Vorrei raccontarvi una storia, la
storia dell’umanità e del sole, della luna e delle stelle. Una storia che
inizia nel principio, per usare le parole bibliche, perché gli astri, da
sempre, prima di noi, hanno il loro posto sopra di noi.
Sono proprio sole, luna e stelle
che permettono e regolano la vita umana: il sorgere e il tramontare del sole e
della luna scandiscono il tempo, il passare dei giorni, dei mesi, delle
stagioni; ma anche regolano l’alternarsi del buio e della luce, del caldo e del
freddo, e quindi della semina e del raccolto; senza dimenticare la possibilità
di orientarsi… gli astri, nel principio, non erano solo compagni di
viaggio, ma strumenti essenziali del viaggio, erano ciò che faceva la
differenza fra carestia e abbondanza, benessere e povertà, salute e malattia.
Ma ecco che un giorno Mosè dice
al popolo di Israele:
badate
bene a voi stessi, … affinché, alzando gli occhi al cielo e vedendo il
sole, la luna, le stelle, tutto l’esercito celeste, tu non ti senta attratto a
prostrarti davanti a quelle cose e a offrire loro un culto, perché quelle sono
le cose che il SIGNORE, il tuo Dio, ha lasciato per tutti i popoli che sono
sotto tutti i cieli. (Deuteronomio
4,15.19)
Badate bene di non cedere alla tentazione di prostrarvi davanti a sole,
luna, stelle, pianeti…
Ci fa quasi sorridere l’idea di
pregare o offrire sacrifici a sole, luna e stelle per ricevere in cambio un
buon raccolto, ricchezza, salute…
Eppure, se ci pensate, noi non
siamo molto diversi dal popolo di Israele. Certo, non preghiamo e non ci
prostriamo davanti a pianeti e stelle, e non ci lasciamo spaventare dai segni
nel cielo, ma non lo facciamo solo perché non ne abbiamo bisogno: infatti noi
sappiamo.
Noi possediamo le conoscenze e le
tecniche necessarie per spiegare, ma anche sfruttare e costringere alla nostra
volontà il tempo, la luce, il calore. Possiamo alzare e abbassare la
temperatura a nostro piacimento; possiamo coltivare qualsiasi prodotto in
qualsiasi posto e in qualsiasi stagione; possiamo rallentare o accelerare i
processi di crescita. Non temiamo più gli astri e non cerchiamo di compiacerli,
perché non sono più indispensabili: adesso possiamo appropriarci delle loro
funzioni.
Anche per noi, come per il popolo
di Israele, la creazione non è solo dono da accogliere con gratitudine e da
condividere; la creazione è qualcosa di cui impadronirsi, da sottomettere e
controllare; è una ricchezza da sfruttare.
Quasi senza accorgercene anche
noi ci siamo costruiti delle divinità che richiedono attenzione, sacrifici,
compromessi. Chi possiede acqua, aria, sole, terra, vento ha potere, ricchezza,
energia, vita. Non c’è più gioia, né canto, né lode nelle parole della
creazione: non siamo più compagni, non viviamo più gli uni per l’altra. Il
nostro è diventato sempre più il tempo dello sfruttamento e della violenza.
Ma questo è solo l’inizio della
storia, che continua con le parole di un narratore d’eccezione, il profeta
Isaia:
Ecco il giorno del Signore giunge: giorno crudele, di indignazione
e di ira furente,
che farà della terra un deserto e ne distruggerà i peccatori.
Poiché le stelle e le costellazioni del cielo non faranno più
brillare la loro luce;
il sole si oscurerà mentre sorge, la luna non farà più risplendere
il suo chiarore.
Io punirò il mondo per la sua malvagità e gli empi per la loro
iniquità;
farò cessare l’alterigia
dei superbi e abbatterò l’arroganza dei tiranni. (Isaia 13,9-11)
Sorelle e fratelli, gli astri, le
stelle, le costellazioni, il sole, la luna, sono creati per testimoniare il
Creatore perché il progetto di Dio per noi comprende e coinvolge ogni elemento
del creato. E quando noi ci allontaniamo da questo progetto, un progetto di
amore, giustizia, salvezza, benessere, gli astri stessi ci avvertono.
Il giorno del Signore è il giorno in cui ci confrontiamo con la
volontà di Dio per noi. E in quel giorno la terra diventa deserto, le stelle e
le costellazioni non brillano, il sole che sorge si oscura e la luna non
splende più.
