Sermone: Rallegratevi!
Quando ci siamo incontrati con S. e A. per parlare di questo culto mi hanno detto: Fai qualcosa di allegro! – Non è sempre così facile. Noi evangelici siamo gente molto seria. Sono qui tutto l’anno nella toga nera senza stola dorata, annuncio la parola di Dio che non è sempre facile da capire e, lo vedete bene, questa chiesa è molto sobria.
Ma talvolta i brani biblici previsti per la domenica cascano a pennello e rispondono bene a certe richieste. Per questo vi posso proporre oggi un testo che vuole portare allegria.
Leggo dalla lettera di Paolo ai Filippesi nel 4 capitolo i versetti da 4-7:
4 Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi. 5 La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino. 6 Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. 7 E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.
Non è un testo pensato per un matrimonio. Però penso che possiamo trarne tanti spunti che aiutano alla convivenza, anche alla convivenza di due coniugi.
Festeggiamo oggi la benedizione del vostro matrimonio, ma in tutta la gioia sappiamo che non è un periodo molto allegro o tranquillo per voi due. Siete molto presi per lo stato di saluti del vostro padre e suocero. Questo giorno non è un momento da favola, è forse va bene così, perché la nostra vita non è una favola. Quando Paolo scrive ai Filippesi ‘Rallegratevi!’, parla in una situazione concreta e neanche questa era da favola. Lo scrive dopo il litigio di due donne nella chiesa di Filippi. – Rallegratevi. Il Signore è vicino.
Che cosa può voler dire per queste due donne in conflitto: Il Signore è vicino? Che cosa può significare per noi con i nostri problemi quotidiani? Ho in mente abbastanza situazioni nelle quali non mi viene da ridere ma piuttosto da piangere. Situazioni nelle quali non vedo soluzioni, con persone che non hanno la minima voglia di cambiare qualcosa, anche se stanno male e anche se fanno star male altre persone. Situazioni nelle quali mi sembra cinico gioire. Le nostre emozioni dipendono da ciò che ci circonda che oggi può essere bello ma domani può cambiare.
Paolo ci esorta invece Rallegratevi sempre nel Signore. È diverso rallegrarsi nel Signore, perché non devo trovare la gioia in me o attorno a me. Posso rallegrarmi anche nel Signore quando tutto il mondo attorno a me sembra triste e buio, quando non vedo soluzioni. La gioia nel Signore non dipende da me, ma dal Signore.
Paul Tillich, un teologo tedesco che ha abitato negli Stati Uniti racconta di due viaggi che lui fece negli anni cinquanta verso New York. All’epoca tanti usavano ancora la nave che era più economica rispetto a un volo. All’andata c’era sulla nave un cane. Il padrone aveva preso l’aereo e aveva mandato il cane con la nave. La bestia era seguita bene dai marinai, ma soffriva da morire ululando tutto il giorno. Non vedeva più alberi, solo questa isola bianca di metallo, non aveva nessun’idea di quando sarebbe finito l’incubo. Nessuno poteva calmare quel povero cane fino all’arrivo a New York. – Nel viaggio di ritorno c’era nuovamente un cane a bordo, ma questa volta con la padrona. Anche questo cane aveva paura, non gli piaceva per niente il viaggio, ma nei momenti più tristi guardava la sua padrona per rassicurarsi. E Tillich scrive che aveva l’impressione di vedere nello sguardo di questo cane la sicurezza che la sua padrona sapesse benissimo che cosa stava succedendo e che l’avrebbe aiutato a riprendersi dall’incubo del viaggio.
Mi sembra un bel paragone della vita con e senza la presenza del Signore. Per tutte e due i cani, il viaggio sulla nave è stato brutto. Per cristiani e non cristiani il viaggio su questa terra può essere difficile. La differenza è la presenza del Signore che ti assicura che il viaggio ha una meta, che il viaggio finirà e non nel nulla, che assicura di prendersi cura di te.
Questo vale per la vita di ogni cristiano, vale anche per la vita di coppia.
Lutero sosteneva che il matrimonio fosse una faccenda mondana da cui la chiesa si dovrebbe tenere fuori. – Sono scettica su questo fatto. La chiesa sì, ma Dio no. Penso che Dio sia proprio il punto nel quale una coppia credente si può incontrare anche nei momenti duri della vita. La vita non è una favola, può diventare dura, può diventare lunga, lunga quanto un viaggio in nave che sembra non terminare mai.
Paolo ci dice: Rallegratevi. Il Signore è vicino. È vicino a voi in ogni momento della vita.
