessa domanda con la quale lottava già Lutero: dove trovo una base solida, su quale roccia posso costruire la mia vita, dove sei tu, Dio misericordioso?

E Lutero trovò nella lettera ai Romani un testo che diventava sempre più importante per la sua riflessione. Un testo nel quale Paolo parla della giustificazione per fede soltanto. Vi leggo Romani 3,21-28

Ora però, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, della quale danno testimonianza la legge e i profeti: 22 vale a dire la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo, per tutti coloro che credono-infatti non c’è distinzione: 23 tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio- 24 ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. 25 Dio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, 26 al tempo della sua divina pazienza; e per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù. 27 Dov’è dunque il vanto? Esso è escluso. Per quale legge? Delle opere? No, ma per la legge della fede; 28 poiché riteniamo che l’uomo è giustificato mediante la fede senza le opere della legge.

In questo testo si parla della giustizia di Dio. Lutero cerca un Dio giusto. Non può e non vuole credere che Dio abbia fatto l’uomo peccatore per farlo andare verso la perdizione. Lutero non riusciva più a vivere costantemente nella paura del diavolo e dell’inferno. Questa incertezza quasi lo faceva diventar matto. E a questo punto gli capita in mano una bibbia. Non era così ovvio perché c’era l’opinione che la bibbia fosse talmente difficile da capire che neanche tutti i preti dovessero leggerla. Lutero si applica intensamente a questo tesoro, alla bibbia. Probabilmente aveva già sentito una volta il brano dalla lettera ai Romani, ma rileggendolo con più attenzione, succede che gli si aprano gli occhi. Gli viene un’illuminazione, e non si tratta di una singola candela, ma di un intero candelabro; e scrive a questo proposito:

Odiavo infatti quest’espressione, “giustizia di Dio”, perché l’uso e la consuetudine di tutti i dottori (in teologia) mi avevano insegnato a intenderla filosoficamente, come giustizia formale o attiva (così la chiamano), per la quale Dio è giusto e punisce i peccatori ingiusti. Io però, che mi sentivo davanti a Dio peccatore con la coscienza molto inquieta, benché vivessi come un monaco irreprensibile … Finché, avendo Dio compassione di me, mentre meditavo giorno e notte ed esaminavo il concatenamento delle parole seguenti: “La giustizia di Dio è rivelata in esso (cioè nell’Evangelo), come è scritto: “Il giusto vivrà per fede”. A questo punto mi sentii letteralmente rinascere e mi sembrò di entrare direttamente in paradiso, le cui porte si erano spalancate. Allo stesso tempo l’intera Scrittura acquistò per me un altro aspetto.”

Ed è stato proprio questo messaggio che Lutero voleva diffondere: posso essere certo. Non devo cercarmi ogni giorno di nuovo un Dio misericordioso. Non devo cercare di rendermi Dio misericordioso compiendo delle opere o ancora peggio, provare a comprarmi la mia salvezza. No, se viviamo nella certezza che la nostra vita appartiene a Gesù Cristo, così siamo suoi figli, abbiamo acquistato uno stato nuovo. Così Dio non ci lascerà mai più, di questo possiamo essere sicuri. Dio ci ha dato un solido fondamento sul quale possiamo costruire la nostra vita. Non dobbiamo costruire solo qualcosa di piccolo non sapendo se il fondamento regge davvero. No, non dobbiamo aver paura il fondamento è solido!

Diamo ancora un’occhiata al testo: Inizia con un Ora però. Ora è iniziato un nuovo tempo. Ora con Gesù, ora con la riforma, ora quando io affido la mia vita a Dio. Questo nuovo tempo rivela la giustizia di Dio senza la legge. La giustizia di Dio è diventata verità nella morte e risurrezione di Gesù Cristo. Con questo evento è cominciata l’epoca della misericordia.

Talvolta non possiamo capirlo neanche noi che cosa vuol dire un’epoca senza la legge. Qui in Italia passano tante serie poliziesche in TV. Hanno una cosa in comune, alla fine i cattivi vengono condannati. La legge porta giustizia. Forse ci fa bene vedere che esiste questa giustizia di fronte alla quale nessuno può scappare. – Dio agisce diversamente. Di fronte alla sua giustizia il peccatore viene giustificato. Dio non guarda alla legge e propone un’assoluzione. – E se siamo sinceri con noi stessi, sicuramente abbiamo già pensato una volta: ma se è proprio così che Dio dà le assoluzioni, potrebbe venire chiunque a chiederlo. Sì, è proprio così. Potrebbe venire chiunque e addirittura Dio sarebbe lieto se venisse chiunque. È la più grande gioia che possiamo dare a Dio quando veniamo a lui per dirgli: Sono qui, salvami.