Gli effetti della nostra gestione
della creazione, li stiamo vedendo già da qualche anno: cambiamenti climatici,
ghiacciai che si sciolgono, innalzamento del livello del mare, scomparsa di
interi piccoli arcipelaghi, migrazioni di persone ma anche di animali,
deforestazione e incendi, coltivazioni intensive che impoveriscono la terra e
le popolazioni… e spesso per contrastare
gli effetti delle nostre scelte sbagliate, non facciamo che aggravare la
situazione. In nome di uno sviluppo al quale non possiamo assolutamente
rinunciare, cerchiamo sempre più di controllare lo scorrere del tempo,
l’intensità della luce, le fonti di energia piegando la creazione alle nostre
esigenze.
Continua Isaia:
In quel giorno il Signore punirà nei luoghi eccelsi l’esercito di
lassù,
e giù sulla terra i re della terra;
La luna sarà coperta di rossore e il sole di vergogna (Isaia
24,21.23)
Così aveva detto il
Signore:
«Nel tornare a me e nello
stare sereni sarà la vostra salvezza;
nella calma e nella
fiducia sarà la vostra forza».
Ma voi non avete voluto!
Avete detto: «No, noi
galopperemo sui nostri cavalli!»
E per questo galopperete!
Tuttavia il SIGNORE
desidera farvi grazia, per questo sorgerà per concedervi misericordia;
Quando andrete a destra o
quando andrete a sinistra,
le tue orecchie udranno
dietro a te una voce che dirà: «Questa è la via; camminate per essa!»
Egli ti darà la pioggia
per la semenza con cui avrai seminato il suolo,
e il pane, che il suolo
produrrà saporito e abbondante.
Sopra ogni alto monte e
sopra ogni elevato colle ci saranno ruscelli, acque correnti
La
luce della luna sarà come la luce del sole e la luce del sole sarà sette volte
più viva,
come
la luce di sette giorni assieme (Isaia
30,15-16.18.21.23-26)
Fino a quando? È questa la
domanda che con sempre più insistenza ci viene rivolta dai nostri fratelli e
sorelle dei Paesi che più subiscono la nostra violenza, o la nostra
indifferenza.
Fino a quando ci ostineremo a
credere di essere noi a controllare il mondo e le sue risorse?
Fino a quando continueremo ad
imporre a tutti e a tutto le nostre priorità, i nostri progetti, il nostro
stile di vita?
Fino a quando continueremo ad
illuderci di essere i sovrani del creato, invece che gli amministratori della
creazione e i servitori delle creature di Dio?
Quel giorno, il giorno in cui il
Signore ci ricorda che è lui la fonte della nostra vita, la sorgente della
nostra energia, il senso della nostra storia, perfino la luna e il sole
arrossiscono per la vergogna e ci sembra che non ci sia più nulla da fare,
nessuna speranza.
Eppure le parole di Isaia non
sono prive di speranza, perché Dio non smette di suggerirci la strada da
percorrere, nonostante le nostre reticenze. Dio conosce la nostra umanità, la
nostra fragilità, le nostre paure e ci assicura che, quando torneremo e ci
affideremo a lui, collaborando al suo progetto di salvezza, allora l’ordine
della creazione sarà ristabilito e il sole e la luna brilleranno di una luce
mai vista perché lui stesso sorgerà e donerà la sua luce e il suo calore.
Non più il sole sarà la tua luce, nel giorno;
e non più la luna t’illuminerà con il suo chiarore;
ma il SIGNORE sarà la tua luce perenne.
Il tuo sole non tramonterà più,
la tua luna non si oscurerà più;
poiché il SIGNORE sarà la tua luce perenne,
i giorni del tuo lutto saranno finiti. (Isaia 60,19-20)
Il sole, la luna, le stelle e
noi… e ancora Dio.
È una storia che viene scritta
giorno dopo giorno, e ognuno di noi ne scrive una pagina: le nostre scelte, le nostre
azioni, la nostra testimonianza non sono indifferenti.
Quale sarà il finale? Nonostante tutto, Isaia è certo che
il lieto fine non mancherà. Forse cambieremo mentalità, forse riconosceremo finalmente
tra le tante voci che tentano di convincerci, la voce di Dio che ci indica la
strada giusta da percorrere, forse riusciremo alla fine a sentirci compagni e
compagne del mondo in cui viviamo… quello che è certo è che Dio non ritirerà la
sua promessa: la sua luce continuerà ad illuminare il nostro buio, il suo
calore continuerà a infondere coraggio, il suo amore accompagnerà sempre il
nostro cammino.
Il tuo sole non
tramonterà più, la tua luna non si oscurerà più;
poiché il SIGNORE sarà la
tua luce perenne,
Amen.
Pastora Daniela Santoro