Mi viene in mente Don Camillo, quel prete che è continuamente in lotta contro il sindaco comunista del suo paese. Ciò che mi piace in questa figura è che si mette in ogni momento libero in contatto con Gesù. Chiaro in maniera cattolica, dentro in chiesa e davanti al crocifisso (forse noi diremmo che non serve né il luogo speciale né il crocifisso) – ma comunque Don Camillo prega. Mette in atto ciò che dice Paolo quando scrive in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti. In ogni cosa – come Don Camillo che va con ogni cosa a chiedere a Gesù la sua opinione, si confronta, si fa mettere sulla strada giusta. Mi piace quest’ atteggiamento. Penso che faccia bene mantenere il contatto con Cristo nella preghiera, nella lettura della sua parola, nell’incontro con altri cristiani. Penso che queste buone abitudini che John Wesley chiamava i mezzi di grazia, facciano bene alla vita di ogni cristiano, ma anche alla vita di coppia. Nei momenti in cui non ho voglia di incontrare l’altro coniuge al mio tavolo possiamo incontrarci invece al tavolo del nostro Signore. Quando non ho voglia di sentire le parole dell’altro, dell’altra, possiamo sentire insieme le parole bibliche. Fa bene includere la fede nella relazione di coppia.
Una vita del genere porta frutto. Paolo scrive: La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini. La gioia nel Signore contamina e deve trovare una via d’uscita, una via per comunicarsi. Un frutto di questa gioia è la mansuetudine. I cristiani possono essere mansueti con altre persone perché loro stessi sanno bene di vivere della grazia di Dio. Partendo da questa grazia possiamo essere anche mansueti nella vita di coppia, perché sappiamo bene di non essere per nulla perfetti. Sappiamo che abbiamo bisogno della grazia e misericordia di Dio e così possiamo essere anche noi misericordiosi con il nostro partner. – All’inizio di una relazione sembra tutto rose e fiori. Voi due non siete più teenager e forse avete anche già oltrepassato la fase fiabesca di una relazione. Quando dico questo non lo dico con dispiacere. È bello quando una relazione “atterra” nella realtà, quando siamo in grado di vedere il coniuge con i suoi doni e lati buoni come anche con i suoi lati oscuri che non fa vedere a tutti. Mansuetudine – ne serve tanta in una relazione che vuole durare.
La cosa bella è che non dobbiamo produrre da noi questa mansuetudine, ma ci viene donata nella relazione con Cristo. Solo chi riceve può anche donare.
Conoscete la differenza tra una cisterna e una fontana? La cisterna conserva l’acqua senza che questa si ricambi automaticamente. Ha spesso problemi con batteri e talvolta l’acqua inizia a puzzare. La fontana invece è in movimento. L’acqua arriva sempre fresca e non diventa vecchia. – È così con la mansuetudine. Chi è in collegamento continuo con la fonte, cioè Cristo, non fa fatica a dare amore, e gentilezza, non fa fatica e fare un passo indietro e a mettersi per amore in seconda fila. Se manca invece quel collegamento diventa difficile il rapporto con la mansuetudine.
Ancora un ultimo pensiero che Paolo suggerisce alla chiesa di Filippi. Non angustiatevi di nulla. Siamo spesso molto bravi ad angustiarci, a farci mille pensieri perché non riusciamo a programmare tutto nella nostra vita così come vorremmo. Non dobbiamo neanche illuderci che possa esistere una vita senza paure. Paolo non vuole dirci di nascondere i nostri pensieri, ma vuole ridimensionare le angustie.
Posso portare le mie paure a Dio. Non è solo una frase pia. Se da un lato della mia vita ci sono preoccupazioni e paure, dall’altro può esserci la fiducia in Dio, la certezza che è Dio che porta la mia vita nelle sue mani. Di questo fa anche parte la certezza che Dio porta la vita di una coppia nelle sue mani. Oggi vogliamo ancora pregare per voi, S. e A. Voi chiedete la benedizione di Dio per la vostra relazione. Sicuramente questa benedizione non è un momento magico. Non scenderanno le stelline e non vi posso dare l’attestato che andrà tutto alla grande, ma potete essere sicuri che Dio custodirà anche la vostra relazione. Potete vivere nella sicurezza che la vostra vita di coppia sta in mani più grandi e non solo nelle vostre mani. In tutte le paure e insicurezze potete fidarvi di queste mani.
E Paolo finisce scrivendo: E la pace di Dio, che supera ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.
Amen
Ulrike Jourdan