Tutto questo succede tramite la fede, la fede in Gesù Cristo, o ancora detto meglio, la fede di Gesù Cristo. Perché non dobbiamo per nulla pensare che noi possiamo fare qualcosa per la nostra salvezza. Nella lettera ai Galati sta scritto (2,20): Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato sé stesso per me. Non è la mia fede che salva. È la fede di Gesù. Non è la mia opera, la mia fatica, ma è fatto tutto da Gesù. La fede è una possibilità che Dio mi dà di fronte alla quale io posso dire il mio ‘Si’. Ma la fede non è mai il mio merito, è sempre ciò che Cristo agisce in me.

Nel nostro testo Paolo chiarisce anche, che tutti gli uomini sono sottomessi al peccato: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio. In origine non è stato così. Dio aveva fatto l’uomo così che questi avesse parte alla gloria di Dio. Ma il peccato ci ha messo un segno, un segno di morte. Il verdetto è sempre lo stesso:” colpevole!” e questo vale per tutti gli uomini senza distinzioni. Questo non ha niente a che fare col modo in cui viviamo la nostra vita. C’è bravissima gente che vive con alte convinzioni morali, ma comunque porta il segno della morte. Solo Dio può salvare, solo lui può dare assoluzione. Questo salvare si traduce letteralmente con ‘comprare per liberare’. Nella società greca solo una persona libera aveva valore, uno schiavo no. Ma Gesù libera lo schiavo con una somma che quello non avrebbe mai potuto pagare, lo affranca. Se anche noi vogliamo vivere in questa libertà c’è solo una via e questa via è quella di Cristo.

Nel testo si va oltre chiedendo Dov’è dunque il vanto? Esso è escluso. Per quale legge? Delle opere? No, ma per la legge della fede. Non abbiamo fatto niente di cui potremmo vantarci. Ha fatto tutto Dio. L’unica cosa da dire è un “sì” all’opera di Dio.

L’ultimo versetto del nostro testo è diventato una frase centrale per la riforma: Poiché riteniamo che l’uomo è giustificato mediante la fede senza le opere della legge. Solo la fede giustifica. Una delle prime frasi dei bambini è: Posso farlo io! Sono già grande! – Quando si tratta della nostra salvezza non possiamo niente. È soltanto Dio che ci regala questa giustizia.

Talvolta mi chiedo che cosa abbiamo fatto con queste idee di Lutero. Tante persone cercano di raggiungere la salvezza con le loro azioni. Ci sono addirittura cristiani che pensano di essere qualcosa di meglio perché danno tanti soldi o tanto tempo per l’opera del Signore. E talvolta guardiamo male le persone che incontrano Cristo all’ultimo momento, quasi dicendo: come, e questa sarebbe giustizia, che quello adesso sia su uno stesso livello con me!

Lutero avrebbe anche oggi da predicare. E direi che lui non sarebbe neanche contento di quello che abbiamo fatto con la sua Bibbia. Sì, in quasi ogni casa si trova una bibbia. Anche nelle case cattoliche, su questo punto non dobbiamo fare nessuna polemica. Ma viene letta? La leggiamo noi? – E quasi posso vedere Lutero che grida: Ho tradotto la bibbia per voi!

Mia nonna raccontava ancora che la domenica quando tutti nel suo paese andavano in chiesa si potevano distinguere bene cattolici ed evangelici. I cattolici avevano con sé un innario, gli evangelici un innario ed una bibbia. Con fierezza hanno portato la bibbia quasi dicendo: Noi possiamo leggere direttamente la parola di Dio. Nessuno ci deve dire cosa dobbiamo credere. Nessuno ci può dire delle verità che non hanno fondamento nella bibbia.

È proprio questo che si augurava Lutero. Cristiani maturi che usano il diritto di poter leggere direttamente la parola di Dio – dall’inizio alla fine, sempre e sempre di nuovo.

Mi auguro che riprendiamo qualcosa di questo spirito della Riforma. Mi auguro che riprendiamo a leggere con fierezza la nostra bibbia. – Lo stesso vale per la grande scoperta della giustificazione mediante la fede. Troppo spesso la accettiamo come una cosa normale e non vediamo più la lotta che ha fatto Lutero per arrivare a tal punto.

Mi auguro che respiriamo di nuovo un po’ dello spirito evangelico per portarlo anche a questo mondo. Abbiamo un fondamento solido, da lì possiamo agire e portare la parola di Dio al mondo. Che Dio ci aiuti.

Amen