Sermone: I mille volti dello Spirito Santo

IMG_0962Abbiamo già ascoltato, nelle letture bibliche, il racconto della prima Pentecoste. Fiamme di fuoco che scendono sui discepoli, persone che parlano in lingue come se fossero ubriache, entusiasmo che porterà la buona novella in tutto il mondo. È un racconto affascinante, pieno di energia e di gioia. Mi fa venire in mente anche tante altre persone nel corso della storia che si sentivano spinte e trascinate da questo Spirito divino; grandi personaggi e persone di cui non sapremmo mai il nome.

Chi è lo Spirito Santo? Che cosa fa? Come si manifesta? L’evangelista Giovanni ci racconta anche della Pentecoste, ma usa parole molto diverse. Leggo Giov 14,23-27

23 Gesù gli rispose: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. 24 Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato. 25 Vi ho detto queste cose, stando ancora con voi; 26 ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto. 27 Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti.

L’ultima volontà, le ultime parole di una persona sono importanti. Si ricorda che Lutero avrebbe detto prima di morire: ‘Siamo solo mendicanti, questo è vero’ o Wesley ‘La cosa migliore di tutte è che Dio è con noi’. Altri ci lasciano messaggi cinici perché non vogliono andarsene o preferiscono andarsene in silenzio.

Il testo che vi ho letto fa parte delle ultime parole di Gesù ai suoi discepoli. Questo è il suo testamento. Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. Noi siamo qui perché amiamo Gesù, perché cerchiamo di vivere secondo la sua parola e così Gesù ci promette che il Padre ama coloro che amano il figlio e saremo una volta tutti insieme presso di lui.

Amare e osservare la parola è messo insieme, nel positivo come nel negativo, perché Gesù va oltre dicendo: Chi non mi ama non osserva le mie parole. Amare e osservare la parola. Vi ricordate come inizia il vangelo di Giovanni? La parola è diventata carne. Gesù è la parola di Dio, parola vivente, egli è da osservare, tutto ciò che leggiamo nella Bibbia, è da confrontare con la sua persona.

Soprattutto nel mondo evangelico si può incontrare un grande amore per la Parola. Per tante generazioni era abitudine imparare lunghi testi biblici a memoria; non solo qualche salmo o singoli versetti ma vangeli o lettere intere. Mi ricordo che durante i miei studi ho detto una volta al mio professore: ma Lei pensa che io conosca tutto il Nuovo Testamento a memoria? E lui si è tirato giù gli occhiali, mi ha guardato intensamente e ha risposto: io lo conosco a memoria – in greco!

L’unico motivo che ti spinge ad imparare un libro intero a memoria è l’amore. Ve l’ho detto qualche settimana fa: in inglese si dice ‘by heart’, imparare col cuore. Questo è lo scopo, interiorizzare le parole di Dio nel proprio cuore.

Ma poi non rimaniamo fermi a questo punto. Chi porta le parole di Gesù nel suo cuore cambia. Non dobbiamo neanche pensare ai grandi cambiamenti e soprattutto non a quelli visibili in cose esteriori, ma il cambiamento ci sarà.

Chi porta le parole di Gesù dentro di sé avrà anche il coraggio di dire una volta la sua opinione su certi temi e ascoltando gli slogan che prima delle elezioni mi vengono proposti, mi verrebbe l’uno o l’altra cosa in mente sulla quale, secondo me, ci sarebbe da dire una parola. Io non voglio fare politica, ma penso che sia il nostro compito come cristiani di riflettere sul mondo pensando a come si è mosso Gesù. E non mi aspetto che tutti quanti ci sentiamo in dovere di andare in piazza a combattere per ciò che ascoltiamo nelle parole di Gesù; ma non ritengo neanche che la parola divina debba marcire dentro di noi, nei nostri cuori, senza avere la possibilità di uscirne mai. Con un atteggiamento intermedio sarei molto contenta.

Gesù dice: Vi ho detto queste cose, stando ancora con voi; ma il Consolatore, lo Spirito Santo, che il Padre manderà nel mio nome, vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto. Lo Spirito Santo è con noi per insegnarci e ricordarci tutte le cose che già sappiamo, ma che facilmente dimentichiamo. Lo può fare quando gli diamo dello spazio. Spazio nel nostro cuore, nella nostra mente, nelle nostre azioni. La parola di Dio può agire se la lasciamo agire. Non siamo marionette che Dio vuole manovrare come gli piace. Lo Spirito di Dio può insegnare e ricordare se vogliamo essere ricordati.

Ma – se diamo spazio a Dio nella nostra vita – egli si farà anche vedere. Ho visto delle persone timide che non dicono mai una parola in pubblico, che ad un certo punto hanno iniziato a dire con parole forti e commoventi la loro opinione e finito il discorso si guardavano attorno dicendo: Ma l’ho detto io? Sì, ma con le parole dello Spirito Santo.

Ho visto delle persone che hanno aiutato altri oltre misura, con una generosità straordinaria e loro stessi dicevano: “non potevo fare diversamente, mi sembravo l’unica cosa giusta e sensata”. Talvolta lo Spirito Santo ci fa fare dei gesti che noi non ci immaginiamo neanche.

Ho incontrato delle persone che potevano credere profondamente in momenti difficili. A vista umana nessuno si sarebbe stupito di un crollo, di reazioni isteriche, ma loro rimanevano calmi, saldi nella loro fede, come protetti da una custodia invisibile. Sono convinta che questa custodia sia lo Spirito Santo.

Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti. Pace, che parola grande, che sogno grande in questi tempi. Lo Spirito Santo, proprio quello che vuole muoverci, quello che cade dal cielo come lingue di fuoco, quello che ha portato gli apostoli in tutto il mondo per predicare la buona novella – questo spirito di Dio ci dà pace. Sembra anche a voi una contraddizione? Sentite anche voi nella parola pace un senso di tranquillità anziché un invito all’azione?

Io non vi do come il mondo dà. dice Gesù. Forse è questa la chiave. Non è come pensiamo noi. Lo Spirito di Dio non si lascia mettere in alcuna categoria. Ci dà pace, tranquillità interiore, ma allo stesso tempo ci mette in azione, ci vuole muovere. Ci dà stabilità ma contemporaneamente mette in questione tutte le nostre sicurezze per renderci vulnerabili alla volontà di Dio. Ci insegna, ci ricorda, ma non vuole che serbiamo il ricordo dentro di noi ben custodito nei nostri cuori. Ci consola, mandandoci nel mondo.

Io auguro a noi tutti che siamo capaci di aprirci a questa potenza di Dio. Vorrei lasciare quest’amore dentro di me e attraverso di me in questo mondo. So che mi serve consolazione, ricordo, pace e so che serve al nostro mondo. Vorrei che lasciassimo agire Dio nel nostro mondo. Per questo gli servono i nostri cuori, i nostri piedi, le nostre mani.

Amen

Ulrike Jourdan

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *